A Roma l'affitto proprio non va soprattutto per chi è onesto. Fare un regolare contratto d'affitto comporta più oneri che onori: Ma l'onesta sembra non pagare constatato che i "furbetti" sembrano avere il sopravvento....
«Col contratto siamo sui 350 euro, senza possiamo anche scenderà a duecento». Risponde così chi ha messo l’annuncio per un posto letto in un’abitazione di Casal Bertone. E come questo proprietario, tanti altri propongono agli studenti fuori sede i vantaggi economici di una sistemazione a buon mercato rigorosamente senza contratto, nonostante l’inasprimento delle sanzioni e le facilitazioni offerte dalla cedolare secca.
Nei giorni scorsi abbiamo risposto ad una ventina di offerte, pescate nel mucchio tra le bacheche delle facoltà e i siti di annunci su internet, e soltanto quattro padroni di casa hanno preteso di regolarizzare i pagamenti. Due su dieci, facendo una media. Per tutti gli altri il contratto non era previsto o comunque, durante la discussione, veniva rapidamente prospettata la possibilità di «mettersi d’accordo senza troppe formalità». Ovviamente questi numeri non hanno alcun valore statistico, ma il segnale che arriva dal mercato degli affitti studenteschi è fin troppo chiaro: mettersi in regola col fisco è un’attività che non va sicuramente di moda tra alcuni proprietari di case. Quasi tutti al telefono svelano il «doppio listino»: con contratto o senza. E quale studente rinuncerebbe all’offerta di risparmiare quasi metà dell’affitto? Cambiamo zona, Nuovo Salario: 250 euro per un posto letto, 360 per una singola. Sulle prime chi ha messo l’offerta parla di contratto. Quando però accenniamo alla possibilità di non regolarizzare per un generico problema legato al cambio di domicilio, subito arriva la formula di rito: «Certo, possiamo venirci incontro. E il prezzo cala un po’». Piazza dei Condottieri, l’annuncio parla di 225 euro per un posto letto con il mese di marzo gratis. Offerta molto conveniente, ma di contratto non si parla proprio. «Devo tamponare la stanza vuota fino a luglio, poi vediamo se andare avanti», si giustifica il proprietario. Poco lontano, al Prenestino, chiedono 350 euro per una singola. «Il contratto? Se proprio insiste…». Stesso discorso all’Appio Latino, con il prezzo che però sale: 280 euro per un letto, 450 per la singola. A Centocelle per una stanza siamo sui 350. Senza contratto: «Ce l’ha solo un inquilino, gli altri pagano a lui. In contanti». Contratto per un solo affittuario anche a San Lorenzo, prezzo decisamente più alto, siamo in piena «zona Sapienza»: 430 euro per una singola. Nonostante i vantaggi però chi decide di affittare in nero si assume anche dei rischi. La legge del 2011 sulla cedolare secca infatti prevede, per i proprietari che non hanno regolarizzato la situazione degli inquilini, che l'affitto in nero si trasformi in un regolare contratto di locazione della durata di 4 anni – rinnovabile per altri 4 - ad un canone mensile pari a tre volte la rendita catastale e quindi potenzialmente inferiore del 90% rispetto al prezzo di mercato. La nuova normativa offre a tutti gli affittuari in nero la possibilità di rivolgersi ad un avvocato dell'Unione Inquilini per denunciare il proprietario. Ma bisogna dimostrare di pagare un affitto e di non essere solo ospiti. È necessario quindi avere qualche ricevuta di pagamento oppure l’intestazione delle utenze di luce e gas. Perché se il proprietario si è sempre fatto pagare in contanti senza rilasciare ricevuta o non ha permesso agli inquilini di intestarsi le utenze nell'abitazione, sfruttare la legge per farsi ridurre il canone diventa difficile. A Roma, nel quartiere di San Lorenzo, un affittuario, con l'aiuto dell'Unione inquilini, ha ottenuto il contratto 4+4 che prevede un canone di 80 euro al mese. |
venerdì 22 marzo 2013
Roma capitale degli affitti in nero.
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