giovedì 25 luglio 2013

DALLA SERRACCHIANI 1,6 MILIONI PER IL FRIULANO NELLE SCUOLE. INTANTO TAGLIA L’INGLESE

Via il tempo pieno, chissene dei laboratori, tagli anche all’ora di inglese. Ma guai a toccare l’ora di friulano nelle scuole dell’obbligo della provincia di Udine: e pazienza se poi i nostri giovani, quando andranno all’estero per lavoro o studio, non sapranno nemmeno dire “ciao” o chiedere l’ora. L’importante è che sappiano esprimersi perfettamente a casa propria, dove potranno dirsi padroni.
L’ennesimo caso di sprechi di fondi pubblici – sì, perché sono soldi sprecati – porta la firma di Debora Serracchiani. La pasionaria del Pd ha ingranato la retro rispetto alle dichiarazioni rilasciate nel 2010. “Il friulano? Per nulla utile quando andranno in altri paesi d’Europa”. Bene, tre anni dopo, il neo governatore del Friuli-Venezia Giulia, premio coerenza politica 2013, è partita con un maxi-finanziamento per insegnare la lingua friulana nelle materne e primarie. 950mila euro, cui vanno ad aggiungersi altri 700mila euro: totale, 1,6 milioni di euro. Una cifra utile per il “riconoscimento di un’identità”, si è detto. Sarà, a noi pare l’ennesima abbuffata di soldi pubblici nascosta dietro il paravento della “cultura”.
In tempo di tagli, risparmi, crisi e spending review come se non ci fosse un domani (e a chiedere a molti economisti, pare proprio che non ci sia) quei soldi sono buttati al vento. Probabilmente lo sa bene anche la stessa Serracchiani, che però per questioni di realpolitik ha preferito non inimicarsi la potente lobby locale della lingua e letteratura friulana. Ecco spiegata l’approvazione del finanziamento a pioggia, che avviene paradossalmente in una regione da sempre fiera di essersi ricostruita da sola, senza “casse del mezzogiorno”, favori e clientele. Eppure le casse del mezzogiorno, a quanto pare, esistono a tutte le latitudini. Qui si chiamano con un altro nome.
L’insegnamento della lingua friulana è stato introdotto nel dicembre 2007 grazie all’allora governatoreRiccardo Illy. La corte di Cassazione ha bocciato il provvedimento nel 2009, ma il pronunciamento non è servito a nulla. Imperterriti, i politici locali hanno continuato a promuovere la lingua locale anche quando questo ha significato drenare risorse da attività senz’altro più importanti e strategiche. Come l’insegnamento della lingua inglese, appunto.
Le casse pubbliche ringraziano, alla faccia dell’Euroregione e dell’internazionalizzazione del Friuli-Venezia Giulia di cui tanto ci si riempie la bocca. Ringraziano anche tutte quelle famiglie che vorrebbero un futuro a misura internazionale per i propri figli. A loro consigliamo un buon insegnante privato di inglese. Da pagare di tasca propria, chiaramente, perché soldi non ce ne sono. Se non per il superfluo.

Fonte: Mi brucia.it

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