mercoledì 21 novembre 2012

Benzinai sul piede di guerra: ecco i "perché"


La Figisc (sindacato gestori) è sul piede di guerra, per le "condizioni di gravissima difficoltà economica in cui versa il comparto come risultato di una fortissima contrazione delle vendite dicarburante". Nel mirino del sindacato, ci sono Governo e Compagnie petrolifere.
SCONTI - La Figisc evidenzia la drammatica contrazione dei volumi iniziata nel 2008 (-20% su rete ordinaria e -50% su autostrade), e sottolinea "l'effetto pesantemente negativo sugli erogati della campagna di megasconti nei weekend estivi (notoriamente il periodo del picco di traffico sul segmento autostradale), che ha portato i differenziali di prezzo anche fino a 30 centesimi di euro il litro. Eppure, denunciano i gestori, c'erano "precisi impegni assunti in sede ministeriale sulla spalmatura dei differenziali derivanti dalle gare e senza riversare ai gestori una parte dei benefici discendenti dal tavolo di confronto al ministero dello Sviluppo". È però indubitabilmente vero che questi maxi-sconti hanno rappresentato ossigeno per l'automobilista, schiacciato dalle accise statali, in costante crescita.
BANCOMAT - Il sindacato protesta anche in materia di carte di pagamento elettroniche: "Nonostante esista una Legge dello Stato sulla gratuità delle transazioni con carte bancarie,continuano ad addebitare ai gestori, a vario titolo e in maniera elusiva della Legge, gli oneri connessi, nel più totale silenzio delle Compagnie e del Governo". Questo è un vecchio cavallo di battaglia della Figisc, secondo la quale la commissione per l'uso di bancomat e carte di credito alla pompa non va fatta pagare al gestore, il quale non fa altro che riversare i costi sull'automobilista. 
AUTOSTRADA - A essere in forte crisi, anche per via degli sconti sulla rete stradale ordinaria, sono i gestori autostradali. Secondo la Figisc, "il Governo, dopo aver avviato positivamente il confronto fra concessionarie autostradali, Compagnie petrolifere e gestori, ha ceduto alla intransigente posizione dell'Unione petrolifera. Che, rivendicando la diffusione su tutta la rete autostradale di modalità di vendita tali da estromettere in prospettiva i gestori, ha determinato il fallimento di un'intesa già definita e sottoscritta da tutti gli altri, senza porsi il problema di una necessaria ristrutturazione della rete autostradale con conseguente chiusura degli impianti a bassissimo erogato (inferiore a 2.000 klt/anno)". È altrettanto vero che a nessun automobilista verrebbe mai in mente di fare il pieno in autostrada, dove la benzina è più cara che altrove, se solo ha la possibilità di rifornirsi sulla rete ordinaria, specie se qui trova ribassi e promozioni: una ristrutturazione della rete autostradale pare davvero necessaria, a tutela dei livelli occupazionali.Così la a Figisc minaccia la chiusura degli impianti durante il servizio notturno, la riduzione al minimo essenziale dei servizi, compresa la pulizia dei bagni e dei piazzali, nonché la compensazione sul prezzo praticato delle perdite di bilancio. E ancora, il sindacato punta all'oscuramento effettivo dei "benzacartelloni" da definirsi "tratta per tratta". Per giunta, dice la Figisc, "non ci sarà nessun invio in qualsiasi modalità dei dati di vendita non oil alle società petrolifere e alle concessionarie per il calcolo delle royalty, con diffida per entrambe a effettuare interventi forzosi di prelievo di tali informazioni presso gli impianti anche tramite soggetti terzi". In generale. Faib, Fegica e Figisc hanno convocato i propri gruppi dirigenti domani a Roma per avviare "una serie di iniziative di agitazione e di chiusura articolate su tutto il territorio nazionale, sia su rete ordinaria che autostradale, per protestare contro un sistema ingessato e oligopolistico che il Paese stesso non è più in grado di reggere".

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