mercoledì 16 ottobre 2013

Apnee notturne nei bambini: un problema reale

Corteo Roma 19 ottobre 2013: il percorso della manifestazione




Un disturbo mal conosciuto e spesso sottovalutato, ma che può avere conseguenze anche gravi. Ce ne parla il dott. De Vincentiis


“(OSAS - Obstructive sleep apnea syndrome) in età pediatrica”, ovvero le apnee notturne nei bambini: è stato il tema della relazione ufficiale dell’ultimo Congresso Nazionale della SIOP, a cura del suo nuovo Presidente, il dott. Giovanni De Vincentiis, che ci spiega come «per molto tempo si è ritenuto che i disturbi del respiro durante il sonno  (come russamento e apnee notturne), riguardassero solo l’età adulta; questo prima di comprendere che la manifestazione della malattia era profondamente differente nel bambino rispetto all'adulto. Mentre l’adulto che di notte dorme male di giorno è fiacco e sonnolento,  il bambino al contrario manifesta iperattività e agitazione».
Una volta compresa questa piccola ma fondamentale differenza, la medicina ho potuto studiare con attenzione il problema, tutt’altro che marginale se si pensa che circa 1 bambino su 5 russa durante il sonno e almeno il 3% della popolazione pediatrica soffre di apnee notturne.  Solo nell’ultimo anno, i piccoli pazienti affetti da disturbi del respiro nel sonno, assistiti presso l’Unità di otorinolaringoiatria del Bambino Gesù di Palidoro, sono stati più di 600.
«La fase di sonno profondo è estremamente importante per lo sviluppo del bambino – ci spiega De Vincentiis -  e in età scolare e prescolare  lo stress e l’affaticamento causati da questi disturbi comportano  effetti negativi sul rendimento, sulle capacità relazionali e sul comportamento del bambino».
Le diverse forme in cui si presentano questi disturbi (dal russamento semplice al russamento abituale, dalle  apnee all'ipoventilazione)  possono comportare però anche sindromi metaboliche, come obesità e diabete, o avere effetti negativi sul cuore e sul sistema vascolare, predisponendo giovani e giovanissimi ad aterosclerosi.
«Se multifattoriale è la genesi del problema – continua De Vincentiis - multidisciplinare deve essere la terapia, con il concorso di più specialità, mediche e chirurgiche: dall'otorinolaringoiatria all'ortodonzia, dalla chirurgia maxillo-facciale alla broncopneumologia, senza dimenticare la radiologia, la pediatria, la logopedia».

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