sabato 3 marzo 2012

Agenzia spaziale internazionale: volto italiano

Grande come un campo di calcio ma è un terreno di gioco sul quale invece dei giocatori ci sono astronauti che vedono un’alba ogni 90 minuti. È la Stazione spaziale internazionale (Iss): che a circa 400 chilometri sorvola la Terra impiegando i due tempi di una partita di calcio per fare il periplo del nostro pianeta. È un incredibile laboratorio, principale avamposto umano nello spazio anche e soprattutto grazie al contributo dell’Italia. La Stazione spaziale internazionale ha una forte impronta italiana grazie alla realizzazione di metà della parte abitativa della stazione. La tecnologia e l’esperienza italiana, grazie all’Asi — che collabora attivamente con l’Esa e con la Nasa, costituiscono l’asse portante della Stazione spaziale internazionale e Torino, con le camere pulite di Thales Alenia Space, è la capitale italiana della struttura orbitante. Più del 40 per cento del volume abitabile della Stazione è stato costruito proprio qui. L’Italia ha fornito e coordinato la realizzazione dei moduli pressurizzati spaziali, sia quelli destinati alla permanenza degli astronauti sia quelli utilizzati per trasportare materiali e attrezzature verso la stazione. La struttura è un luogo di grande collaborazione internazionale, un enorme laboratorio orbitante dove collaborano grandi nazioni: Usa, Canada, Russia, Giappone e l’Europa intera con l’Esa. Sulla stazione è possibile effettuare esperimenti scientifici, soprattutto medici, in microgravità difficili da realizzare sulla Terra. La realizzazione della Iss ha spinto la ricerca e la realizzazione di importanti tecnologie che hanno ricadute nella vita di tutti i giorni, come nuovi materiali, apparati altamente innovativi e sperimentazioni mediche. «La decisione della Nasa di trasformare il modulo Leonardo in un elemento permanente della Stazione spaziale internazionale è una ulteriore conferma — ha ricordato Enrico Saggese, presidente dell’Agenzia spaziale italiana — delle capacità tecnologiche raggiunte dall’Italia nel settore dei sistemi spaziali abitati. Con l’aggancio di Leonardo, l’Italia sarà l’unico Paese europeo ad avere un proprio modulo sulla Stazione spaziale internazionale. Con molta soddisfazione e legittimo orgoglio sottolineo che la presenza italiana si è rafforzata ancor di più sulla Stazione». Anche il programma Atv, il sistema di trasporto europeo per il rifornimento della Iss, vede il coinvolgimento dell’Italia. Dei cinque oggi previsti in produzione, il terzo ha un elemento italiano aggiuntivo. Nelle prossime settimane dalla Guyana Francese sarà lanciato Atv-3 che porta il nome dello scienziato italiano e pioniere dello spazio Edoardo Amaldi. Il capolavoro dell’ingegneria spaziale italiana è rappresentato dalla “cupola”, elemento europeo realizzato completamente in Italia e finanziato dall’Esa, nell’ambito di un accordo di scambio con la Nasa. La cupola è una “veranda” che, con postazioni di comando e controllo e altre attrezzature, fornisce all’equipaggio della Iss un punto di vista panoramico per guidare le operazioni esterne alla Stazione spaziale e per l’osservazione della Terra. È un vero gioiello dell’ingegneria italiana che ricorda il genio di Michelangelo. La cupola è attaccata al Nodo-3 altro elemento di fabbricazione italiana. I Nodi sono elementi di collegamento che connettono i diversi moduli abitativi. La Iss ne ha tre, due quali sono di produzione torinese: il Nodo-2 e il Nodo-3. I nodi italiani sono elementi molto sofisticati, dei veri e propri corridoi tecnologici che collegano le diverse parti della stazione. Rispetto allo statunitense Nodo-1 le componenti italiane sono molto sofisticate, vere e proprie centraline di distribuzione di energia, controllo ambientale, diffusione audio video e porti di attracco per la Iss. La straordinarietà della presenza italiana sulla Iss riguarda anche un altro aspetto. Lo scorso maggio l’astronauta italiano Roberto Vittori ha raggiunto Paolo Nespoli, l’altro italiano a bordo della stazione per una missione di lunga durata: due astronauti italiani per la prima volta insieme sulla Iss. Non era mai successo prima. Il 2011 è stato perciò un anno che si candida decisamente a entrare nella storia spaziale italiana suggellata anche dal primo collegamento audio e video di Papa Benedetto XVI con la Stazione spaziale internazionale. Per ben venti minuti, il Pontefice ha dialogato con tutto l’equipaggio della Iss, rivolgendosi in particolare ai due astronauti Esa, gli italiani Vittori e Nespoli. Anche il Presidente della Repubblica Italiana, Giorgio Napolitano, si è collegato dal Quirinale con i due astronauti per celebrare simbolicamente con loro il “compleanno” del nostro Paese. Un nuovo appuntamento con un astronauta italiano è fissato per il 2013. il lancio Soyuz, Expedition Crew 36/37 avrà infatti a bordo il capitano dell’Aeronautica Militare Luca Parmitano. È stato selezionato dall’Esa nel 2009 insieme ad altri cinque europei, tra cui anche l’ufficiale pilota dell’Aeronautica Militare, l’italiana Samantha Cristoforetti.

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