mercoledì 28 novembre 2012

Quell'Italia-Brasile del 1982


Dopo oltre trent'anni la ferita, evidentemente, non si è ancora rimarginata. Il brasiliano Zico non manda ancora giù quella sconfitta, il 3-2 per l'Italia al Mondiale 1982 in Spagna, con la Selecao, a cui bastava un pari per passare il turno, giocare sempre all'attacco per poi finire travolta dalla tripletta di Paolo Rossi al 'Sarrià di Barcellona. E secondo l'ex fuoriclasse, approdato anche nel Belpaese con la maglia dell'Udinese, quel ko del Brasile ha rappresentato una svolta in negativo per tutto il mondo del calcio che si sente ancora oggi.

 "Quel Brasile aveva una squadra fantastica, conosciuta in tutto il mondo e dovunque andiamo la gente ci ricorda per la squadra dell'82 - le parole di Zico a Rio de Janeiro per la 17esima edizione di 'Soccerex '- Se avessimo vinto quella partita, il calcio probabilmente sarebbe stato differente. Invece abbiamo cominciato a mettere le basi per un calcio nel quale bisogna conseguire il risultato a qualsiasi costo, un calcio fondato sulla distruzione del gioco avversario e sul fallo sistematico. Quella sconfitta del Brasile non è stata un bene per il mondo del calcio. Quel giorno, anche se avessimo segnato cinque gol, l'Italia ne avrebbe fatti sei perché trovavano sempre un modo per capitalizzare i nostri errori". 
Nel giorno in cui affida al suo sito internet la notizia che lascia la guida della nazionale irachena, ancora in corsa per un posto al Mondiale 2014, per inosservanze contrattuali da parte della Federazione di quel paese, il talento brasiliano, noto per le sue  traiettorie da fermo, sottolinea come di quel cambio di mentalità il Brasile, e non solo, paghi ancora le conseguenze, criticando infine l'eccessiva fisicità del calcio moderno. ''Il Brasile è una terra fertile per i calciatori, ma dobbiamo cambiare la mentalità nelle squadre giovanili. C'è un deterioramento a livello giovanile dove i club si preoccupano più di vincere che di far crescere i giocatori. Sono sicuro che se facessi oggi un provino per una squadra, sarei scartato perché troppo poco prestante, e basso di statura - conclude Zico -, di attaccanti alla Romario non se ne vedono più".

 Altro che ''impatto negativo'' sul calcio. Il 3-2 inflitto al Brasile dall'Italia al Mondiale dell'82 ''fu una lezione per la quale ci dovrebbero ringraziare e darmi un premio. Una sconfitta dalla quale impararono molto, soprattutto a giocare più coperti. Tanto è vero che poi hanno vinto altre due edizioni''. Paolo 'Pablitò Rossi se la ride di gusto alla conferma che negli incubi peggiori di Zico la sua tripletta del 5 luglio 1982, al Sarrià, merita sempre un posto di rilievo. ''Zico naturalmente si lancia in un paradosso - aggiunge Rossi - e non penso che a quella vittoria si possa attribuire un peso così grande. E' vero, invece, che da allora il loro approccio è cambiato, è diventato più guardingo, si sono europeizzati. Anche perché tanti brasiliani hanno conosciuto i campionati del nostro continente. Eppure vederli giocare è sempre uno spettacolo. Pur evolvendosi, il loro calcio è rimasto lo specchio di un paese dove lo spettacolo resta importante''. 

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