lunedì 5 marzo 2012

Turismo: i peggiori sono gli americani

Viaggiare piace a tutti i popoli ma non tutti "vanno in trasferta" nello stesso modo, non tutti sanno comportarsi come dovrebbero quando sono fuori patria e spesso si conmportano in modo non consono ed irrispettoso. Il top del turista "scorretto" sembra essere l’americano in vacanza. Eterno berrettino e sorriso perennemente stampato in faccia, molti di loro spesso sono sprovvisti di passaporto, hanno una sorta di calamita verso qualsiasi tipo di guaio: perdono puntualmente il bagaglio e la coincidenza, non hanno i documenti in regola, rimangono senza contanti, collezionano fregature e, last but not least, non trovano il bagno in tempo. Questo è il ritratto che emerge da un sondaggio promosso da uno dei maggiori player mondiali nel settore dei coupon online (o social buying), LivingSocial (simile a Groupon), che ha commissionato alla società di ricerche del settore Mandala Research l’analisi sui comportamenti e la percezione dei viaggiatori di una parte del mondo, individuando alcuni stereotipi interessanti. Il sondaggio ha coinvolto 5.600 volontari, quattromila dei quali americani, e altre 1600 persone distribuite tra Australia, Canada, Irlanda, Gran Bretagna. Agli intervistati è stato chiesto di rispondere ad alcune domande riguardanti la condotta dei turisti appartenenti a 16 nazioni differenti e ne è emerso un ritratto fedele e umoristico di quello che i viaggiatori pensano dei viaggiatori. La prima certezza è che gli americani vengono percepiti come i turisti più catastrofici da sé stessi, dai canadesi e dagli australiani. Gli irlandesi invece considerano peggiori gli inglesi nell’arte del viaggiare e questi ultimi attribuiscono la palma dei worst tourists ai tedeschi. Il dato più vistoso riguarda comunque l’opinione che la popolazione americana ha di sé stessa, decisamente negativa in termini di saper viaggiare. Il viaggiatore statunitense viene anche molto criticato per l’insufficiente adattabilità. Seguono nella classifica dei peggiori i turisti cinesi, francesi, giapponesi (molto penalizzati dall’ossessione per le foto) e russi. Gli italiani sono al dodicesimo posto e vengono spesso derisi per la loro attenzione eccessiva al brand e al look: «Non è difficile vedere una donna italiana arrampicarsi per i pendii che portano al Machu Picchu in tacchi vertiginosi e borsetta di Gucci». Ma il sondaggio fotografa altre caratteristiche del turista medio: per esempio quattro americani su dieci hanno rubato qualcosa in hotel, nascondendo nella valigia furtivamente un po’ di tutto. Dalle ciabatte agli asciugamani (molto ricorrenti), dalla Bibbia all’ombrello per finire persino con l’ingombrante cuscino. Altro elemento di riflessione è l’esterofilia americana, del tutto inaspettata: pare infatti che non sia per nulla vero che gli americani viaggiano solo a casa propria. Il 78% dei turisti a stelle e strisce ha visitato almeno una città straniera e il 61% di loro ha optato per varie destinazioni straniere nei propri viaggi. Va detto ancora che sono sempre gli americani quelli più avari nei giorni di vacanza, con una media di 16 giorni a viaggio contro i 27 degli australiani. Le mete più ambite del turismo sono infine considerate la grande barriera corallina in Australia, la Tour Eiffel, le piramidi egiziane e il Colosseo. Vale per tutti infine il trend della staycation (spendere le ferie a casa propria, in totale relax), che nel 2011 ha riguardato il 65% degli intervistati.

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