martedì 27 marzo 2012

La pena di morte nel mondo

Nel giorno in cui Amnesty International pubblica i dati 2011 sulla pena capitale, eccovi un approfondimento su luoghi e modi in cui questa barbarie viene eseguita!
Europa: è stata abolita da quasi tutti i paesi. E' conservata in Bielorussia e Russia Medio Oriente: sono abolizionisti per costituzione o di fatto: Azerbaigian, Cipro, Georgia, Israele, Turchia, Turkmenistan. Estremo Oriente: abolizionisti per costituzione o di fatto: Australia, Nuova Zelanda, Nepal, Cambogia, Buhtan, Sri Lanka. Africa: sono abolizionisti per costituzione o di fatto: Capo Verde, Guinea Bissau, Costa d'Avorio, Gambia, Gibuti, Mali, Niger, Rep.Centro Africana, Senegal, Togo. Australia: totalmente abolita. Canada: totalmente abolita. Stati Uniti: gli stati che prevedono la PDM, sia su decreto della corte statale che federale, sono: Alabama, Arizona, Arkansas, California, Colorado, Connecticut, Delaware, Florida, Georgia, Idaho, Illinois (sospesa per evidenti ingiustizie), Indiana, Kansas, Kentucky, Louisiana, Maryland, Mississipi, Missouri, Montana, Nebraska, Nevada, New Hampshire, New Jersey, New Mexico, New York, North Carolina, Ohaio, Oklahoma, Oregon, Pennsylvania, South Carolina, South Dakota, Tennessee, Texas, Utha, Virginia, Wyoming, Federazione USA (Distinzione fra esecuzione federale e statale). Esecuzioni dal 1976 (data di reintroduzione della PDM al 1 ottobre 2000): 690 (neri-247, bianchi-381, pellerossa-1, latinoamericani-48, asiatici-13; donne-6, maschi-684, minori-17, stranieri-15. Detenuti nel braccio della morte al 1 ottobre 2000: 3.703 di cui 436 nel solo Texas. (Fonti: Nessuno Tocchi Caino; Amnesty International; COALIT) Centro e Sud America: abolizionisti: Bolivia, Cile, Colombia, Costa Rica, Ecuador, Haiti, Honduras, Nicaragua, Panama, Paraguay, Perù, Rep. Dominicana, Uruguay, Venezuela. L'80% delle esecuzioni nel mondo avviene in un numero ristretto di paesi: USA, Cina, Arabia Saudita, Iran e Iraq.
STATI UNITI Poniamo l'attenzione per primo e in particolare sugli Stati Uniti in quanto nel 2000 risulta che il 25% della popolazione carceraria mondiale è detenuta in questo paese (che conta il 5% della popolazione mondiale). Sono in prigione 2.000.000 di persone di cui il 60% detenuti per crimini non violenti connessi alla droga. Il 70% dei detenuti è analfabeta. 200.000 hanno una malattia mentale. Tra il 60 e l'80% sono dipendenti da alcool o droghe. I programmi di riabilitazione e disintossicazione sono stati ridotti e coprono solo il 10% degli aventi bisogno. Il 50% dei detenuti è Afro-Americano. In Texas, durante il governo Bush, i detenuti sono passati da 41.000 a 150.000. (Fonte: Amnesty International; The Atlantic Monthly di Boston, articolo di Eric Schlosser del Dicembre 1998) Tale aumento è imputabile alla totale assenza di programmi di riabilitazione dei detenuti e agli interessi economici che sono alle spalle della "industria" carceraria. Il costo per la costruzione di prigioni ammonta a 7 miliardi di dollari l'anno negli ultimi dieci anni e il costo annuale dei detenuti incarcerati è superiore ai 35 miliardi di dollari l'anno. Sono impiegate più di 530.000 persone (la maggior fonte di impiego dopo la General Motors). Ma nonostante l'industria carceraria sia un affare così lucroso la maggior parte delle strutture è piena oltre le proprie capacità e i detenuti vivono in condizioni disumane. Almeno 18 imprese private hanno in appalto la gestione delle carceri, addebitando ai clienti (conteee, stati) un costo che oscilla tra i 25 e 60 dollari al giorno per detenuto. La contea che riconosce lo status legale al carcere privato ne incassa un compenso che può arrivare a 1 dollaro e1/2 al giorno per detenuto. Lo stato del Texas spende, per ogni caso capitale che termina con l'esecuzione, 2,3 milioni di dollari, la Florida 3,2 e la California 6 milioni; per contro una condanna a 40 anni di carcere costa 600.000 dollari. Tali soldi potrebbero essere meglio impiegati per la prevenzione e per affrontare in maniera seria il problema della criminalità. L'industria delle prigioni coinvolge e arricchisce alcune delle maggiori imprese del paese: edilizia, idraulica, finanziaria, ristorazione, medico-sanitaria, telefonica ecc. Oltre agli interessi economici bisogna tenere presente gli interessi politici: infatti sceriffi, giudici, procuratori, governatori, e lo stesso presidente USA, sono eletti dal popolo, va da sé che chi si dimostra più efficiente nel combattere il crimine ha più possibilità di essere rieletto. Di fatto dal 1991 il tasso di criminalità è sceso del 20% mentre il numero delle persone imprigionate è salito del 50%; la percentuale di persone condannate per crimini violenti dal 1985 al '95 è diminuita del 60%. In questo quadro di cifre contrastanti si inserisce la pena di morte. Negli Stati Uniti la pena di morte è comminata per reati gravi e violenti e viene decisa dopo processi regolarmente tenuti. Il problema è che la maggioranza dei detenuti non ha altra alternativa che affidarsi all'avvocato d'ufficio, spesso un giovane praticante privo dell'esperienza necessaria per assicurare al proprio cliente le migliori condizioni per la sua difesa, perché i costi legali sono elevatissimi, vedi per es: il costo per l'ingaggio di un detective che procuri le prove in discolpa, per cui viene consigliato all'imputato di confessare i crimini, anche se non commessi, per poter accedere al patteggiamento e quindi alla riduzione della pena. Ci sono stati anche episodi in cui l'avvocato si è addormentato in aula durante l'udienza, oppure ha venduto i diritti della propria cliente ai media aumentando così il suo guadagno nel caso essa fosse stata condannata, oppure episodi di avvocati inquisiti per frodi o malversazione, e altre varie amenità di questo genere. Sono numerosi i casi dimostrati da inchieste condotte da Amnesty International (e già solo da quelli in cui si sia potuto accedere alla documentazione risultavano almeno 23 innocenti giustiziati tra il 1976 e l'84) in cui si è scoperto, dopo l'esecuzione, che la persona messa a morte era totalmente innocente - o altri casi di persone rilasciate e scagionate a pochi giorni dall'esecuzione dopo aver passato in carcere anche 20 anni (è accaduto recentemente a due detenuti, uno dei quali è morto di malattia un mese prima della scarcerazione). Quindi la fallibilità dei giudici non è una mera supposizione. Oltretutto i veri colpevoli continuano a girare indisturbati. Negli Stati Uniti vengono giustiziati anche coloro che erano minorenni al momento del crimine. L'uso della pena di morte per i minorenni è vietato da numerosi trattati internazionali: Convenzione internazionale sui diritti civili e politici, Convenzione Americana sui diritti umani, Convenzione di Ginevra del 1949, più due protocolli aggiuntivi del 1977, Salvaguardia per la protezione dei diritti di coloro che rischiano la pena di morte. Al 1 Ottobre 2000 nel braccio della morte aspettavano l'esecuzione 74 minori. In tal modo, nonostante i trattati internazionali, vengono giustiziati anche i malati mentali, persone cioè, non in grado di comprendere pienamente la conseguenza delle proprie azioni. I detenuti in attesa dell'esecuzione vivono anni, a volte decenni, in appositi carceri o nel "braccio della morte", in isolamento, spesso sottoposti a torture e vessazioni da parte dei secondini: dalla sedia di costrizione allo spray al pepe, al bastone elettrificato; dalle continue perquisizioni delle celle alla negazione delle ore d'aria, delle visite e delle telefonate. Le cure mediche sono insufficienti così come, spesso, il vitto.
METODI DI ESECUZIONE: SEDIA ELETTRICA - Il condannato viene assicurato con delle cinghie ad una sedia appositamente costruita. La testa e il corpo sono stati rasati perché gli elettrodi di rame inumiditi, che il boia applica, facciano un contatto migliore. Quando l'interruttore viene inserito il condannato, nonostante sia trattenuto dalle cinghie, balza in avanti e spesso è colpito da emoraggie interne, vomito, perdita d'urine e feci. Testimoni hanno affermato di aver sentito odore di carne bruciata. La potenza della scarica varia da stato a stato, dipende anche dal peso corporeo del condannato. La prima scarica è seguita da altre di voltaggio più basso. In Georgia applicano 2000 volts per i primi 4 secondi, 1000 per i successivi 7 secondi seguiti da 208 volts per gli ultimi due minuti. Nonostante la potenza della scarica il condannato muore solo dopo molti dolorosissimi minuti; in alcuni casi non si è verificato il decesso e l'esecuzione è stata rimandata a dopo la guarigione delle terribili ustioni che il primo tentativo aveva procurato. Abitualmente tre o più boia pigiano l'interruttore, ma solo uno è realmente connesso alla rete elettrica. Undici stati forniscono i materiali per questo tipo d'esecuzione. INIEZIONE LETALE - Fu adottata per la prima volta nel 1988. Per questo tipo di esecuzione vengono impiegate delle speciali camere con un lettino al quale il detenuto viene legato e chiuso all'interno dopo l'applicazione in vena di un cannello; dall'esterno il boia aziona un meccanismo che dà avvio alle somministrazioni. Un cocktail mortale stilla dall'endovenosa fin dentro al braccio del condannato. Il Texas e molti altri stati usano una combinazione di tre sostanze: la prima, Sodio Pentotal (o Tiopental), un barbiturico, rende il detenuto privo di conoscienza. La successiva, Pavlon (o Pancuronio Bromide), un rilassante muscolare, paralizza il diaframma e i polmoni. La terza, Cloruro di Potassio, causa l'arresto cardiaco. Molti affermano che l'iniezione letale sia la forma più "umana" di esecuzione. Ma i medici dicono che somministrala può essere difficile quando il detenuto ha le vene danneggiate. Questo a volte capita nel caso dei tossicodipendenti, molto frequenti sia nel braccio della morte che altrove nelle carceri. Capita così che il boia non riesca a infilare l'ago, e allora pratichi un'incisione al collo o alla gamba. Altre volte le tre sostanze, ispessendosi nelle vene, le ostruiscono provocando dolore e vanificando in parte l'effetto del barbiturico per cui il condannato non è totalmente incosciente. Dalle finestre il pubblico, spesso composto dai parenti delle vittime e da testimoni che chiedono volontariamente di partecipare, assistono al decesso. Tale tipo di camere sono commercializzate dall'industria che le produce e sono vendute anche a paesi stranieri che prevedono la pena di morte. Il govermo federale, l'esercito e 32 stati usano questo mezzo d'esecuzione. CAMERA A GAS - Il condannato viene sigillato, assicurato con cinghie a una sedia, in una apposita camera stagna. Uno stetoscopio fissato al torace viene collegato a delle cuffie in maniera che un medico possa controllare il progredire dell'esecuzione. Quindi alcune gocce di Cianuro di Potassio, o Cianuro di Sodio, vengono fatte cadere in un contenitore pieno di Acido Cloridrico. Questo libera Gas Cianuro che, inibendo l'azione dell'emoglobina che trasporta l'ossigeno dal sangue alle cellule, provoca asfissia. Il detenuto perde conoscienza e muore dopo molti lunghi minuti. Ma se istintivamente trattiene il fiato, o cerca di respirare più lentamente, può essere colpito da violente convulsioni. Successivamente una squadra addetta alla pulizia indossa maschere antigas, apre la camera e decontamina il corpo con una soluzione sbiancante. Sette stati forniscono materiali per questo tipo d'esecuzione. IMPICCAGIONE - Il boia infila un cappio con nodo scorsoio intorno al collo del condannato. Una botola si apre sotto i suoi piedi e lui precipita sotto. Il cappio spezza la terza e quarta vertebra cervicale e procura asfissia. Per evitare la decapitazione accidentale il boia regola la lunghezza della corda in base al peso del condannato. Washington e Delaware, dove l'ultima impiccagione è avvenuta nel 1996, autorizzano questo metodo d'esecuzione, e il New Hampshire lo permetterà se l'iniezione letale verrà bandita. FUCILAZIONE - Viene eseguita da un plotone di 5 uomini, una delle 5 armi è caricata a salve in modo da non avere mai la certezza di quale colpo ha ucciso il condannato. L'ultima fucilazione è avvenuta nello Utha nel 1996 ma è ancora prevista come metodo di esecuzione in Idaho e Utah. Verrà autorizzata anche in Oklahoma se la camera a gas verrà dichiarata incostituzionale. Sul certificato di morte stilato dal medico dopo l'esecuzione, la causa indicata è "homicide", omicidio e i familiari del condannato non possono nemmeno seppelire il corpo in un cimitero normale ma solo nel cimitero del carcere.
RUSSIA Tra il 1962 e il 1990 sono state eseguite 21.000 condanne capitali molte delle quali per reati economici e politici non violenti. CINA Sono 68 i reati che prevedono la condanna a morte, tra questi: traffico di droga, bigamia, pubblicazione di materiale pornografico, frode fiscale e svariati tipi di furto come per es: di cavi elettrici, di bestiame, di attrezzi agricoli. Le cifre delle esecuzioni in Cina non sono disponibili ma ammontano a migliaia l'anno. Dopo la condanna l'imputato ha da 3 a 10 giorni per ricorrere in appello. Non vi è garanzia che gli venga riconosciuto il diritto alla propria difesa legale. Dalla condanna all'esecuzione molti prigionieri restano ammanettati e con i ferri alle caviglie. Anche per alcuni reati politici è prevista la pena capitale. Inoltre è ormai noto il lucrosissimo traffico d'organi espiantati, a volte, da condannati ancora agonizzanti e senza il consenso della famiglia. Ambulanze attrezzate come sale operatorie seguono il furgone che trasporta il condannato fino al luogo dell'esecuzione. Velocemente e in maniera efficientissima viene prelevato ogni possibile organo e il resto del cadavere viene cremato. Pare anche che alcune esecuzioni avvengano per esigenze "cliniche". La danarosa clientela arriva dagli USA, Giappone ed Europa, e pare anche dall'Italia. GIAPPONE Il condannato, e nemmeno i suoi legali o la famiglia, conosce la data dell'esecuzione che avviene per impiccagione. Coloro che resistono fisicamente, ma con il cervello già andato, passano anche decenni prima che questa avvenga senza preavviso, in speciali celle dove la luce è accesa giorno e notte, sorvegliati da telecamere e dove devono sedere sempre al centro della cella in sole tre possibili posizioni. Non possono camminare né appoggiarsi al muro. Chi non rispetta le regole viene punito. Non sono ammesse visite, neanche del consigliere spirituale. Non possono avere contatti con i propri familiari. Numerosi gli "errori" giudiziari; c'è stato un caso in cui è stata condannata a morte una persona innocente solo perché ammettere un errore avrebbe fatto fare brutta figura ai poliziotti e ai giudici. ISLAM La legge Islamica prevede la pena di morte oltre che per crimini violenti, per reati di Hadd ossia "reati contro la volontà divina" che possono comprendere tra gli altri, apostasia, tradimento e alcuni reati sessuali. La pena può essere eseguita anche con decapitazione o lapidamento. Agli imputati può essere negato il diritto ad un legale e spesso le prove a loro carico sono confessioni estorte sotto tortura. Sono numerosi i casi di minori condannati a morte (anche un tredicenne, in Yemen, impiccato per furto e omicidio). In alcuni paesi è prevista la pena capitale anche per reati politici.
DETERRENTE Condannare a morte dissuaderebbe dal commettere reati? La maggior parte dei crimini violenti avviengono in momenti di particolare rabbia, per panico o sotto l'influenza di droghe o alcool. In nessuno di questi casi si può pensare che il timore della pena di morte possa agire come deterrente. Se la pena di morte fosse un deterrente si dovrebbe registrare nei paesi mantenitori una diminuzione dei reati punibili con la morte e un tasso di criminalità inferiore o in calo. Un'analisi delle percentuali di omicidi in paesi abolitori e mantenitori della PDM hanno dimostrato che i paesi mantenitori hanno invece una percentuale maggiore. Confrontando i dati dei 5 paesi abolizionisti e 5 mantenitori con il maggior numero di omicidi risulta che il tasso più alto nei paesi abolitori è del 11,6 per centomila persone mentre è del 41,6 nei paesi mantenitori. In Canada il tasso di omicidi scese dal 3,06 per 100.000 persone nel 1975, anno precedente l'abolizione, al 2,41 nel 1980 e da allora è rimasto relativamente stabile. Uno studio ha dimostrato quello che viene chiamato l'effetto brutalizzante della pena di morte: quando lo stato esegue condanne capitali più frequentemente anche la percentuale dei crimini aumenta, mentre diminuisce con il diminuire delle esecuzioni. Ci viene da pensare che la (presunta) legalità dell'omicidio autorizzi i cittadini a usare lo stesso metodo per risolvere le proprie controversie. Stesso discorso per la pena di morte come deterrente per il traffico di droga: anzi, il pericolo di tale condanna spinge i trafficanti ad essere ancora più aggressivi mettendo così in pericolo la vita dei tutori dell'ordine, assicurando alle mani della giustizia solo i trafficanti minori o i tossicodipendenti mentre coloro che gestiscono il traffico restano impuniti.

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