lunedì 25 novembre 2013

Davide Nughes, pokerista-filantropo che regala il pane alla sua terra ferita


Davide Nughes, qui al PCA 2011
Davide Nughes, qui al PCA 2011
Il poker in questa storia non c'entra nulla, se non per il fatto che il protagonista lo ha praticato a livello semiprofessionistico negli ultimi anni. Ma come Davide Nughes ha reagito alla tragedia del ciclone Cleopatra, che ha colpito nel cuore la suaOlbia, è qualcosa che merita di essere raccontato.
39 anni, una carriera da giovane imprenditore alternata a quella di poker player, che pure non ha mancato di regalargli soddisfazioni (un side event EPT a Barcellona e un monte vincite live di oltre 220mila euro), da circa un anno Davide aveva deciso di investire nel settore della panificazione.

“Siamo partiti il 20 ottobre di un anno fa, e posso dire con orgoglio che già in estate avevo finito di pagare tutte le attrezzature arrivando al primo anno di attività con oltre un milione di fatturato”.

La decisione di tuffarsi in questa avventura imprenditoriale è avvenuta quando è arrivataMaria Vittoria, sua figlia che adesso ha 2 anni:“non volevo che il suo futuro fosse in alcun modo condizionato dalle mie bad beat, così ho deciso di investire per garantirle un avvenire solido”.

Tutto sembrava andare per il meglio, con affari a gonfie vele e 5 punti vendita aperti in città. Poi, lunedì scorso, una brutta sorpresa. Una sorpresa di nome Cleopatra.

"Ero uscito verso le 17 dal mio ufficio sito proprio nel punto vendita di via Roma. Vado a prendere la bimba all'asilo e già pioveva a dirotto. Giunto a casa, verso le 18 e 30 mi arriva la telefonata dal punto vendita che mi avvisa che le cose stavano peggiorando rapidamente. Mi rimetto in macchina e al mio arrivo trovo una situazione incredibile, con acqua dappertutto.”
Davide alle prese col fango, il giorno dopo 'Cleopatra'
Davide alle prese col fango, il giorno dopo 'Cleopatra'
Alla fine sono stati 40 cm di acqua e fango in rivendita e ufficio, e ben 1,30 metri nel reparto forni, sito nel piano sottostante. Alle 8 del mattino il livello è sceso a 25 centimetri ma togliere il fango non è l'unico problema: attrezzature galleggianti, materie prime irrimediabilmente perse e un danno globale tra gli 80 e i 100mila euro.

Qui però arriva la reazione, splendida ancorchè spontanea: ognuno dei 17 dipendenti arriva con moglie, marito o qualche amico, e così anche Davide che riceve l'aiuto anche di famiglia e amici vari. Una task force spontanea che ha effetti strabilianti: in 36 ore si riesce a tornare in qualche modo operativi, seppure a regime ridotto ma pur sempre garantendo intorno ai 5 quintali di pane al giorno.
“Il martedì ci siamo dedicati alla pulizia del fango e alla conta dei danni, mentre il secondo giorno abbiamo aperto le parti elettroniche e in qualche modo (con l'aiuto di cotton-fioc e phon per capelli) li abbiamo rimessi in condizioni di lavorare."

Ma la reazione alla malasorte del team di Davide non si è limitata alla propria attività, e al gran carattere si aggiunge anche una componente filantropica e solidale, che a queste latitudini certo non fa difetto.

Così, il primo giorno di riapertura Davide decide di fare una mossa inattesa, per un imprenditore messo in ginocchio dalle avversità: destinare una buona parte della produzione di pane alla distribuzione gratuita, curandosi anche di inviarla direttamente a due associazioni che si occupano dell'emergenza per la popolazione.
“Rimessa in sesto la nostra situazione, abbiamo pensato a chi è stato meno fortunato di noi e magari non ha più una casa, un letto e la cui vita è stata sommersa dal fango. Del pane caldo non è la soluzione, ma a pancia piena sicuramente si riescono ad affrontare meglio momenti terribili come questo.”
La solidarietà di Nughes non si è fermata qui, perchè si è premurato di inviare l'invenduto di alcuni suoi punti vendita ai ragazzi della Protezione Civile, ormai da giorni impegnatissimi 24 ore su 24 per liberare Olbia dal fango.

Gesti importanti che ci sembrava giusto sottolineare, pur se fuori dal nostro abituale target di notizie, perchè anche gli esempi come quello di Davide servono da stimolo a reagire e rialzarsi da catastrofi del genere.

Certo, i problemi sono ancora moltissimi per questo popolo ferito, così chiediamo a Nughes – prima di congedarci da lui – che tipo di aiuti servano maggiormente alla sua terra in questo momento.
“Naturalmente coperte, vestiti e quant'altro possa servire per dare un po' di conforto a chi ha perso tutto. E da imprenditore dico: non ci sono soldi? Ok non ne chiediamo, ma che non ne chiedano a noi. Se ad esempio si sospendesse il pagamento dei contributi o altre tasse per un anno, si permetterebbe a tanti imprenditori "esondati" - come e peggio di quanto accaduto a me - di rialzarsi".

Infine, per chi avesse intenzione di contribuire in prima persona all'aiuto per le popolazioni colpite dal ciclone, ecco alcuni link utili:
Croce Rossa Italiana: donazioni a questo indirizzo (causale "Emergenza Sardegna") o sms solidali al 45500
CSV Sardegna Solidale (in collaborazione con LIBERA e CO.GE. Sardegna): qui le info per il bonifico

Nessun commento:

Posta un commento