Il 4 dicembre, stando ad un resoconto della Press TV – una rete di notizie di proprietà del governo iraniano – Zhang Zhaozhong, contrammiraglio cinese ed eminente commentatore militare, ha affermato che «La Cina non esiterebbe a proteggere l’Iran con una Terza Guerra Mondiale».
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Zhang
Zhaozhong
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Già in passato Zhang aveva espresso le proprie preoccupazioni relativamente ad una guerra imperniata sull’Iran.
Nel suo libro La prossima guerra – pubblicato nel 2009 – Zhang aveva previsto che l’Iran sarebbe stato il bersaglio della prossima guerra. Secondo Zhang, benchè ci potessero essere dei negoziati diplomatici fra Stati Uniti ed Iran, è assolutamente impossibile per l’Iran abbandonare il proprio programma nucleare e di arricchimento dell’uranio.
L’8 di novembre, in una trasmissione TV, Zhang ha dichiarato che il conto alla rovescia della guerra all’Iran era già partito. E che il successivo resoconto dell’AIEA (International Atomic Energy Agency, IAEA. In inglese, ndt), sul programma nucleare iraniano, sarebbe giunto alla conclusione che l’Iran stesse cercando di sviluppare armi atomiche, notizia che avrebbe potuto scatenare una nuova serie di sanzioni contro l’Iran od anche portare ad un’azione militare. Sempre nella medesima trasmissione, Zhang aveva fatto riferimento ad un articolo pubblicato sul quotidiano israeliano Jerusalem Post, nel quale si suggeriva che la Russia fosse solo un sostenitore superficiale dell’Iran, mentre fosse la Cina il suo vero pilastro. Zhang si spinse a dire che allo scopo di poter portare aiuti all’Iran per via diretta, la Cina fosse persino desiderosa di aprirsi un passaggio terrestre per il Pakistan.
L’Iran ha una grande importanza strategica per la Cina. La Cina ha una domanda crescente di petrolio e, stando alla Reuters, importa dall’Iran, suo terzo più importante fornitore, il 10% del proprio fabbisogno di greggio.
La Cina è il principale compratore di greggio dell’Iran, e l’Iran ha bisogno di tutti gli amici che riesce a farsi. Via via che cresceva la controversia sul programma di armamento nucleare iraniano, l’Iran si è trovato sempre più isolato, rendendo le relazioni con la Cina sempre più importanti per i governanti iraniani.
La relazione dell’AIEA, diffusa l’8 novembre, ha spinto subito il Board of Governors dell’AIEA ad esprimere «profonda e crescente preoccupazione sui temi irrisolti relativi al programma nucleare iraniano, inclusi quelli che richiedono di essere chiariti per escludere l’esistenza di possibili aspetti militari».
Gli Stati Uniti, l’Unione Europea ed il Canada, hanno comunque imposto da quel momento nuove sanzioni miranti a paralizzare l’industria petrolifera iraniana. Nelle ultime settimane, misteriose esplosioni hanno colpito le installazioni dove veniva sviluppato un missile iraniano ed un impianto di conversione dell’uranio, inducendo il quotidiano israeliano Haaretz a proclamare nei propri titoli: «La guerra al programma nucleare iraniano è già iniziata».
Joseph A. Bosco, consulente per la Sicurezza Nazionale ed ex funzionario per lo scenario cinese dell’ufficio del Segretario alla Difesa, ha detto che era infastidito dai commenti di Zhang, ma non sorpreso.
Bosco ha detto che erano in linea con altri precedenti affermazioni bizzarre del funzionario militare cinese, ed anche coerenti con il sostegno cinese all’Iran.
In un’intervista telefonica ha anche dichiarato: «La Cina, come altri Paesi che si oppongono agli Stati Uniti, ha protetto l’Iran».
Stando a Bosco, il pensiero cinese è così riassumibile: «Il nemico di un mio nemico è mio amico».
Bosco ritiene che il fatto che in almeno in un caso un Generale sia stato promosso dopo aver reso una dichiarazione intimidatoria, aggiunge valore – se non un’approvazione ufficiale – a tale pubblica dichiarazione.
Aggiungendo: «Se fosse stato un Generale americano a rendere una simile dichiarazione, non sarebbe più al suo posto».
Nel 1995, il Partito Comunista Cinese – per protesta contro una visita del Presidente di Taiwan in USA – lanciò un missile contro Taiwan; per reazione gli USA mandarono delle portaerei nella regione.
In quel contesto, il Generale cinese Xiong Guangkai disse a Chas Freeman – ex assistente del Segretario della Difesa dell’United States Department of Defense, che se fosse scoppiata una guerra con Taiwan, la Cina avrebbe attaccato gli Stati Uniti, probabilmente con armi nucleari.
Successivamente, citando Xiong, Freeman affermò: «Alla fine, ti preoccupi più di Los Angeles che non di Taipei». Freeman non ha voluto commentare.
Nel gennaio del 1996, stando al suo curriculum ufficiale, Xiong Guangkai è stato promosso Assistant Chief of Staff del People’s Liberation Army (PLA) (Esercito Popolare di Liberazione, ndt).
Zhu Chenghu, alto generale nel People’s Liberation Army e decano del Defense Affairs Institute for China’s National Defense University of the People’s Liberation Army, ha anch’egli reso delle sorprendenti dichiarazioni.
Nel 2005, comunicava ad un giornalista del Wall Street Journal, che «Se gli americani avessero lanciato i propri missili e le proprie munizioni ‘intelligenti’ su di un bersaglio in territorio cinese, la Cina avrebbe dovuto rispondere con armi nucleari».
Aggiungeva poi che i cinesi «Si sarebbero preparati alla distruzione di tutte le città ad est di Xi’an. Naturalmente, gli americani avrebbero dovuto essere preparati al fatto che centinaia di città sarerebbero state, a loro volta, distrutte dai cinesi».
Il generale Zhu ha conservato questi suoi post sul PLA e presso la National Defense University, pur avendone successivamente ricevuto una leggera reprimenda ufficiale.
Le affermazioni belliche di Zhang, difensore dell'’Iran, hanno raccolto un certo scetticismo sull’internet cinese. Un internauta ha postato su un blog che tutti quelli che hanno ricevuto il sostegno del generale Zhang, alla fine hanno avuto una mala sorte. Un altro ha così commentato: «Se questo è vero l’Iran è in pericolo... Il nostro Paese dovrebbe fare prima di tutto il solenne giuramento di non usare l’Ammiraglio Zhang».
Matthew Robertson
Fonte > theepochtimes.com
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