Secondo uno studio del dottor Andreas Wismeijer, psicologo dell’università di Tilburg, frustini, manette e bende sono una mano santa per sconfiggere ansie e nevrosi, facendo sesso “estremo”.
Dopo aver sottoposto gli appassionati del genere a un questionario psicologico, l’esperto ha scoperto qualcosa di parecchio interessante: chi pratica il bondage (ovvero quelle pratiche sessuali estreme, basate su costrizioni fisiche realizzate con legature, corsetti, cappucci e bavagli) soffre di minori complessi rispetto agli altri che proprio non lo accettano.
I 1336 partecipanti interpellati – 902 appassionati di ‘Bdsm’ e 434 ‘normali’ – non sapevano di rispondere a domande sul tema e questo ha permesso ai ricercatori di ottenere risposte sincere che hanno dimostrato come gli amanti ‘focosi’ fossero meno paranoici, per nulla preoccupati dal giudizio degli altri e molto più sicuri nelle loro relazioni. E questo riguarderebbe non solo i ‘dominatori’ ma anche le ‘vittime’, a cui piace essere sottomesse, ma solo a letto.
Insomma, se per qualcuno è una forma di perversione, per altri il suono di una catena o una frustatina sulla schiena rappresentano un altissimo nutrimento psicologico, tanto da essere più estroversi e meno paranoici.
De gustibus.
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