Incontri sulle vocazioni. I perchè delle suore carmelitane
Incontri sulle vocazioni. Vi riporto alcune domande sulla vita religiosa a una monaca del Carmelo "Janua Coeli" di Cerreto di Sorano (Grosseto).
- In cosa consiste la spiritualità Carmelitana?
- La spiritualità Carmelitana ruota attorno alla presenza di Gesù e l'efficacia della sua parola. Noi ne siamo semplicemente raggiunte, basta lasciarsi afferrare... diventa vita solo ciò che afferra il cuore, si radica in esso, nel centro della "vera vita". Non si costruisce nulla di solido, di stabile e di vivo, non si vive il vangelo veramente e non si costruisce la propria storia senza favorire in se stesse e in tutti i modi la preferenza del cuore per Gesù, quella che ci chiede con insistenza la nostra Regola, quella che fa mettere la presenza di Cristo prima di tutto, che fa stare decisamente in Lui e permette alla sua Parola di Dimorare abbondantemente sulle nostre labbra e nei nostri cuori."Vivere in ossequio di Gesù Cristo e servirlo fedelmente con cuore puro e retta coscienza" queste parole di sant'Alberto, autore della nostra Regola, sono di ispirazione paolina e rappresentano una sorta di matrice in cui sono accennati gli elementi cardine del carisma carmelitano. Sant'Alberto, patriarca di Gerusalemme ha dato forma scritta al progetto di vita già scelto nella prassi dai primi eremiti che si trovavano presso il monte Carmelo. Noi carmelitane, figlie di quei santi padri, viviamo "l'ossequio a Gesù Cristo" nella dimensione contemplativa e nell'impegno della ricerca del volto del Dio Vivente, in una fraternità orante, nella preghiera di intercessione per ogni fratello e sorella. Ed è proprio nella preghiera che si attualizza questo camminare accanto alle speranze, le gioie, i dolori, le angosce e i turbamenti di ogni fratello e sorella, in sincera e intensa amicizia, alimentata da uno sguardo sapienziale sulla vita e gli eventi che nasce da un rapporto quotidiano di intimità con la Parola di Dio, dalla condivisione di una passione capace di ravvivare il fuoco dell'amore, quella per ogni volto che il Signore ci ha posto accanto e a cui ci consente di essere prossimi.
- Per i mondani è assurdo rinchiudersi in un monastero di clausura. Potete spiegare qual'è la missione delle suore di vita contemplativa?
- C’è una frase del poeta Holderlin che risponde bene al nostro sentire di oggi: “Ciò che tu cerchi è vicino e ti viene incontro”. A volte noi cerchiamo risposte laddove non le troveremo mai e tutti ripiegati su noi stessi non ci accorgiamo che proprio il fratello che ci sta accanto è la risposta che stavamo cercando, solamente per il fatto che è presente. La vita al Carmelo è una testimonianza per il mondo dell’essere “presenza”. L’uomo si affanna nel fare, perde di vista la sua vera e unica dignità: l’essere uomo. Quando una vita umana parlerà di esistenza piena senza bisogno di parole, allora si apriranno le vie del comunicarsi vicendevolmente se stessi e non ci sarà più bisogno di cercare perché si vivrà nell’aver trovato! La vita contemplativa, la vita al Carmelo in questo stare alla presenza del Signore è una lampada accesa in un mondo consumato dal buio delle folli corse all’apparire, è un segno vestito di fragilità e di piccolezza che mai perderà il suo fascino perché nella vulnerabilità gioca il suo spazio di incontro con l’Assoluto.
- Molta gente inesperta di vita religiosa pensa erroneamente che sia triste e noioso vivere in un monastero di clausura. Come mai invece siete così gioiose e felici di aver abbracciato la vita monastica?
- E' nel vivere quotidianamente la gioia e nell'esprimere l'amorevolezza del servire il Signore che noi monache carmelitane testimoniamo il primato di Dio e del suo Regno. L'impegno di ogni giorno è nel rendere realtà la certezza che Dio ci ama ed a Lui abbiamo consegnato la nostra vita ed il nostro amore totale. Vogliamo vivere come Maria, da donne aperte alla volontà di Dio, aperte alla speranza che non verrà meno la Sua promessa. La vita in clausura diventa allora acclamazione del suo amore, nell'allegrezza, nell'accoglienza della volontà di Dio. "Vale la pena" donare la propria vita per amore, mettersi in gioco nella sequela di Gesù povero, ubbidiente e casto.
"Con animo libero e accogliente, 'con la tenerezza di Cristo' le monache portano in cuore le sofferenze e le ansie di quanti ricorrono al loro aiuto e di tutti gli uomini e le donne. Profondamente solidali con le vicende della Chiesa e dell'uomo d'oggi, collaborano spiritualmente all'edificazione del Regno di Cristo, perché 'Dio sia tutto in tutti' (1Cor 15, 28), (Istruzione "Verbi Sponsa", Congregazione per gli Istituti di Vita Consacrata).
- Siete disponibili ad accogliere delle ragazze che vogliono discernere la propria vocazione, o che desiderano semplicemente trascorrere alcuni giorni di raccoglimento, riflessione e preghiera?
- Chi arriva a Cerreto al Monastero Janua Coeli giunge appositamente, con difficoltà si passa per queste colline se non mossi dalla ricerca di un luogo silenzioso, in disparte dove poter condividere con la comunità la preghiera liturgica nella lode gratuita al Signore e nell’ascolto della Parola di Dio. Una piccola foresteria consente a coloro che cercano un clima di pace e raccoglimento di trascorrere alcuni giorni di ritiro.
È uno spazio semplice e familiare dove poter trasformare le ordinarie preoccupazioni in sollecitudine vitale come costruttori di accampamenti di rinnovata pace e aprirsi all’incontro con il Signore unico tesoro della nostra vita. La comunità è aperta all'accoglienza per coloro che sono in discernimento. Chi desidera un aiuto nel cammino e vuole avere un avere un colloquio con una sorella può scrivere a monastero@januacoeli.it
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