Un anno dopo aver accolto il ritiro prima delle Paralimpiadi Londra2012, Montecatini Terme torna ad ospitare la Nazionale di scherma paralimpica, nell'ultima seduta d'allenamento in vista dei Campionati del Mondo Budapest2013. Matteo Betti, Marco Cima, Andrea Macrì, Alessio Sarri, Beatrice Vio, Marcella Li Brizzi e William Russo stanno affrontando nel centro termale pistoiese, la fase di rifinitura prima di preparare le valige e volare verso l'Ungheria, dove saranno protagonisti delle prove paralimpiche in programma dal 7 al 12 agosto. “La scelta di tornare a Montecatini Terme - spiega il Commissario tecnico, Fabio Giovannini - non è stata di certo dettata dalla scaramanzia, quanto invece dall'accoglienza ricevuta lo scorso anno, anche in virtù del lavoro organizzativo coordinato dal Comitato regionale Toscana. A questo si aggiunge la possibilità di contare su un numero importante di sparring partner che ci consente di poter ottimizzare la fase di preparazione al Mondiale”. Quest'oggi, ad “interrompere” l'allenamento della Nazionale azzurra di scherma paralimpica, è giunto il Presidente federale, Giorgio Scarso, accompagnato dal Presidente del Comitato regionale FederScherma Toscana, Edoardo Morini ed accolto anche dall'Assessore allo Sport del comune di Montecatini Terme, Stefano Pucci. “La scherma paralimpica è oramai divenuta appieno parte integrante e “quarta arma” della scherma azzurra - ha esordito il Presidente federale -. Questo significa che, alla stessa stregua delle altre tre armi, anche su di voi sono riposte le speranze di tutto il movimento schermistico italiano. Siamo ben consapevoli del vostro valore dimostrato non solo a Londra lo scorso anno, ma anche nel corso di questa stagione di Coppa del Mondo. Ecco perché sono più che convinto che a Budapest potrete contribuire ad inorgoglire l'Italia”. “Il Presidente conosce come noi il valore dei singoli - dice il Commissario tecnico Fabio Giovannini -. L'obiettivo sarà quello di ripagare la fiducia. In questi allenamenti i ragazzi hanno lavorato tanto e bene, superando anche alcune fasi delicate dovute a momenti personali. L'obiettivo di questi ultimi giorni è permettere a ciascuno di arrivare a Budapest al top per poi potersi giocare al meglio le proprie chanche”. La squadra azzurra arriva in Ungheria con delle punte di diamante. Dal campione del Mondo in carica nella categoria C, William Russo, a Matteo Betti ed Alessio Sarri medagliati alle Paralimpiadi Londra2012 e vincitori della Coppa del Mondo nel fioretto e nella sciabola, senza tralasciare poi Marco Cima ed Andrea Macrì, componenti della squadra argento mondiale a Catania2011, oltre a Beatrice Vio, protagonista della stagione di Coppa del Mondo nel fioretto femminile categoria B ed a Marcella Li Brizzi che sarà al suo esordio in una rassegna iridata. A seguire gli azzurri a Budapest, oltre al Commissario tecnico, Fabio Giovannini, ci saranno anche i maestri Giuseppe De Santis e Giuseppe Costanzo, oltre allo staff medico composto dalla dottoressa Adelaide Josy De Matti, dal fisioterapista Dario Maniscalco e dal tecnico delle armi Giorgio Fiume. Il capodelegazione per la scherma paralimpica sarà Giampiero Pastore, il quale, insieme al Vice Presidente vicario della FederScherma, Paolo Azzi, sarà protagonista di una conferenza stampa, in programma giovedi 1 agosto a Montecatini Terme, promossa dall'Amministrazione Comunale e dal Comitato regionale FederScherma Toscana. |
fonte: www.federscherma.it |
tuttavia non si può sempre pretendere di stare in questa condizione. Bisogna imparare dalla fedeltà del lampione. Il lampione infatti tutte le sere emette la stessa luce e umilmente nel nascondimento, fa il suo dovere. Nessuno si avvicinerà a dirgli: grazie per la luce che dai! Eppure il lampione nel silenzio della notte da coraggio a chi cammina nelle tenebre. Per chi agisce nelle tenebre, il lampione anche se poco appariscente deve essere distrutto, la sua luce infatti smaschera le opere malvagie. Il lampione insomma siamo noi quando amiamo ogni giorno chi ci è a fianco! E’ la costanza che fa la differenza, è l’esserci.. che fa sentire l’altro al riparo. E’ come una goccia che ogni giorno cade su una terra arida, anche se pochissimo.. alla fine qualcosa farà. E’ come un blocco di ghiaccio che tutti i giorni viene scaldato da una piccola fiammella, ci vuole tempo ma alla fine si scioglierà!
Cosa voglio dire? Che la fedeltà nell’amore, nelle piccole cose compie miracoli, che è facile dire o fare cose eclatanti ma la sfida più grande e bella si vince nella quotidianità. In fondo tutti vogliono essere come quei fuochi d’artificio, tutti vogliono essere come Gesù che entra a Gerusalemme acclamato dalla folla. Pochi, pochissimi vogliono i 30 anni di nascondimento, di lavoro normale di Nazaret. Perché? perché il nascondimento per molti è sinonimo di morte. Ovvero il non emergere significa: non sei nessuno, quindi non vali.. Questa è una grandissima tentazione che ci fa correre ovunque pur di apparire, di essere anche noi come i fuochi d’artificio, bellissimi ma brevi. Quanti papà e mamme di famiglia invece sono dei bellissimi lampioni che sono guide per i loro figli, accettano anche di non ricevere applausi perché ciò che fanno è solo mosso dall’amore.
Gesù è stato un lampione, un faro che emanava una luce bellissima, d’avanti a lui le persone si sentivano al sicuro ma anche scrutate profondamente nel loro cuore e smascherate. Coloro che volevano rimanere nelle tenebre di fronte a questa luce bellissima decisero di distruggerla, l’invito a cambiare vita venne trasformato in sentenza di morte. Oggi ancora è così, ogni volta che un amico, con coraggio ci dice qualcosa per il nostro bene, che ci fa male, egli verso di noi è come il lampione ovvero è come Gesù! Noi dobbiamo scegliere se accogliere le parole oppure rifiutarle. Purtroppo molto spesso ci troviamo a distruggere chi vuole aiutarci, perché? perché siamo troppo orgogliosi e l’idea che qualcuno ci dica di cambiare ci fa troppo male. Quando attacchiamo chi ci vuole bene e ci invita a cambiare, noi attacchiamo Gesù, non siamo molto diversi da coloro che macchinarono per la sua morte. Certo, noi non uccidiamo fisicamente ma con la calunnia, con il disprezzo, con l’indifferenza e con la mormorazione. Essere lampioni è dunque essere Gesù nella vita di tutti i giorni, nella fedeltà alle piccole cose sapendo che prima o poi qualcuno cercherà di spegnerti ma con la gioiosa consapevolezza che Gesù è LA LUCE DEL MONDO.