martedì 25 giugno 2013

Ora la Kyenge vuole abolire i campi rom.

Non solo lo ius soli. Per Cécile Kyenge l'integrazione passa anche nell'abolizione dei campi nomadi. Chissà magari potremo preparare loro delle villette con giardino oppure un bell'attico con vista panoramica. Ma di che cosa stiamo parlando? Nessuno lo dice ma ai nomadi le case popolari vengono già date ( a scapito degli italiani) e sapete che fine fanno?. Nella maggior parte dei casi vengono prese e dopo pochi mesi rivendute a prezzo concorrenziale (operazione assolutamente vietata). E dove finiscono i nomadi? Ritornano nei campi........... A voi lascio il giudizio su tutto questo.

Ebbene il ministro, non paga dello ius soli, ha incontrato i rappresentanti delle comunità rom e sinti di Torino, il sindaco Piero Fassino e i suoi assessori per affrontare quella che è una vera e propria emergenza nel capoluogo piemontese, che conta oltre 4mila presenze in 13 campi (di cui 9 abusivi).
"Nei prossimi giorni avvieremo un percorso che faremo insieme alle istituzioni e alle comunità. L’obiettivo è l’integrazione e l’accompagnamento verso l’uscita dai campi", ha promesso il ministro ricordando che "Non bisogna criminalizzare un’etnia, ma occorre giudicare la singola persona e il crimine. Dipende da che opportunità si danno alle persone perché integrazione vuol dire dare opportunità".
Una battaglia quella contro i campi rom che ha come obiettivo anche quello di "combattere il degrado", come la stessa Kyenge ha ribadito durante un incontro della Cgil a Serravalle Pistoiese: "Quando sento parlare di Saluzzo o di Rosarno, quando sento parlare di questi luoghi dove vivono i deboli, dove vivono le persone ricattabili, so che alla base c’è proprio il degrado, che dobbiamo imparare a combattere, la debolezza delle persone legate alla loro condizione, non solo economica, ma anche burocratica", ha aggiunto, "Le persone diventano deboli e ricattabili quando la loro identità non è ben protetta. Noi dobbiamo dare loro l’identità. È il lavoro che sto portando avanti, spero con il sostegno del territorio, dei sindacati, ma anche della Caritas Migrantes, che è un elemento molto utile, perchè mi permette di leggere bene, interpretare le statistiche e fare un’analisi approfondita, per dare delle risposte che non debbono essere superficiali".

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