lunedì 14 ottobre 2013

Anna Maria Franzoni esce dal carcere, lavora in una cooperativa di baby sitter

Non confermiamo né smentiamo nulla". Vogliono mantenere il massimo riserbo i legali e la famiglia di Anna Maria Franzoni, interpellatati sulle voci secondo le quali la donna condannata a 16 anni di reclusione per la morte del figlio Samuele, sarebbe stata ammessa al lavoro esterno al carcere. Non sono indiscrezioni: da una settimana la Franzoni ha preso servizio presso la cooperativa sociale "Siamo Qua" nella parrocchia di Sant'Antonio da Padova in via Dozza, a Bologna.
Dal 2003 l'associazione si occupa tra le altre cose dell'inserimento di giovani immigrate nel ruolo di educatrici e baby sitter. Dal qualche anno è nata anche una sartoria che produce oggetti per la  casa, abbigliamento ed  accessori per donna con l’etichetta "Gomito a Gomito" (indirizzo del carcere dove sta scontando la pena la Franzoni). E' nel laboratorio di tessili che, la mamma ritenuta colpevole di aver massacrato il suo piccolo di tre anni, lavora. Non si prende cura dei bambini, sia chiaro. Otto ore, poi Anna Maria è obbligata a tornare in cella secondo quanto stabilisce l'articolo 21 dell'ordinamento penitenziario. Gli assistenti sociali che la vedono tutti i giorni raccontano: "Sembra una donna felice, è rinata".
Torna libera dopo 8 anni di carcere, metà della pena. Solo una volta nel 2010, per assistere al funerale del suocero, le era stato concesso di uscire.  La donna ha sempre negato di aver ucciso il piccolo Samuele la mattina del 30 gennaio 2002, quando lei stessa chiamò i soccorsi dalla sua villetta di Cogne, dove viveva con il marito e i due figli. Il bambino aveva la testa sfondata forse da un'arma di rame di cui non si sono mai trovate tracce.
I sospetti ricaddero sulla madre, unica imputata in un processo che divenne subito mediatico. Anna Maria Franzoni si difese in televisione, partecipò e fece la fortuna di talk show come il Maurizio Costanzo show e Porta a Porta. Resta nella storia della tv, l'intervista di Bruno Vespa alla donna che diede il via al filone della cronaca trash. Il plastico della villetta di Cogne usato dal giornalista segnò un'epoca.
Tornando al presente, ad Anna Maria Franzoni potrebbe essere concesso di tornare a casa. Proprio nei prossimi mesi infatti il tribunale di sorveglianza di Bologna dovrà decidere se accogliere la richiesta di detenzione domiciliare per assistere uno dei figli.

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