giovedì 31 ottobre 2013

Istituto di cultura giapponese. Mostra del tesoro svelato 4 Novembre-14 Dicembre 2013

La tradizione xilografica giapponese è un fenomeno unico nel panorama dell’arte mondiale. La corrente artistica di gran lunga più importante della xilografia giapponese ed estremo-orientale, comunemente conosciuta con il nome di ukiyo-e, presenta infatti due caratteristiche apparentemente contraddittorie: una produzione di massa, con tirature anche di migliaia di copie, e un livello qualitativo tale da porre queste stampe ai vertici della grafica di ogni tempo e di ogni paese. La tecnica era stata introdotta dalla Cina nel secolo VIII, ma è solo all’inizio del secolo XVII che la xilografia in Giappone diventa un’arte vera e propria, grazie soprattutto all’avvenuta pacificazione del Giappone dopo decenni di guerre civili, al conseguente rifiorire delle attività economiche e alla nascita di una classe media di mercanti e piccoli imprenditori. La produzione di libri stampati (e in seguito di stampe singole) passa così nelle mani di imprese con finalità schiettamente commerciali: c’è ora un vasto pubblico i cui gusti vanno serviti e assecondati. Nella prima metà del XVII secolo l’editoria si concentra nella regione del Kamigata (la zona di Kyoto e Osaka), ma nella seconda metà del secolo il primato editoriale passa definitivamente a Edo (l’attuale Tokyo), la città nuova, vitale, spregiudicata.
Le stampe della collezione della Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna (ex Fondo Contini) esposte in questa occasione appartengono al XIX secolo. Il percorso è diviso in cinque sezioni: la prima offre una scelta di stampe del Kamigata; la seconda e la terza sono dedicate rispettivamente ai maestri dell’Ottocento Utagawa Kunisada e a Utagawa Kuniyoshi; la quarta sezione presenta opere dei noti Utagawa Hiroshige e Utagawa Yoshiiku; la quinta infine è dedicata alle rare stampe per bambini, presentate per la prima volta a Roma. Un tesoro svelato dell’Ukiyo-e apre il sipario su aspetti e filoni inusuali di ambito Ukiyo-e, quelle stampe del “mondo fluttuante” che da sole spesso rappresentano il Giappone nell’immaginario comune dell’Occidente.

Lunedì 4 novembre
ore 17.30
visita guidata a cura del Prof. Giovanni Peternolli, Presidente del Centro Studi d'Arte Estremo-Orientale di Bologna; gratuita, su prenotazione (max 25 p.)prenotazioni@jfroma.it tel 06 3224754
ore 18.30
Introduzione alla mostra e slideshow, a cura di Giovanni Peternolli, Alessandro Guidi e Manuela Moscatiello
VISITE GUIDATE
lun 11, merc 20, lun 25 novembre, mer 4 e sab 14 dicembre ore 11
visita guidata (gratuita, a cura dell’Istituto Giapponese di Cultura)  prenotazioni@jfroma.it tel 06 3224754

SEZIONE PRIMA   
LE STAMPE DI OSAKA
In epoca Edo (1603-1867) Osaka era diventata il maggior centro economico e commerciale del Giappone ed era popolata da una classe mercantile agiata e intraprendente. Alla ricchezza economica della città faceva riscontro la sua vitalità culturale, in particolare in campo teatrale. Verso la fine del XVIII secolo, quando la popolarità del kabuki a Osaka era al culmine, fecero la loro apparizione le prime stampe singole di attori, iniziando una tradizione che si sarebbe prolungata per un secolo.
   Le stampe teatrali di Osaka possiedono una profonda coesione e originalità e sono contraddistinte dal carattere amatoriale degli artisti, dall’utilizzo di materiali pregiati e di tecniche sofisticate, dagli strettissimi legami tra attori, artisti, editori e pubblico.   [up]

SEZIONE SECONDA
UTAGAWA KUNISADA
La vita di Kunisada, nato nel 1786 e morto in tarda età nel 1865, si è svolta praticamente tutta a Edo, nel distretto popolare di Honjo, abitato da mercanti e artigiani. Il suo orizzonte culturale e i suoi rapporti umani si iscrivono interamente all’interno del mondo imprenditoriale, artistico, letterario e teatrale di quella che era allora la città più popolosa e il centro politico del Giappone. Vita e arte di un grande maestro dell’ukiyo-e. [up]

SEZIONE TERZA 
UTAGAWA KUNIYOSHI
Kuniyoshi nasce nel 1797 a Edo (l’attuale Tokyo), dove muore nel 1861. L’opera di Kuniyoshi non si limita certo alle stampe eroiche, anche se il successo ottenuto in questo genere lo caratterizzerà, presso il grande pubblico, come l’autore per eccellenza di musha-e (stampe di guerrieri). E’ impossibile dare un’idea della varietà della produzione di Kuniyoshi: fantasmi, incubi, visioni, scheletri e mostri; ma anche belle donne di ogni ceto in mille atteggiamenti, poeti del passato, lottatori di sumō, attori del kabuki, stampe pornografiche, paesaggi… E poi ci sono centinaia di libri illustrati, stampe di animali, colti in atteggiamenti ora “animaleschi”, ora umani, nelle quali la fantasia di Kuniyoshi è più sbrigliata che mai. [up]

SEZIONE QUARTA
HIROSHIGE E YOSHIIKU
 Le stampe presentate in questa sezione sono state create negli anni centrali del XIX secolo, in un’epoca in cui, grazie anche al miglioramento dei trasporti e di conseguenza alla maggiore mobilità della popolazione, esplose la moda delle stampe paesaggistiche: chi viaggiava per lavoro, per pellegrinaggio o semplicemente per diporto (compatibilmente con le restrizioni imposte dal sospettoso governo militare), voleva tornarsene a casa con un souvenir dei luoghi visitati. In mostra stampe di Hokusai, di Utagawa Hiroshige (1797-1858), e Utagawa Yoshiiku (1833-1904). [up]

SEZIONE QUINTA 
LE STAMPE PER L’INFANZIA
Le stampe giapponesi di bambini e per bambini sono generalmente raggruppate in tre grandi categorie. La prima è rappresentata dalle oyako-e, stampe in cui le madri sono di solito ritratte con la loro prole; la seconda, quella delle kodomo-e, in cui i bambini sono colti nei diversi momenti della quotidianità: intenti a giocare, immersi nella lettura o impegnati in esercizi di calligrafia. La terza ed ultima categoria, quella delle stampe ludiche (omocha-e), si differenzia dalle prime due in quanto designa stampe non destinate alla contemplazione, ma prodotte e utilizzate esclusivamente per il divertimento e l’apprendimento dei più piccoli. A quest’ultima categoria appartengono quasi tutte le stampe presenti in questa sezione

Papa Francesco e l'omaggio a Santi e Defunti .....(io c'ero)






Cari fratelli e sorelle, buongiorno!     

Oggi vorrei parlare di una realtà molto bella della nostra fede, cioè della “comunione dei santi”. Il Catechismo della Chiesa Cattolica ci ricorda che con questa espressione si intendono due realtà: la comunione alle cose sante e la comunione tra le persone sante (n. 948). Mi soffermo sul secondo significato: si tratta di una verità tra le più consolanti della nostra fede, poiché ci ricorda che non siamo soli ma esiste una comunione di vita tra tutti coloro che appartengono a Cristo. Una comunione che nasce dalla fede; infatti, il termine “santi” si riferisce a coloro che credono nel Signore Gesù e sono incorporati a Lui nella Chiesa mediante il Battesimo. Per questo i primi cristiani erano chiamati anche “i santi” (cfr At 9,13.32.41; Rm 8,27; 1 Cor 6,1).

1. Il Vangelo di Giovanni attesta che, prima della sua Passione, Gesù pregò il Padre per la comunione tra i discepoli, con queste parole: «Perché tutti siano una sola cosa; come tu, Padre, sei in me e io in te, siano anch’essi in noi, perché il mondo creda che tu mi hai mandato» (17,21). La Chiesa, nella sua verità più profonda, è comunione con Dio, familiarità con Dio, comunione di amore con Cristo e con il Padre nello Spirito Santo, che si prolunga in una comunione fraterna. Questa relazione tra Gesù e il Padre è la “matrice” del legame tra noi cristiani: se siamo intimamente inseriti in questa “matrice”, in questa fornace ardente di amore, allora possiamo diventare veramente un cuore solo e un’anima sola tra di noi, perché l’amore di Dio brucia i nostri egoismi, i nostri pregiudizi, le nostre divisioni interiori ed esterne. L’amore di Dio brucia anche i nostri peccati.

2. Se c’è questo radicamento nella sorgente dell’Amore, che è Dio, allora si verifica anche il movimento reciproco: dai fratelli a Dio; l’esperienza della comunione fraterna mi conduce alla comunione con Dio. Essere uniti fra noi ci conduce ad essere uniti con Dio, ci conduce a questo legame con Dio che è nostro Padre. Questo è il secondo aspetto della comunione dei santi che vorrei sottolineare: la nostra fede ha bisogno del sostegno degli altri, specialmente nei momenti difficili. Se noi siamo uniti la fede diventa forte. Quanto è bello sostenerci gli uni gli altri nell’avventura meravigliosa della fede! Dico questo perché la tendenza a chiudersi nel privato ha influenzato anche l’ambito religioso, così che molte volte si fa fatica a chiedere l’aiuto spirituale di quanti condividono con noi l’esperienza cristiana. Chi di noi tutti non ha sperimentato insicurezze, smarrimenti e perfino dubbi nel cammino della fede? Tutti abbiamo sperimentato questo, anch’io: fa parte del cammino della fede, fa parte della nostra vita. Tutto ciò non deve stupirci, perché siamo esseri umani, segnati da fragilità e limiti; tutti siamo fragili, tutti abbiamo limiti. Tuttavia, in questi momenti difficoltosi è necessario confidare nell’aiuto di Dio, mediante la preghiera filiale, e, al tempo stesso, è importante trovare il coraggio e l’umiltà di aprirsi agli altri, per chiedere aiuto, per chiedere di darci una mano. Quante volte abbiamo fatto questo e poi siamo riusciti a venirne fuori dal problema e trovare Dio un’altra volta! In questa comunione – comunione vuol dire comune-unione – siamo una grande famiglia, dove tutti i componenti si aiutano e si sostengono fra loro.

3. E veniamo a un altro aspetto: la comunione dei santi va al di là della vita terrena, va oltre la morte e dura per sempre. Questa unione fra noi, va al di là e continua nell’altra vita; è una unione spirituale che nasce dal Battesimo e non viene spezzata dalla morte, ma, grazie a Cristo risorto, è destinata a trovare la sua pienezza nella vita eterna. C’è un legame profondo e indissolubile tra quanti sono ancora pellegrini in questo mondo – fra noi –  e coloro che hanno varcato la soglia della morte per entrare nell’eternità. Tutti i battezzati quaggiù sulla terra, le anime del Purgatorio e tutti i beati che sono già in Paradiso formano una sola grande Famiglia. Questa comunione tra terra e cielo si realizza specialmente nella preghiera di intercessione.
Cari amici, abbiamo questa bellezza!  È una realtà nostra, di tutti, che ci fa fratelli, che ci accompagna nel cammino della vita e ci fa trovare un’altra volta lassù in cielo. Andiamo per questo cammino con fiducia, con gioia. Un cristiano deve essere gioioso, con la gioia di avere tanti fratelli battezzati che camminano con lui; sostenuto dall’aiuto dei fratelli e delle sorelle che fanno questa stessa strada per andare al cielo; e anche con l’aiuto dei fratelli e delle sorelle che sono in cielo e pregano Gesù per noi. Avanti per questa strada con gioia!

I Santi: uomini che non portano maschere! Holiween o zucche vuote?


Holiween o zucche vuote?

Il Ponte del 1 Novembre è stato istituito in omaggio dei Santi e dei defunti. Dagli Stati Uniti è però rimbalzata in Europa una festa Halloween che ha ben poco a che fare con l'evento. Infatti dietro zucche, streghe e mascherate varie si celano vere e proprie "messe nere" ed inni al demonio. Proprio per questo esiste una sensibilizzazione che, riguarda anche Roma ed il nostro municipio ricco di locali dove il 31 sera si festeggeranno quelle che vengono definite le "zucce vuote". E' necessario non intervenire drasticamente togliendo la gioia di una festa ad i bambini ma va fatta attenzione a quello che si cela dietro l'evento ed al suo significato. Per questo motivo eccovi la spiegazione degli esperti "sacerdoti del decano".


Carissimi amici,
come ogni anno la Chiesa si appresta a vivere la festa di Tutti i Santi e il giorno in cui si commemorano i nostri cari defunti che già godono della visione di Dio. L’occasione di questa grande festa ci richiama al destino che ci attende: la vita in Cristo. Gesù, infatti, con la sua morte e risurrezione, ha impedito che la parola “fine” tirasse il sipario sulla nostra vita. Il tratto di strada, più o meno lungo, che percorriamo sulla terra è un pellegrinaggio verso la vera patria che è il Cielo, popolato da coloro che la Chiesa ha posto come modelli per tutti, i Santi, e da coloro che ci hanno preceduto nel raggiungimento della méta, i nostri cari defunti.
Così, persino il momento più drammatico per la vita di un uomo, com’è la morte, viene raggiunto dalla luce della fede che ci consente di guardare con speranza al momento del nostro tornare alla casa del Padre. A questo proposito conviene riascoltare le parole che nel 2007 Papa Benedetto XVI ha scritto nell’Enciclica Spe Salvi: «Da una parte, non vogliamo morire; soprattutto chi ci ama non vuole che moriamo. Dall’altra, tuttavia, non desideriamo neppure di continuare ad esistere illimitatamente e anche la terra non è stata creata con questa prospettiva. Allora, che cosa vogliamo veramente? Questo paradosso del nostro stesso atteggiamento suscita una domanda più profonda: che cosa è, in realtà, la “vita”? E che cosa significa veramente “eternità”? Ci sono dei momenti in cui percepiamo all’improvviso: sì, sarebbe propriamente questo – la “vita” vera – così essa dovrebbe essere. A confronto, ciò che nella quotidianità chiamiamo “vita”, in verità non lo è. Agostino, nella sua ampia lettera sulla preghiera indirizzata a Proba, una vedova romana benestante e madre di tre consoli, scrisse una volta: In fondo vogliamo una sola cosa – “la vita beata”, la vita che è semplicemente vita, semplicemente “felicità”. Non c’è, in fin dei conti, altro che chiediamo nella preghiera. Verso nient’altro ci siamo incamminati – di questo solo si tratta... Non sappiamo che cosa vorremmo veramente; non conosciamo questa “vera vita”; e tuttavia sappiamo, che deve esistere un qualcosa che noi non conosciamo e verso il quale ci sentiamo spinti» (n. 11).
Mossi da questa grande speranza nei prossimi giorni visiteremo i cimiteri dove riposano le persone che abbiamo amato in attesa della risurrezione dell’ultimo giorno quando, al ritorno di Cristo, la morte verrà definitivamente distrutta e tutti potremo vivere della Sua stessa vita sotto “cieli nuovi” e in una “terra nuova”, travolti dallo stupore per la bellezza di tutto. Il tempo sfocerà nell’eterno e l’uomo non potrà più scegliere “per” o “contro” il Signore. Avverrà, infatti, il giudizio “dei vivi e dei morti”, cioè di tutta l’umanità. Verrà così smascherato il tentativo degli uomini di vivere “come se Dio non ci fosse” e tutto (noi, gli altri e il mondo) apparirà nella sua nuda verità. Il giudizio sarà: “particolare” al momento della morte di ciascun uomo e “universale” al momento del ritorno di Cristo alla fine dei tempi.
Paradiso e Inferno, che non sono due luoghi ma due condizioni umane, sono le possibilità che stanno davanti a noi in base a come si è giocata la nostra libertà di fronte a Dio. Poiché nel morire la decisione definitiva di una persona può essere incerta, la Chiesa afferma la possibilità del Purgatorio, come estrema occasione di purificazione e salvezza grazie alle preghiere di Gesù e Maria e all’intercessione della Chiesa mediante la celebrazione della santa Messa per i defunti, l’Indulgenza, l’offerta della sofferenza e delle opere di carità, la preghiera quotidiana.
Vista la grandezza del destino che ci attende, vista la forza che queste realtà ci danno per vivere con più intensità il reale, riteniamo veramente assurdo e pericoloso il proliferare di un modo pagano di festeggiare queste ricorrenze, a scapito del grande tesoro della fede che vogliamo custodire e trasmettere con gratitudine.
Uno dei modi più confusi e deviati è la festa di Halloween. La fede ha realtà molto più interessanti e ragionevoli da consegnarci rispetto alle zucche vuote, ai bambini (e anche adulti!) travestiti da streghe, fantasmi, vampiri e diavoli, al girovagare di casa in casa con la domanda sulle labbra: «Dolcetto o scherzetto?», che è l’ingenua traduzione di una formula dell’antico cerimoniale pagano, e al dilagare di discutibili feste serali e notturne dei ragazzi più grandi storditi dal volume della “musica” (se così si può chiamare) e ambigui divertimenti.
Preoccupati per il moltiplicarsi ingenuo di feste come questa, vi proponiamo tre criteri di giudizio per educare il nostro modo di guardare la realtà a partire dalla fede:
1. Il cuore di ogni uomo è pieno di domande grandi sul senso di tutto. La vita e la morte sono, forse, i nodi più scoperti. Usiamo del tempo che abbiamo per andare a fondo delle questioni più decisive, verificando se in noi la fede regge davanti alle sfide del vivere o se, quello di Cristo, è diventato solo un nome.
2. Halloween è una festa nata in ambito pagano, che non ha nulla a che vedere con la fede cristiana. Celebra il dio della morte (Samhain) ed è intrisa di esoterismo e magia, finendo talvolta per percorrere sentieri che sanno di diabolico. C’è un’evidente contraddizione per chi è battezzato, anche se l’intenzione con cui festeggiamo non è cattiva, né tantomeno contro la fede in Cristo.
3. Secondo uno studio della comunità “Giovanni XXIII”, fondata da don Oreste Benzi, il 16% dei ragazzi che partecipano a sette occulte ed esoteriche, dove avvengono le cose più cruente come i sacrifici offerti al Diavolo e la profanazione dell’Eucaristia, viene adescato proprio in questa occasione. Occorre, dunque, essere molto vigilanti senza inoltrarsi in luoghi e compagnie che potrebbero risultare molto pericolosi.
Il cardinale Scola, nella sua Lettera pastorale Il campo è il mondo. Vie da percorrere incontro all’umano, ci invita, tra le altre cose, a ritrovare il vero senso della festa che troppo spesso finisce per “esaurire l’io anziché ricaricarlo” (pag. 33). Custodiamo il gusto per le cose belle, vere, buone e giuste. I Santi che festeggiamo sono uomini e donne che hanno vissuto senza maschere, pieni di passione per Cristo e per il fratello, perché erano certi che «la fede non abita nel buio, ed è luce per le nostre tenebre» (Papa Francesco, Lumen Fidei, 4).
Con grande affetto, in Cristo!
I sacerdoti del Decanato

Sesso: la legge che non ti aspetti

In questi giorni di gran parlare di accuse di avere perpetrato atti di sesso con soggetti minorenni si ascolkta molto spesso dire a sproposito che ciò sarebbe di per se stesso un delitto, sul punto credo che occorra fare un po’ di chiarezza.

Il nostro codice penale prevede all’art. 609 quater una specifica ipotesi di reato introdotta dalla legge 15 febbraio 1996 n. 66, quella che, come noto, ha operato una radicale trasformazione in materia di reati sessuali, uniformando in una unica condotta di violenza sessuale (art. 609 bis Cp) anche gli abrogati atti di libidine, e collocando tale fattispecie nella sezione dei reati contro la persona.

Con l’art. 609 quater viene equiparato alla condotta di violenza ogni atto sessuale compiuto nei confronti di persona che non ha compiuto gli anni 14 di età anche se consenziente.

In caso di atti sessuali compiuti nei confronti di minorenne infra-sedicenne consenziente invece, non si configura alcuna ipotesi di reato, a meno che non vi sia tra i due soggetti uno speciale rapporto tassativamente indicato al comma 2 della medesima norma, ossia che si tratti di ascendente, genitore, tutore ovvero altra persona cui per ragioni di cura, educazione, vigilanza o custodia il minore è affidato (tipico caso quello dell’insegnante colto a fare sesso con allievo che non ha ancora compiuto i 16 anni di età).

La ratio di tale ipotesi “estensiva” è dovuta al fatto che si presume che quel consenso del minore infra-sedicenne non sia stato del tutto scevro da condizionamenti psicologici dovuti ad un rapporto in qualche modo gerarchico o di dipendenza con il soggetto maggiorenne.

Una volta compiuti i 16 anni di età invece il consenso del minore esclude qualsiasi responsabilità penale in caso di atti sessuali compiuti nei di lui confronti, eccezion fatta per la speciale ipotesi di accertata condotta di abuso dei poteri connessi alla propria posizione in capo al genitore o al tutore, ma in tale caso la pena è comunque ridotta.

Da ciò ne deriva che, ferme restando eventuali valutazioni di natura etica o morale che ciascuno di noi può liberamente fare, dal punto di vista strettamente giuridico in Italia, salvo particolari casi, non è affatto reato “fare sesso” con chi ha già compiuto 14 anni.

mercoledì 30 ottobre 2013

La super stangata Irpef. Tasse, Roma in testa


ella riunione a Palazzo Chigi è stato approvato un decreto legge che tra le altre cose contiene la risposta all'appello lanciato dal Sindaco Ignazio Marino a Enrico Letta: il mostruoso buco nel bilancio sarà dimezzato. Un po' di finanza creativa per i debiti del Campidoglio arrivati a sfondare quota 800 milioni e che saranno spalmati grazie alla “bad company” creata 5 anni fa e guidata ora dal commissario governativo Massimo Varazzani: circa 400 milioni di euro andranno a confluire nello debito commissariale, mentre un po' di crediti faranno il percorso inverso. Quello che manca per riempire il buco però dovranno metterlo i cittadini, ovvero più tasse. La creatività si infrange infatti con la realtà dei conti e la soluzione è quella più temuta con l'innalzamento dell'addizionale Irpef.
I romani devono già fare i conto con l'imposta sul reddito delle persone fisiche più alta d'Italia. Mentre altrove i comuni non possono alzare la tassazione oltre lo 0,8% nella capitale l'addizionale è già allo 0,9, ma con il decreto di ieri sera il Governo ha concesso alla giunta capitolina un ulteriore aumento di 3 decimi portandola alla percentuale record dell'1,2%. Per il 2014 ci si troverà a pagare le imposte comunali più onerose d'Italia, senza aver per questo migliori servizi: già oggi lo 0,4% viene incamerato dallo Stato per coprire i vecchi debiti, mentre l'extra gettito sarà usato per tentare di chiudere il buco.
Un piccolo contentino dal ministero dell'ambiente che ha stanziato 28 milioni e mezzo di euro per intensificare la raccolta differenziata, ma la pillola è comunque amare per il Sindaco Ignazio Marino che prova a spegnere le polemiche: “Farò il possibile per evitare l'aumento delle tasse”, ma con una voragine che sfiora i 900 milioni sembra una missione impossibile.

martedì 29 ottobre 2013

Carolina Erba la fiorettista azzurra dei Castelli Romani


Carolina Erba vince e convince in Russia con una prestazione esaltante, con grinta e temperamento, con quella fame di vittoria che soltanto i campioni veri hanno.
Abbiamo iniziato la nostra intervista all'aeroporto di San Pietroburgo ed a Fiumicino era già pronta.
Abbiamo atteso deciso di aggiornarla con il Memorial " Marta Russo" al quale Carolina ha partecipato con piacere.
Eccovi tutto ciò che non sapevate su di lei.


Carolina sai dirmi perché hai vinto i "World Combat Games”, la competizione degli sport di combattimento che si è svolta a San Pietroburgo?

Sinceramente non so perché ho Vinto.. Fisicamente eravamo tutte un po' scariche e poco allenate.. Forse sono stata quella con più determinazione di tutte. Tutti i sacrifici vengono sempre ripagati in un modo o nell'altro.

Tante azzurre tutte brave c'è concorrenza tra di voi? 

Tra noi italiane c'è molta concorrenza e rivalità, come è giusto che ci sia. 
Questo è il Motivo per cui siamo un gruppo molto forte, perché non puoi mollare un attimo la presa perché c'è sempre dietro qualcuno pronto a prendere il tuo posto.

Chi pensi sia la tua avversaria più forte tra le "straniere"? 

Non ho una in particolare di avversaria che temo.. 
Diciamo che ci posso perdere 1,2,3 volte ma poi basta.. Nessuno è invincibile!

Perché la scherma?

Da piccola avevo iniziato con la ginnastica ma non mi piaceva un granché.. Sono passata alla scherma per caso.. E fin da subito mi avevano detto che ero portata. Ho iniziato a vincere da subito, forse anche perché sono mancina e a quei tempi ce n'erano poche in giro;-)

Lo reputi uno sport d’élite?

No, non lo reputo uno sport d'élite.. Lo reputo uno sport bellissimo,completo ma ancora poco conosciuto.


Ti senti avvantaggiata o svantaggiata rispetto agli atleti di altri sport?

Rispetto ad alcuni sport ci sentiamo svantaggiati.. Alcuni atleti di medio livello hanno molta più visibilità di noi. La scherma è lo sport che in assoluto vince di più ma nessuno ci si fila!

Il ricordo più bello della tua carriera sportiva?

Di ricordi ce ne sono tanti.. Diciamo che i più belli legati alla scherma li ho collezionati tutti quest'anno, sicuramente i mondiali vinti a Budapest sono quelli più forti!

Rapporti con avversari e compagni

I rapporti sono buoni, ogni tanto si riescono a costruire rapporti di amicizia che durano da una vita (mio e di Benedetta Durando)



La scherma è uno sport ma è anche onore, etica e disciplina. Difficile vivere tutto questo?

La scherma è uno sport di tecnica ma soprattutto di tattica. È bello perché ovviamente certi aspetti si ritrovano costantemente nella vita quotidiana. La disciplina e il rispetto sono alla base di qualsiasi sport......


Cosa pensi prima di salire in pedana? Puoi descriverci le emozioni e dove “vanno cuore e cervello” sino alla fine della sfida in pedana?

Prima di salire in pedana faccio sempre finta che sia il mio ultimo assalto e che devo dare più del massimo..!! Poi quando tiro sinceramente sono tranquilla emotivamente, diciamo che raramente mi agito o perdo la calma. Appena mi stacco dalla pedana però non ricordo già più niente di quello che ho fatto.. Neanche il punteggio a volte.


Reputi più importanti le doti tecniche o quelle mentali? Tu di quali ti servi maggiormente?

Sicuramente reputo più importanti le doti mentali.. Che se sono accompagnate da una buona tecnica sono micidiali!!!!


Quante volte alla settimana ti alleni e dove?

Mi alleno dal lunedì al venerdì, 2 volte al giorno a Frascati.

Sei attenta nell’alimentazione? Cosa mangi e cosa non mangi?

Purtroppo non sono attenta nell'alimentazione.. Mangio come se non ci fosse un domani;-) anche se in certi periodi dell'anno devo sempre darmi una calmata!!! Ovviamente mangio tutto e anche di più!


La tua classica giornata? I tuoi passatempi.

Quando ho un po' di tempo libero mi piace uscire, andare al cinema, andare a fare shopping, leggere e scrivere!


Credi nell'amicizia?

Ovviamente si, credo nell'amicizia.


Cosa ti piace e non ti piace del tuo lavoro?

Del mio lavoro mi piace tutto, mi ha permesso di viaggiare e girare il mondo. Non c'è cosa più bella al mondo.




Ultimo libro letto ed il tuo preferito?

Ultimo libro letto:la fattoria degli animali di Orwell Libro preferito: follia

Gusti musicali?

Ascolto un po' tutti i generi.. Sono stata al concerto di Jovanotti poco tempo fa e tra pochi giorni andrò a quello di Fabri fibra.. Diciamo che spazio molto!
Sogni nel cassetto. Mare o montagna. Viaggi fatti o che sogni di fare.

Mi piace sia il mare che la montagna non ho preferenze.. Dipende dai momenti. Vorrei andare alle isole Hawaii a breve

Curiosità su di te.

Convivo con un altro fiorettista (Valerio Aspromonte) che mi ha aiutato molto in questo anno schermistico.


Segui la politica? Che cosa ne pensi del fenomeno immigrazione?

La politica ho smesso di seguirla da tempo, da qualsiasi parte guardi c'è sempre del marcio. 
Riguardo all'immigrazione non sono contraria, ma mi piacerebbe che fosse un po' più controllata. Se la gente che arriva in Italia si impegnasse poi a cercarsi un lavoro vivendo onestamente, non ci sarebbero problemi. Purtroppo la situazione è un po' sfuggita di mano.

Vivi la crisi del lavoro?

Anche noi che siamo nei gruppo sportivi militari sentiamo la crisi. Ci sono alcune trasferte in cui per risparmiare un po' dobbiamo andare a dormire in caserma, anziché in albergo.

Sei religiosa?

Si sono religiosa , ma non pratico molto.

Cos’è per te la famiglia? Parlaci della tua famiglia………………. e del loro supporto nello sport

La mia famiglia è tutto. Non so cos'altro aggiungere. Ovviamente loro ci sono sempre stati e ci saranno sempre. Sono i miei primi tifosi e supporters. In particolare la Mia nipotina Sophie che ha 7 anni e da un anno ha iniziato a praticare la scherma. Speriamo segua le mie orme!


Sensazioni sul Memorial "Marta Russo(dedicato alla studentessa romana uccisa da un colpo di pistola all'università La Sapienza di Roma).

Il Marta russo, come ogni anno era organizzato perfettamente ed ha avuto anche un grande riscontro di pubblico. Personalmente era la prima volta che venivo invitata ed ho subito accettato molto volentieri in quanto la manifestazione cerca di sensibilizzare su una nobile causa quale la donazione degli organi.




Eccovi Carolina in cifre:

Nata e cresciuta professionalmente a Busto Arsizio, nella Pro Patria Scherma, si trasferisce a Frascati dove lavora prima con Stefano Simoncelli e poi, dopo la prematura morte di questi (dal 2013) con Fabio Galli


Nel 2001 e nel 2002 vince l'oro individuale nei campionati italiani "cadetti". Nel 2004 conquista il bronzo individuale nei campionati italiani "assoluti". Nel 2005 vince i campionati italiani "giovani". Partecipa alla Coppa del Mondo giovani dal 2002 al 2005 (quarta nel 2005) e ottiene il settimo posto ai Campionati del Mondo giovani a Linz (2005). Il 22 dicembre 2005 è arruolata nelle Fiamme Gialle. Nel 2007 ottiene il bronzo individuale nel campionato italiani Under-23 e nel 2008 è sempre bronzo ai campionati italiani assoluti e ai campionati europei Under-23 tenutisi a Monza. Nel 2010/11 conquista il primo posto ai mondiali militari di Rio de Janeiro nella gara a squadre e il terzo posto in quella individuale. Nel 2012 vince l'argento a squadre ai campionati italiani assoluti e ottiene un terzo posto nella tappa di Shanghai della Coppa del Mondo a squadre. Nel 2013 è terza sia nell'individuale che nella gara a squadre ai campionati italiani assoluti.
Nel 2013 ottiene due terzi posti nelle tappe di Seul e Marsiglia della Coppa del Mondo
In giugno a Zagabria ai campionati europei conquista l'oro nella gara a squadre insieme ad Elisa Di Francisca, Arianna Errigo e Benedetta Durando. 
È sesta invece nella gara individuale. 
Dulcis in fundo il trionfo a San Pietroburgo.


Roma. San Lorenzo. Basta con le risse e le gare di vomito

Premetto che chi vi scrive non ha mai avuto una propensione per l'area in questione ma è quantomai è necessario segnalare l'accaduto perché si sta toccando il fondo!
San Lorenzo, movida e degrado in via degli Ausoni
I residenti di via degli Ausoni, nel quartiere San Lorenzo, sono arrivati al limite. Basta con "notti rumorose come i bombardamenti del '43" e "saracinesche dei venditori di alcolici che rimangono mezze chiuse e mezze aperte fino all’alba". Il disagio e la rabbia dei cittadini stretti nella morsa di una movida devastante si sono trasformati in striscioni appesi alle finestre delle case, l'ultimo appello per chiedere di cambiare. 
San Lorenzo, movida e degrado in via degli Ausoni
“Tira fuori quello che hai dentro, ma non qui” - ai più disperati, “fate silenzio, lasciateci sognare”. Sì, perché a quanto pare in via degli Ausoni nessuno dorme più. "Va bene un quartiere legato alla vita universitaria, ma in modo diverso - scrivono i cittadini a mezzo stampa - il quartiere delle librerie, delle biblioteche, delle ludoteche, dei piccoli teatri, dei veri centri culturali, di luoghi di scambio di saperi, di corsi linguistici, artistici, di laboratori, così da poter offrire possibilità diverse ai tantissimi studenti che vivono, ma fanno vivere male, san Lorenzo".
San Lorenzo, movida e degrado in via degli Ausoni
"Chiediamo collaborazione -continuano nella nota - anche alle istituzioni locali, al presidente Gerace e al Sindaco Marino, che attraverso i suoi uffici di relazioni col pubblico ringrazia continuamente delle segnalazioni, ma mai s’interessa realmente a questa strada storica, di un quartiere storico, che sembra sempre più essere vittima di uno specifico disegno politico di ghettizzazione".
Ci vuole rispetto, quel rispetto che ormai non sembra più essere una parola "di moda". Roma ormai è la città delle "biciclette", dei matrimoni gay e delle famiglie da sgretolare. 
Vergognarsi non basta è necessario appellarsi a chi crede in una città vivibile e reagire con fermezza!

Potrebbe interessarti:http://nomentano.romatoday.it/san-lorenzo/san-lorenzo-degrado-via-degli-ausoni-striscioni.html
Seguici su Facebook:http://www.facebook.com/pages/RomaToday/41916963809


Potrebbe interessarti:http://nomentano.romatoday.it/san-lorenzo/san-lorenzo-degrado-via-degli-ausoni-striscioni.html
Seguici su Facebook:http://www.facebook.com/pages/RomaToday/41916963809