giovedì 25 luglio 2013

La fedeltà del Lampione

Molte volte sono rimasto affascinato dai fuochi d’artificio che esplodevano e coloravano i cieli delle varie sagre paesane. Lo spettacolo davanti ai miei occhi era mozzafiato. Eppure dopo pochi minuti tutto era già finito, lasciando per qualche ora il ricordo di un bell’evento. La nostra vita ha dei momenti in cui tutto sembra un fuoco d’artificio,

tuttavia non si può sempre pretendere di stare in questa condizione. Bisogna imparare dalla fedeltà del lampione. Il lampione infatti tutte le sere emette la stessa luce e umilmente nel nascondimento, fa il suo dovere. Nessuno si avvicinerà a dirgli: grazie per la luce che dai! Eppure il lampione nel silenzio della notte da coraggio a chi cammina nelle tenebre. Per chi agisce nelle tenebre, il lampione anche se poco appariscente deve essere distrutto, la sua luce infatti smaschera le opere malvagie. Il lampione insomma siamo noi quando amiamo ogni giorno chi ci è a fianco! E’ la costanza che fa la differenza, è l’esserci.. che fa sentire l’altro al riparo. E’ come una goccia che ogni giorno cade su una terra arida, anche se pochissimo.. alla fine qualcosa farà. E’ come un blocco di ghiaccio che tutti i giorni viene scaldato da una piccola fiammella, ci vuole tempo ma alla fine si scioglierà!
Cosa voglio dire? Che la fedeltà nell’amore, nelle piccole cose compie miracoli, che è facile dire o fare cose eclatanti ma la sfida più grande e bella si vince nella quotidianità. In fondo tutti vogliono essere come quei fuochi d’artificio, tutti vogliono essere come Gesù che entra a Gerusalemme acclamato dalla folla. Pochi, pochissimi vogliono i 30 anni di nascondimento, di lavoro normale di Nazaret. Perché? perché il nascondimento per molti è sinonimo di morte. Ovvero il non emergere significa: non sei nessuno, quindi non vali.. Questa è una grandissima tentazione che ci fa correre ovunque pur di apparire, di essere anche noi come i fuochi d’artificio, bellissimi ma brevi. Quanti papà e mamme di famiglia invece sono dei bellissimi lampioni che sono guide per i loro figli, accettano anche di non ricevere applausi perché ciò che fanno è solo mosso dall’amore.
Gesù è stato un lampione, un faro che emanava una luce bellissima, d’avanti a lui le persone si sentivano al sicuro ma anche scrutate profondamente nel loro cuore e smascherate. Coloro che volevano rimanere nelle tenebre di fronte a questa luce bellissima decisero di distruggerla, l’invito a cambiare vita venne trasformato in sentenza di morte. Oggi ancora è così, ogni volta che un amico, con coraggio ci dice qualcosa per il nostro bene, che ci fa male, egli verso di noi è come il lampione ovvero è come Gesù! Noi dobbiamo scegliere se accogliere le parole oppure rifiutarle. Purtroppo molto spesso ci troviamo a distruggere chi vuole aiutarci, perché? perché siamo troppo orgogliosi e l’idea che qualcuno ci dica di cambiare ci fa troppo male. Quando attacchiamo chi ci vuole bene e ci invita a cambiare, noi attacchiamo Gesù, non siamo molto diversi da coloro che macchinarono per la sua morte. Certo, noi non uccidiamo fisicamente ma con la calunnia, con il disprezzo, con l’indifferenza e con la mormorazione. Essere lampioni è dunque essere Gesù nella vita di tutti i giorni, nella fedeltà alle piccole cose sapendo che prima o poi qualcuno cercherà di spegnerti ma con la gioiosa consapevolezza che Gesù è LA LUCE DEL MONDO.

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