mercoledì 16 gennaio 2013

Minority report diviene realtà.



Quando un sogno diviene realtà! Era il 1956 quando lo scrittore statunitense Philip Kindred Dick pubblicò il libro “The Minority Report” introducendo, così, la fantascientifica idea delle analisi predittive [3]. Sul testo, poi, nel 2002, Spielberg produsse il famoso film con Tom Cruise.

Sulla scorta di questa intuizione, l’antropologo americano Jeffrey Brantingham, docente presso l’Ucla (University of California Los Angeles), ha riunito un team di ricercatori composto da due matematici, la prof.ssa Andrea Bertozzi e il prof. Martin Short, e da un criminologo, il dott. George Tita. Il gruppo ha elaborato un modello matematico fondato su un algoritmoconnesso a un database, capace di analizzare e combinare tra loro i dati relativi ai crimini già commessi, ai casellari giudiziari e alle attività commerciali svolte in diverse zone geografiche, in modo da ottenere la previsione di futuri eventi criminosi.
Il software, che è stato battezzato PredPol [2], dopo aver individuato il probabile evento criminoso, lo localizza su una mappa suddivisa in un reticolo di quadrati da 150 metri ciascuno, consentendo alle forze dell’ordine di raggiungere e presidiare per tempo la zona calda.

A differenza del modello descritto nel libro di Dick, che fonda il sistema di previsioni sulle indicazioni fornite da tre medium, quello descritto dal PredPol si basa su indicazioni a carattere scientifico.
Il modello è stato applicato per la prima volta, e con successo, nella città di Santa Cruz. È stato così possibile arrestare una donna sorpresa in flagranza di reato [5], mentre cercava di rubare un’automobile parcheggiata davanti a un supermercato. Una semplice coincidenza, considerata la frequenza dei furti di veicoli?

Affatto. Sembra che a Los Angeles il PredPol abbia determinato la riduzione delle aggressioni del 33%, dei crimini violenti del 21% e dei furti, mentre, nella città di Santa Cruz, del 19%.

A seguito del successo riscosso dal software, i fondatori del modello hanno costituito una vera e propria impresa di servizi che sta gradualmente diffondendosi in Inghilterra e che si prevede prenderà piede, in breve tempo, nel resto dell’Europa.

Recentemente il Prof. Brantingham, nel corso di un’intervista, ha dichiarato che il software, pur potendo fallire nelle sue previsioni, resta comunque uno strumento di straordinaria importanza. Non si tradurrà mai in un mezzo per rimpiazzare la conoscenza e le abilità possedute dagli uffici di polizia, ma costituirà un valido supporto per consentire alle forze dell’ordine di essere al posto giusto, nel momento giusto per prevenire il crimine.

Lo scopo ultimo non è quello di sovraccaricare le carceri o le aule processuali bensì, al contrario, quello di evitare la perpetrazione dei reati, agendo a livello psicologico sui criminali.

La forte azione deterrente consentirebbe, soprattutto in periodi di crisi economica, dirisparmiare ingenti somme di denaro, di investire in maniera più mirata su quelle già utilizzate e, il tutto, nel pieno rispetto della privacy, non potendo il modello indicare l’identità dei futuri criminali. Veramente incredibile ma.... vero!

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