Isabelle Adjani
La musa d'Europa
Con 5 Premi César su 8 nomination, è l'attrice che ne ha vinti di più. In carriera ha vinto due David di Donatello, un Orso d'argento per la migliore attrice, un Prix d'interprétation féminine e un premio come "Miglior attrice protagonista" ricevuto dal New York Film Critics Circle Awards. È stata candidata due volte ai Premi Oscar, in entrambi i casi nella categoria riservata alla migliore attrice. Ha frequentemente interpretato personaggi difficili, nevrotici, fragili, misteriosi, perturbati, dementi o psicologicamente instabili.
Figlia di Mohammed Chérif Adjani, soldato dell'esercito francese durante la Seconda guerra mondiale, originario della Cabilia (Algeria), e di Emma-Augusta Schweinberger, cittadina tedesca (morta nel 2007), Isabelle cresce col fratello minore Eric Hakim nelle periferie a nord di Parigi, imparando a parlare fluentemente sia il francese sia il tedesco. A quattordici anni ottiene il suo primo ruolo in un film per bambini, Le petit bougnat. Tre anni dopo, nel 1972, si fa notare nella commedia I primi turbamenti.
Nel 1973 entra alla Comédie-Française, dove si fa notare nella sua interpretazione di Agnès in L'École des Femmes di Molière. Al cinema, si rivela al grande pubblico con Lo schiaffo di Claude Pinoteau, il cui successo la catapulterà nella cerchia delle attrici francesi più popolari e le farà vincere, appena ventenne, un David di Donatello come miglior attrice esordiente straniera. Lavorerà quindi con alcuni dei registi più prestigiosi: François Truffaut(Adèle H., una storia d'amore), André Téchiné (Barocco), Werner Herzog (Nosferatu, il principe della notte), Roman Polanski (L'inquilino del terzo piano),Walter Hill (Driver l'imprendibile) e altri.
Negli anni ottanta del fa parte del cast di Possession, Quartet (entrambi i film le valgono il Prix d'interprétation féminine al Festival di Cannes), L'estate assassina, Subway e Ishtar. Nel 1988diventa anche produttrice, finanziando il film biografico Camille Claudel, nel quale recita anche la parte della protagonista. Per questa interpretazione ottiene l'Orso d'argento per la migliore attrice. Ritornata al teatro, interpreta La dame aux camélias con la regia di Robert Hossein.
Nel decennio successivo interpreta Margherita di Valois ne La Regina Margot di Patrice Chéreau e recita poi in Diabolique di Jeremiah S. Chechick. Infine, negli anni duemila, partecipa a Monsieur Ibrahim e i fiori del Corano, Bon Voyage, La Journée de la Jupe e Mammuth.
Come molte sue colleghe, anche Isabelle Adjani si è fatta tentare dalla canzone: è Serge Gainsbourg che la fa esordire in questa disciplina nel 1974, facendole registrare, per uno show televisivo di Maritie e Gilbert Carpentier, la canzone "Rocking Chair", in cui fa meraviglie. Nel 1983, realizza un intero album sotto la direzione di Serge Gainsbourg e ottiene il primo posto nella hit parade dei 45 giri con "Pull Marine", che si avvale di un video-clip realizzato da Luc Besson. Alcuni anni dopo, farà uscire un singolo scritto senza Gainsbourg, "La princesse au petit pois" ("La principessa sul pisello"), che non otterrà grande successo. Nel 2006 si è parlato di un suo nuovo album, scritto da Jacno, dopo che dei tentativi precedenti con Pascal Obispo si erano rivelati infruttuosi.
Nonostante la sua relativamente scarsa filmografia, è l'unica attrice ad avere vinto cinque volte il Premio César per la migliore interpretazione femminile (nel 1982 per Possession, nel 1984 perL'estate assassina, nel 1989 per Camille Claudel, nel 1995 per La Regina Margot e nel 2010 per La journée de la jupe), oltre ad avere avuto due nomination agli Oscar per le sue interpretazioni inAdèle H., una storia d'amore (1976) e in Camille Claudel (1990). Ha inoltre vinto due David di Donatello per Lo schiaffo (1975) e per Adèle H., una storia d'amore (1976), il Prix d'interprétation féminine a Cannes nel 1981 sia per Quartet sia per Possession, l'Orso d'argento per la migliore attrice nel 1989 per Camille Claudel. La sera in cui le è stato assegnato il César per quest'ultima interpretazione, fece scalpore leggendo un brano del romanzo Versetti satanici di Salman Rushdie, su cui pendeva una fatwa islamica.
Per sottrarsi all'assedio dei fans e dei giornalisti che le rendeva impossibile la vita a Parigi, l'attrice si è trasferita in Svizzera, a Ginevra nel 1996. Al suo arrivo, ha dichiarato: «Quando si ha la possibilità di offrire ai propri figli una qualità di vita migliore, non si deve esitare». Più di recente è stata al centro della cronaca per le sue delusioni sentimentali, abbondantemente mediatizzate, col musicista Jean-Michel Jarre.
Alla fine degli anni ottanta del XX secolo erano circolate voci maligne che la davano morta o moribonda di AIDS, costringendola ad apparire in diretta al telegiornale delle 20 per dare una smentita.
I Berberi sono fieri dell'ascendenza cabila di Isabelle Adjani, e lei stessa non ha mancato di esprimere in più occasioni, sia pur con la sua tradizionale riservatezza, il proprio appoggio alla lotta di questi ultimi per il riconoscimento della propria lingua e cultura. Si ricorda che quando, l'estate del 1990, il cantante impegnato Lounès Matoub si trovava in ospedale per un accoltellamento, l'attrice lo andò a trovare esprimendogli la sua solidarietà. Il 14 giugno 2000 fece scandalo il suo rifiuto di partecipare ad una cena di gala all'Eliseo in onore del presidente algerino Abdelaziz Bouteflika, per esprimere il proprio dissenso con il suo modo di intendere i diritti umani in Algeria. E nel 2003, aderendo all'appello di Fellag, Idir e altri artisti cabili che denunciavano la repressione della primavera nera, non ha preso parte alle manifestazioni dell'"Anno dell'Algeria in Francia".
Ha due figli, il primo avuto col regista Bruno Nuytten, e il secondo con l'attore Daniel Day Lewis, il quale ha lasciato l'Adjani dopo la notizia della gravidanza.
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