lunedì 17 giugno 2013

L’Hagakure, Il Codice Segreto dei Samurai redatto da Yamamoto Tsunetomo


Hagakure è una delle opere letterarie più significative tramandateci dal Giappone antico, pubblicata nel 1906 ma risalente a circa due secoli prima.
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Il titolo Hagakure significa letteralmente "nascosto dalle foglie" (oppure "all'ombra delle foglie"). Sotto forma di aneddoti, consigli, ricordi, storie, aforismi che per secoli hanno affilato la spada e forgiato l’anima dei samurai,quest’opera trasmette il “codice” del guerriero giapponese, legato ad un patto di assoluta obbedienza al suo signore feudale.
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L'autore è Yamamoto Tsunetomo, il quale fu al servizio del daimyo Nabeshima Mitsushige, signore del feudo di Saga, in un periodo di pace in cui la classe dei samurai si trovava all’inizio della decadenza. Alla morte del daimyo, Tsunetomo diventò un monaco Buddista e si ritirò in un convento dove, con l’aiuto del suo allievo Tashiro Tsuramoto, scrisse la Hagakure, avendo deciso di rendere accessibile (ma solo alla stretta cerchia dei samurai) l’esoterico Codice Segreto dei Samurai, derivante dal Bushido.
Alla morte di Tsunetomo il manoscritto circolò tra i samurai del feudo di Saga, dove divenne il testo fondamentale segreto dell’etica marziale.
Per oltre centocinquant’anni Hagakure fu considerato come un testo sacro appartenente esclusivamente al feudo di Saga.
Successivamente con la restaurazione Meiji, fu divulgato diventando il libro giapponese più celebre e controverso di ogni epoca.
 Con l’inizio della Seconda Guerra Mondiale subì la strumentalizzazione del militarismo giapponese della prima metà del XX secolo, al punto che i kamikaze portavano con sé questo testo come ultimo compagno di morte.
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Si parla sempre di versioni della Hagakure, dato che i diversi testi in circolazione sono delle sintesi degli undici volumi originali in cui Tsuramoto raccolse l’insegnamento del suo maestro, il quale permette di capire come, dietro l’apparente e paradossale culto della morte, ci sia anche un’invidiabile fermezza morale.
Hagakure è una raccolta di principi morali ma anche di consigli pratici, norme comportamentali, notizie storiche ed episodi esemplari di valore. Alcuni sono di natura assai spicciola (Come reprimere uno sbadiglio o Come licenziare un servo) e di semplice etichetta, altri invece costituiscono il nucleo del Bushido, cioè di quell'insieme di principi che costituì per secoli l'etica dei samurai.
Il tema principale del testo è la morte, intesa non come semplice estinzione della vita piuttosto nel senso psicologico dell'eliminazione dell'Io. Ciò non significa rassegnarsi a percepire la vita con pessimismo, al contrario, significa cogliere la gioia e la bellezza racchiuse in ogni singolo istante e vivere il momento presente in modo cosciente, nella sua unicità.

Ecco qualche estratto interessante (alcuni sono anche piuttosto divertenti nel loro essere frivoli e applicabili alla vita odierna di tutti noi, non solo dei samurai dell’antico Giappone!)

  • Un uomo sosteneva: «Io conosco la forma della ragione e dell'errore». Quando qualcuno gli chiedeva chiarimenti al riguardo, egli rispondeva: «La ragione ha quattro angoli e non si muove neppure in una situazione estrema. L'errore è rotondo e, non distinguendo tra bene e male, tra giusto e sbagliato, si lascia rotolare ovunque da una parte e dall'altra».

  • Appena una persona possiede un po' di conoscenza si dà arie da sapiente: è una questione di inesperienza. Quando qualcuno sa veramente, non lo fa notare: un individuo simile è ben educato.

  • C'è un detto: «Se desideri sondare il cuore di un amico, ammalati». Chi si comporta da amico quando tutto va bene, ma poi volta le spalle come un estraneo in caso di malattia o di sventura è solo un vigliacco. Per tutto il tempo della sua vita il samurai non deve mai permettersi di allontanarsi da coloro verso i quali è spiritualmente debitore. Ecco dunque un mezzo per misurare i sentimenti reali di un uomo. Molto spesso ci rivolgiamo agli altri per chiamarli in aiuto e li dimentichiamo quando la crisi è passata.

  • Ho scoperto che la Via del Samurai è la morte: è necessario prepararsi alla morte dal mattino alla sera, giorno dopo giorno.

  • Il piacere del dormire.
La vita dell’uomo è veramente breve, perciò bisogna saperla godere. E’ pazzesco vivere facendo solo le cose che non si vorrebbero fare, mentre c’è tanta sofferenza in questo mondo illusorio. Però è bene non parlare di queste cose ai giovani perché ne potrebbero trarre danno, interpretandole male. Questo è soltanto un mio segreto: mi piace dormire. Nella mia presente situazione di vecchio, cercherò di non muovermi: vorrei passare il resto della vita dormendo.
  • Il samurai usa sempre il belletto.
E’ bene portare sempre con sé il belletto. Dopo essersi ripreso dalla sbornia, oppure quando ti alzi al mattino, l’aspetto del tuo volto è poco bello. In queste occasioni va bene usare un po’ di belletto.

  • Quando vai a fare visita a qualcuno è cattiva educazione portare con te la scatola del tabacco.

  • Abbiamo la tendenza a pensare che la vita quotidiana sia diversa dall'attimo decisivo; così, quando arriva il momento di agire, non siamo mai pronti […] “Il momento presente è adesso” significa prepararsi costantemente all'imprevisto.

  • Con ogni pensiero, tentare di conoscere i propri difetti e correggersi per tutta la vita: questa è la Via.

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