mercoledì 20 marzo 2013

Finiremo come Cipro. La tassa sui conti correnti


                                                      Attenti..... la Germania ci guarda.................


Non guardate male il vostro vicino se vi annuncerà che ha deciso di trasferirsi in Thailandia. La trasferta in terra d’Oriente potrebbe servire ad evitare il massaggio di frau Angela Merkel. In  Thailandia, al pari della Malaysia, per citare un altro esempio, non è difficile ottenere la residenza fiscale una volta in possesso  dello Yellow Book della casa  (Ta Bien Baan). I pensionati che hanno scelto di risiedere nel regno del Far East hanno per giunta la facoltà di chiedere la detassazione della pensione. Per carità, si tratta di una scelta estrema che ha non pochi inconvenienti. A partire dal fatto che la soluzione siamese non protegge i beni mobiliari ed immobiliari che restano nel Bel Paese. Oltre ad altri inconvenienti legati alla logistica non facile. Insomma, improbabile che siano in molti a scegliere una “soluzione Depardieu” per evitare sorprese come quella inflitta ai correntisti ciprioti. Eppure il rischio di un blitz nei nostri portafogli non è  poi così campato in aria. Anzi. 
Come si dice in tedesco patrimoniale? - L’ipotesi di una patrimoniale è stata sollevata più volte d politici del centro sinistra. Al gioco non si è sottratto nemmeno Mario Monti, salvo poi rifugiarsi dietro una smentita di rito. Ma finora si è trattato di iniziative, più o meno felici, frutto del dibattito interno. Ma è ormai evidente che la patrimoniale non sarà decisa a Roma. Bensì a Bruxelles. O meglio, a Berlino dove da mesi, se non da anni, sono in molti ad esercitarsi sull’ammontare della ricchezza delle famiglie italiane. Mica per invidia, bensì per puro interesse: quando l’Italia sarà nelle condizioni di chiedere aiuto, vuoi per le banche, vuoi per far fronte al debito pubblico, la risposta sarà: i soldi li avete, tirateli fuori. Come o con quali mezzi è affar vostro. L’unica cosa che ci interessa è che non ci rimettano i nostri creditori o le nostre aziende. La scelta di Daimler Italia di prevedere l’eventuale  rimborso in lire di un bond in scadenza nel 2015 non è una bizzarria o un eccesso di scrupolo, bensì il frutto di una mentalità che non affida nulla al caso. «Voi italiani – ci dice un banchiere svizzero – non avete dedicato un secondo della vostra campagna elettorale a ragionare sui 750 milioni che dovete versare per il salvataggio di Cipro. Sui giornali tedeschi da mesi non passa giorno senza parlare dei soldi, non molti di più, che la Germania verserà a Nicosia». Insomma, i tedeschi hanno le idee ben chiare: chi vuol partecipare al nostro club (quello dell'euro) deve avere i conti a posto secondo le regole che dettiamo noi. Non ci interessa sapere come e da chi preleverete i quattrini necessari. Questi, almeno questi,  sono affari  vostri.  Non è difficile, a questo punto, stabilire come un governo piegato al diktat eseguirà l’operazione. Si punterà a raccogliere  il denaro dove sarà più facile farlo. 
Dall'oro ai quadri fino al materasso - Inutile illudersi che la casa possa essere risparmiata. Così come i beni mobili più diffusi, conti correnti compresi. Nonostante le smentite, inevitabili perché una tassazione di questo tipo (Cipro docet) è efficace se inattesa. Come difendersi? Per chi non ha voglia o coraggio per trasferirsi in Paesi remoti dal basso costo della vita le soluzioni sono di due tipi: a) individuare beni che possano sfuggire alla mannaia; b) investire in beni almeno parzialmente protetti dalla crisi. Nel primo caso, si tratta di individuare “beni rifugio” che possano non essere denunciati al fisco. L’acquisto di metalli preziosi e diamanti è da sempre il bene rifugio classico. Non a caso le quotazioni dell'oro si sono impennate dopo la soluzione respinta ieri sera dal Parlamento cipriota. Altra soluzione, l’acquisto di quadri, antiquariato od altri beni artistici. Anche in questo caso, l’avanzata della crisi ha coinciso con la nascita di gallerie d'arte in quel di Lugano e dintorni: sono molti gli italiani che hanno deciso di investire in quadri. Al riparo dai redditometri, ben s'intende. Non manca la soluzione estrema: il materasso ovvero la liquidità da tenersi in casa (o in una cassetta di sicurezza non si sa quanto sicura)  al riparo da occhi indiscreti. Ma questa soluzione ha un inconveniente di non poco conto: l'inflazione, per ora, non  preoccupa. Prima o poi, però,  il fiume di denari stampati dalle banche centrali per fronteggiare la crisi gonfierà i prezzi. E il quattrino sotto il materasso varrà sempre di meno. 
Il mondo (l'America) non va poi così male - L’Italia, nei prossimi anni, non promette niente di buono. Ma l'austerità alla tedesca rischia di essere un boomerang anche per la Germania che l’ha promossa e sfruttata. Al contrario, gli Stati Uniti tornano a sorridere: boom dell’energia, ripresa della casa e sostegno ai consumi (vedi boom dell’auto) da parte di banche tornate solide. Per chi sceglie di comprar casa, insomma, meglio affrettarsi prima che i prezzi, già in ripresa, tornino a correre. Wall Street sembra cara, ma le nuove scoperte in campo energetico possono offrire ritorni incredibili. Insomma, di fronte al rischio di una tosatura del mattone di casa nostra tanto vale comprar casa (o pezzi di casa attraverso i Reit, i fondi immobiliari Usa) oltre frontiera. Con l’avvertenza di uscire dai confini della Ue, se si vuol stare tranquilli. Certo, non si è al riparo da qualche famigerata una tantum. Ma, almeno, l’investimento si rivaluterà sia in euro o, cosa ormai da non escludere, in una nuova liretta

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