giovedì 27 giugno 2013

Nel Lazio si andrà a scuola anche il Giovedì Santo. Strana “dimenticanza” della giunta Zingaretti

 

Oggi a pagina 31 di Avvenire è apparsa un’interessante lettera che il quotidiano a intitolato: “Scuola, il Lazio spezza il Triduo?”. Un lettore, Salvatore Senese, contesta il nuovo calendario 2013-2014 per le scuole del Lazio approvato dalla giunta regionale di Nicola Zingaretti.
Nell’occasione l’assessore all’Istruzione, nonché vicepresidente, Massimiliano Smeriglio (Sel) si è detto assai soddisfatto«Un calendario scolastico concertato con tutti gli attori interessati e dunque all’insegna della partecipazione, così come si sta verificando sul tema del dimensionamento scolastico per l’anno scolastico 2014/2015 rispetto al quale prosegue il calendario di incontri».
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Benissimo, solo che c’è un piccolo problema come nota il lettore di Avvenire. Tra le varie sospensioni delle lezioni, quelle che riguardano le vacanze pasquali vanno dal 18 aprile 2014 al 22 aprile 2014. Il 18 aprile è un venerdì. Quindi? Quindi il Giovedì Santo si va a scuola.
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Protesta il lettore: «Se le vacanze pasquali devono diventare – come purtroppo vorrebbe certo laicismo eurolandiano – un’anonima pausa “di primavera” (come per analogia il Natale, “festa d’inverno”), il problema non si pone: mettendo al bando ogni ipocrisia, sarebbe sufficiente un semplice cambio di denominazione. Con tutto ciò che poi, evidentemente, questa scelta potrebbe comportare. Ma se le vacanze sono “pasquali”, e la laicità sancita dalla Corte Costituzionale (non dalla Costituzione) è, sì, neutralità ma anche pieno rispetto dell’identità di un popolo, allora bisogna tener presente che la celebrazione della Pasqua cristiana è un “unicum” – il Triduo pasquale – che inizia proprio il Giovedì Santo, con i suoi riti e con ciò che significano. Tra l’altro, il Giovedì Santo mattina, durante la Messa Crismale, i cresimandi – generalmente in età scolare – assistono secondo tradizione alla benedizione degli Olii, compreso il Sacro Crisma che è materia del sacramento della Confermazione che andranno a ricevere. Mi riaffiora alla memoria il ricordo di quando da bambino fui testimone dello spostamento alla domenica dell’Epifania, e del suo successivo ristabilimento alla data del 6 gennaio, si potrebbe dire a furor di popolo. Sarei ben felice se, facendo tesoro di ciò, l’amministrazione della Regione Lazio apportasse – siamo ancora in tempo – l’auspicata correzione. Sarebbe sicuramente un atto di grande saggezza, anche istituzionale».


Inizia la battaglia e siamo solo all'inizio................ i cattolici ringraziano............

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