Secondo partner commerciale dopo la Germania, primo investitore straniero, un capitale di oltre 35 mila aziende operanti sul territorio. Il tessuto imprenditoriale italiano in Romania gode di ottima salute, ma le cose potrebbero andare ancora meglio. Anzi, ''il nostro auspicio e' quello che l'Italia torni ai livelli del 2007, quando era il nostro primo partner commerciale''. A parlare con ANSA Nuova Europa e' il ministro con delega alle Pmi e al Turismo rumeno, Maria Grapini, che a margine di una conferenza internazionale sul potenziale turistico della Romania in corso in questi giorni a Bucarest, fa il punto sui rapporti economici bilaterali tra Italia e Romania.
A oggi, ricorda, ''le aziende italiane presenti in Romania sono 35.526''. Tra queste, ci sono i gioielli di famiglia come Finmeccanica e Ansaldo Nucleare, Pirelli, ma anche diverse banche, assicurazioni, nonche' aziende operanti nei settori tessile, agroalimentare, energetico e delle infrastrutture.
''Complessivamente - fa sapere all'ANSA Grapini - il business italiano rappresenta il 10% del nostro Pil''. Solo lo scorso anno, poi, ''l'interscambio tra i nostri due Paesi ha raggiunto gli 11,5 miliardi di euro''. A partire dal prossimo anno, prosegue la responsabile delle Pmi e del Turismo, la nuova frontiera per gli investitori italiani potrebbe essere ''l'agricoltura biologica. Dal 2014, infatti, anche gli investitori stranieri avranno la possibilita' di acquistare terreni in vendita''. A capo di un dicastero competente anche in materia di turismo, Grapini auspica che il comparto possa essere volano economico per lo sviluppo del Paese. A oggi, infatti, con 1,7 milioni di visitatori (dato che ingloba al contempo gli arrivi business e quelli per motivi turistici), il settore rappresenta solo il 2% del Pil rumeno. ''Il mio obiettivo - dice - e' che al termine del mio mandato si possa riuscire a raggiungere il 5%''.
Per farlo, il governo di Bucarest ha tracciato le linee d'azione attorno alle quali sviluppare il comparto turistico, puntando su sei distinte strategie. ''Turismo culturale, naturalistico, religioso, balneare, enogastronomico e soprattutto della salute''. Una strada che e' tutta da costruire. E dove il mercato italiano puo' fare la sua parte. (ANSA).
Nessun commento:
Posta un commento