martedì 9 luglio 2013

Come si fanno i wurstel............. video chiarificatore




Alimento nato in Germania ed in Austria, ma meglio conosciuto negli States con il nome di Hot Dog, in pochi decenni è diventato piatto nazionale per moltissimi Stati europei e non solo.
In origine nati come insaccati di carne sminuzzata, una volta commercializzati la ricetta è stata modificata in modo da poter "riciclare" anche il più piccolo scarto della produzione alimentare di origine animale.
Risalta perfettamente il concetto: "occhio non vede e cuore non duole".

Cosa contengono i Wurstel? 

Una volta ucciso l'animale nel macello e divisa la carne dalle ossa, la carcassa viene congelata ed inviata in stabilimenti strutturati per recuperare tutti gli scarti delle lavorazioni, compresi i cadaveri di bestie morte nelle stalle o negli allevamenti.
E' interessante leggere sul retro della confezione l'elenco degli ingredienti, nel quale compare la voce "CARNE SEPARATA MECCANICAMENTE", è semplicemente un termine tecnico-elegante con il quale si vuole intendere la spremitura e l'impasto di zoccoli, organi interni, pelle, cotenna, ossa, orecchie, coda, grasso, tendini, quindi il rimasuglio della carcassa dell'animale da allevamento (e non solo..).
Con un Wurstel in bocca assomigliamo molto agli avvoltoi in versione umana ed evoluta...

Per la legge europea il produttore è obbligato a riportare la quantità di carne presente negli alimenti.
Nel caso specifico dei wurstel è raro leggere presenze di carcasse, o a piacimento carne separata meccanicamente, superiori al 50% ; nella media la quantità varia dal 12 al 20%. Significa che per per ogni wurstel che mangi, quasi l'80% del contenuto deriva da un laborioso impasto di sostanze chimiche non ben definite ma sicuramente dannose all'organismo.

Il procedimento della lavorazione prevede la macinazione, l'impasto, l'insacco in un budello chimico, la cottura, l'affumicamento, il raffreddamento, la pelatura ed il confezionamento.
L'iter può sembrare semplice, ma in realtà occorre seguire dei parametri di cottura e pastorizzazione ben precisi, visto il contenuto di bassa qualità e di altissima carica microbiotica (trattandosi di carcasse di animali uccisi giorni prima e ricongelate); per assicurare una ottimale sterilizzazione ed evitare immediati ricoveri ai consumatori.

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