R. – A la tres y media de Buenos Aires...
Alle tre e mezzo, ora di Buenos Aires, e alle sette e mezzo ora di Roma, sento la voce del Santo Padre che mi dice: “Ciao Alejandro, sono io”. Ed io ho risposto: “Padre Santo…dire sono io è dire sono Pietro!”. Mi dice: “Mi fai comunicare con la piazza?”. E rispondo: “Se mi dai un minuto” e subito abbiamo fatto il collegamento.
D. – E cosa ha detto alla Piazza?
R. – En primer lugar...Prima di tutto di pregare. Era contento che stavano pregando per lui e ha detto che la preghiera era il nutrimento di tutta la vita cristiana. Ha chiesto di lavorare per l’unità e di essere testimonianza cristiana nella realtà dove ciascuno vive. Poi ho fatto una piccola presentazione: 15 persone adulte sono venute per chiedere il Battesimo, per cominciare il cammino battesimale; ci sono state confessioni, benedizioni; c’è tutto il clero di Buenos Aires e la cattedrale è piena, adorando il Santissimo Sacramento.
D. – Questo è accaduto stanotte?
R. – Esta noche...
Sì, questa notte. Il Santo Padre ci ha ringraziato e poi soprattutto ha esortato alla preghiera e all’unità.
D. – E lei che cosa ha provato quando ha sentito la voce del Santo Padre al telefono?
R. – Un sentimiento incomprensibile...Ho provato qualcosa di incomprensibile, di gigantesco. E’ una cosa talmente strana sentire la voce di colui che era arcivescovo e che all’improvviso è quella del Santo Padre! La distanza tra Buenos Aires e Roma fa sì che se il Santo Padre si avvicina tramite i mezzi di comunicazione, ci appare come una figura quasi angelicale, invece a Roma, avendolo così vicino, si vede di più la persona concreta.
D. – In questo momento com’è la situazione in Plaza de Mayo? Ci sono molte persone?
R. – Yo no se calcular el numero...
Io non so calcolare il numero, però la piazza è piena e così anche la Avenida de Mayo. La gente in questo momento sta arrivando e ci sono sempre più perso
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