mercoledì 9 maggio 2012

Il Vaticano visto al cinema...


Film sul Vaticano. E questa volta senza complotti, segreti e codici da Vinci


Positiva recensione apparsa sull’Osservatore Romano del film “100 metri in Paradiso” di Raffaele Verzillo. «Qui non si intravedono altre mire che quella di divertire».
«Per avere successo bisogna parlare male del Vaticano». L’adagio con cui inizia l’articolo di Gaetano Vallini, sulle colonne dell’Osservatore romano in edicola da poche ore, è ormai opinione condivisa. Lo sa bene Ron Howard, regista che ha trasposto i best-seller di Dan Brown in versione cinematografica. Così, Il codice Da Vinci e Angeli e Demoni hanno sbancato il botteghino con la solita tiritera di complotti, segreti, sotterranee minacce contro la libertà di pensiero e credo. Ma venerdì esce nelle sale 100 metri in Paradiso. Una commedia, scrive l’Osservatore, «così ingenuamente inverosimile da potersi permettere di inventare senza apparire irritante o irriverente», dove una selezione vaticana partecipa alle Olimpiadi di Londra.
Il film ha le carte giuste per piacere al pubblico. «Qui non si intravedono altre mire che quella di divertire, mantenendosi dunque ben lontani da aspirazioni artistiche», scrive Emilio Ranzato sempre sull’Osservatore. La macchina da presa poggia sapientemente sulle mani di Raffaele Verzillo – regista diUn medico in famiglia – che sa far ridere e smorzare il pesante clima curiale che minaccia l’atmosfera della pellicola. «I personaggi dei religiosi – continua Ranzato – non fanno mai sentire il peso o la severità dell’abito talare, ma allo stesso tempo elementi apparentemente irriverenti, che altrove avrebbero fatto scivolare facilmente alcune gag nel cattivo gusto, qui si inseriscono in maniera nient’affatto fuori luogo, grazie a una mano sempre molto leggera e sensibile».
Così, tra scene di scout talenting tra preti e suore – dove «è particolarmente azzeccato l’omaggio a The Blues Brothers di John Landis», scrive Ranzato – e allenamenti massacranti all’ombra del cupolone, c’è spazio per esempi «di solidarietà concreta» dice Vallini. Come quello di «padre Rocco, parroco di strada come si definisce egli stesso, che prima di diventare sacerdote era campione di scherma e che oggi apre la sua chiesa anche di notte ai ragazzi del quartiere di Napoli in cui opera». Insomma, sorrisi e buoni sentimenti. Una ricetta che, in Italia, funziona sempre. Coperte le Olimpiadi, ci si aspetta un sequel sui mondiali del 2014. Magari con finale Italia – Vaticano.

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