venerdì 7 giugno 2013

Alemanno sindaco di Roma: "Educazione, vita e famiglia mi sembrano tre pilastri importanti da cui far ripartire Roma. Lo scontro, oggi, non è tra Marino o Alemanno, ma fra due visione antropologiche differenti. Ai romani la scelta"

ELEZIONI; ALEMANNO RISPONDE
A MANIFESTO VALORI CRISTIANI

Il sindaco di Roma, Gianni Alemanno, risponde al Manifesto per Roma – Tre domande ai candidati Sindaci sui valori – pubblicato oggi da Avvenire e firmato da illustri personalità del mondo accademico e associativo romano e italiano. Nella risposta il Sindaco evidenzia la grande consonanza di valori e di ideali dell’Amministrazione con i valori richiamati dal Manifesto.

Questo è il testo della lettera:

«Al Comitato Identità e Valori per Roma
E, per conoscenza, al Direttore dell’Avvenire


Cari amici,
vi scrivo per rispondere alle sollecitazioni del manifesto pubblicato oggi sull’Avvenire e firmato da eminenti personalità del mondo accademico e associativo del nostro Paese.
Come prima cosa: grazie.
Perché in questa campagna elettorale questa vostra sollecitazione ci spinge a confrontarci sui contenuti e non già solamente sui botta e risposta polemici che interessano pochi e non portano da nessuna parte.

In questa campagna elettorale stanno dicendo che il governo di una città deve solo occuparsi di semafori, buche e aiuole.
Non è vero.
La visione del mondo, l’idea di uomo, è decisiva per orientare le scelte.
In particolare, di una città come Roma, Capitale d’Italia e culla del Cristianesimo.
I principi sono decisivi nelle scelte relative alle politiche familiari e sociali.
Sono decisivi negli indirizzi culturali ed educativi.
Sono decisivi nelle scelte economiche e di bilancio.
Per questo, il manifesto da voi pubblicato mi interroga e ci aiuta ad alzare il livello del dibattito politico.

Voi ponete tre quesiti a cui voglio rispondere con grande precisione. Ma permettetemi una breve premessa.
Oggi in Italia e in Europa è in atto uno scontro tra due visioni antropologiche antitetiche. Per questo diventa fondamentale avere una visione condivisa sull'uomo e sui principi non negoziabili. Da questi deriva ogni scelta politica concreta.

I fatti di Bologna, con l'inutilità del pericoloso referendum sui finanziamenti alle scuole paritarie, mostrano come stiamo andando incontro ad una deriva laicista e irrazionale. La libertà educativa oltre ad essere un principio non negoziabile si sposa con il principio della sussidiarietà di cui ci si riempie tanto la bocca senza riuscire mai a renderlo concreto e applicabile. La mia idea di futuro e di libertà educativa non può prescindere innanzitutto dal chiarire che non esistono scuole pubbliche e scuole private. Semmai, pubbliche statali e pubbliche paritarie.
In secondo luogo, non solo non ci sogneremmo mai di fare un referendum come è successo a Bologna, ma in questi anni abbiamo, nell'ottica della sussidiarietà, aperto oltre 4.000 posti nido in convenzione valorizzando in questo modo il terzo settore e le famiglie. Non solo, per la prima volta abbiamo anche adottato dei voucher educativi consegnati direttamente alle famiglie i cui bambini erano rimasti nelle liste di attesa.

La seconda sollecitazione che ponete mette al centro il tema della vita.
Sapete come la penso. Non solo per la mia presenza annuale alla Marcia per la Vita, ma per quanto detto e fatto in questi anni. Per comprendere la nostra visione porto, come esempio, un fatto concreto. Non parole, ma un provvedimento che ho portato avanti nonostante gli attacchi di tutti i giornali: il «Giardino degli angeli». Nel cimitero Laurentino, infatti, abbiamo aperto un'area per tutti quei bambini mai nati tanto preziosi per i loro genitori e che ci rifiutiamo di considerare semplici «rifiuti ospedalieri». Un fatto concreto che mostra la nostra visione della vita. Sono chiaramente contrario ad ogni forma di registro per il testamento biologico. Purtroppo in alcuni Municipi romani, quelli governati dalla sinistra più estrema, sono stati istituiti nonostante la loro inutilità a livello locale. La politica non deve lasciare solo chi vuole abortire o chi, malato, non ce la fa più e chiede di morire.

Sulla famiglia credo che Roma in questi anni sia stata un modello per le altre città. Non solo abbiamo strutturato politiche familiari che resteranno nel tempo, ma abbiamo istituito (ormai unica città in Italia) il Quoziente Roma che si propone di dare il giusto valore alla famiglia, in particolare quando è con figli. Applicato sulla TIA, che ha prodotto l'esenzione di 90mila famiglie dal pagamento della tariffa dei rifiuti, e sull'IMU esentando oltre 376mila famiglie. Anche qui più delle parole, la concretezza dei provvedimenti iniziati e che vogliamo continuare a portare avanti.
Purtroppo la Costituzione Italiana, negli articoli 29, 30 e 31 viene messa ogni giorno a dura prova. Anche qui ci sembrano non solo inutili, ma anche dannosi i registri per le unioni civili che,tra l'altro, come il vostro giornale ha sottolineato qualche settimana fa, sono inutili perché dal 2005 ad oggi hanno visto l'iscrizione di appena 49 coppie.
Ma il ruolo di Roma riguardo le politiche familiari è e deve essere quello di essere un traino affinché anche a livello nazionale venga concretizzato il Fattore Famiglia. Se ne parla da tanto. Troppo tempo. Serve solo la volontà politica.

Educazione, vita e famiglia mi sembrano tre pilastri importanti da cui far ripartire Roma.
Lo scontro, oggi, non è tra Marino o Alemanno, ma fra due visione antropologiche differenti.
Ai romani la scelta».

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