giovedì 21 marzo 2013

REP. CECA: SENATO RIDIMENSIONA IMMUNITA' PARLAMENTARE



Dopo un  tortuoso percorso e ben 18 tentativi falliti in pochi anni, è stata approvata anche dal senato la legge che abolisce, o meglio ridimensiona, l’immunità parlamentare di deputati, senatori e giudici della Corte costituzionale. A metà febbraio già la Camera si era pronunciata a favore della riduzione dei privilegi di cui godono parlamentari e giudici in tema di immunità, con una maggioranza schiacciante – 142 voti a favore e solo 5 contrari – ma c’era molto scetticismo intorno ad una reale riuscita del progetto. Invece, proprio ieri, durante una seduta del senato è stata raggiunta e abbondantemente superata la soglia affinchè l’emendamento potesse venire approvato: 58 senatori si sono infatti espressi favorevolmente sui 71 presenti, ma ne sarebbero stati sufficienti anche solo 43, i tre quinti dei presenti.

La legge approvata è peraltro piuttosto blanda: esso infatti non cancella del tutto l’immunità, la limita al solo periodo del mandato. Un’altra proposta era stata avanzata alla camera dal ministro delle finanze Miroslav Kalousek di Top 09, più stringente rispetto a quella poi approvata: essa prevedeva la riduzione dell’immunità ai soli discorsi fatti in parlamento, ma non ha sortito molto successo. Anche l’ODS si è schierato a favore di questa soluzione ed ha infatti votato contro ieri in senato.
L’emendamento approvato era infatti già stato oggetto di critiche, perché appunto troppo “leggero”. Ad esempio, esso non fa parola di uno dei paradossi e delle contraddizioni più eclatanti del sistema parlamentare ceco. E’ infatti possibile, per i parlamentari condannati penalmente in via definitiva, conservare il proprio incarico – nonché il proprio lauto stipendio.


Così accade che due seggi della Camera siano attualmente vacanti, perché due deputati, David Rath, condannato e attualmente dietro le sbarre e Roman Pekárek, che ha iniziato a scontare la sua condanna per corruzione a 5 anni circa un mese fa, possano tranquillamente continuare ad essere deputati della Repubblica Ceca: in realtà non esiste alcun modo per obbligarli a dimettersi.
Una proposta di legge in questo senso è stata presentata, ma arriva solo a metà del problema: essa propone la sola perdita dello stipendio per i parlamentari condannati in via definitiva.

Secondo molti, anche ai parlamentari dovrebbe essere applicata la stessa norma relativa ai sindaci: una volta condannati penalmente, essi perdono automaticamente anche il diritto alla loro carica.
Certo, la strada verso la cancellazione dei privilegi dei politici è ancora in salita, ma la legge approvata ieri rappresenta pur sempre un passo avanti verso la giusta direzione. Vedremo se si troverà il coraggio di proseguire verso questa strada.
REP. CECA: SENATO RIDIMENSIONA IMMUNITA' PARLAMENTARE
(www.lavoce.cz)

Dopo un lungo e tortuoso percorso e ben 18 tentativi falliti in pochi anni, è stata approvata anche dal senato la legge che abolisce, o meglio ridimensiona, l’immunità parlamentare di deputati, senatori e giudici della Corte costituzionale. A metà febbraio già la Camera si era pronunciata a favore della riduzione dei privilegi di cui godono parlamentari e giudici in tema di immunità, con una maggioranza schiacciante – 142 voti a favore e solo 5 contrari – ma c’era molto scetticismo intorno ad una reale riuscita del progetto. Invece, proprio ieri, durante una seduta del senato è stata raggiunta e abbondantemente superata la soglia affinchè l’emendamento potesse venire approvato: 58 senatori si sono infatti espressi favorevolmente sui 71 presenti, ma ne sarebbero stati sufficienti anche solo 43, i tre quinti dei presenti.

La legge approvata è peraltro piuttosto blanda: esso infatti non cancella del tutto l’immunità, la limita al solo periodo del mandato. Un’altra proposta era stata avanzata alla camera dal ministro delle finanze Miroslav Kalousek di Top 09, più stringente rispetto a quella poi approvata: essa prevedeva la riduzione dell’immunità ai soli discorsi fatti in parlamento, ma non ha sortito molto successo. Anche l’ODS si è schierato a favore di questa soluzione ed ha infatti votato contro ieri in senato.
L’emendamento approvato era infatti già  stato oggetto di critiche, perché appunto troppo “leggero”. Ad esempio, esso non fa parola di uno dei paradossi e delle contraddizioni più eclatanti del sistema parlamentare ceco. E’ infatti possibile, per i parlamentari condannati penalmente in via definitiva, conservare il proprio incarico – nonché il proprio lauto stipendio.

Così accade che due seggi della Camera siano attualmente vacanti, perché due deputati, David Rath, condannato e attualmente dietro le sbarre e Roman Pekárek, che ha iniziato a scontare la sua condanna per corruzione a 5 anni circa un mese fa, possano tranquillamente continuare ad essere deputati della Repubblica Ceca: in realtà non esiste alcun modo per obbligarli a dimettersi.
Una proposta di legge in questo senso è stata presentata, ma arriva solo a metà del problema: essa propone la sola perdita dello stipendio per i parlamentari condannati in via definitiva. 

Secondo molti, anche ai parlamentari dovrebbe essere applicata la stessa norma relativa ai sindaci: una volta condannati penalmente, essi perdono automaticamente anche il diritto alla loro carica.
Certo, la strada verso la cancellazione dei privilegi dei politici è ancora in salita, ma la legge approvata ieri rappresenta pur sempre un passo avanti verso la giusta direzione. Vedremo se si troverà il coraggio di proseguire verso questa strada.

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