lunedì 18 marzo 2013

Scientology al Cavaliere: «Non siamo una setta»




DOPO IL PARAGONE CON IL M5S, BRAMBANI: «NOI ABBIAMO REGOLE».

Scientology contro Silvio Berlusconi reo di aver paragonato  Scientology al M5s perché entrambe sono una «setta» e il rappresentante italiano si è arrabbiato.
NATURA RELIGIOSA. «Non sappiamo da quali fonti egli abbia attinto le informazioni su Scientology per poter fare una simile affermazione», ha detto Luigi Brambani, direttore affari pubblici della Chiesa nazionale di Scientology d'Italia. Il rappresentante ha attaccato la definizione data da Berlusconi e soprattutto l'aver definito la chiesa una setta. «Di certo le fonti consultate non sono le perizie degli esperti nazionali e internazionali di religione e nemmeno le sentenze italiane che hanno riconosciuto la natura religiosa di Scientology e la piena liceità delle attività delle sue chiese e missioni, tutelate quindi dagli articoli 8, 19 e 20 della costituzione italiana».
LE REGOLE DA NOI CI SONO. Brambani ha poi sottolineato: «Ci è invece chiaro l'intento con cui ha fatto quella dichiarazione e, sebbene non crediamo che impressioni alcuno, essa ci indigna perché proferita da chi si è sempre presentato ai cittadini italiani come difensore delle libertà fondamentali, tra cui la libertà di religione».
«Se ciò che preoccupa il Cavalier Berlusconi è la mancanza di certezze sulle regole di democrazia del Movimento 5 Stelle, allora il paragone con Scientology è fuori luogo poiché i codici interni della stessa sono ben noti e consultabili nei testi del fondatore, Ron Hubbard, disponibili in molte biblioteche pubbliche nazionali», ha concluso il rappresentante italiano.

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