Se ne è andata da quell'uomo che tanto ha amato e che ha già ritrovato lassù "nella casa del padre celeste". Si è spenta Agnese Borsellino, moglie di Paolo, magistrato indimenticabile nella storia dell'Italia e goccia nell'oceano di una nazione dove l'omertà, il silenzio, il super ego ed il disinteresse per il prossimo giganteggiano da sin troppo tempo. Loro, una coppia d'altri tempi, lui "combattente" di etica e moralità ineccepibile, lei degna compagna (silenziosa e quasi invisibile) di vita, madre e moglie inappuntabile. Ora sono insieme e questa volta il loro amore non sarà "troncato" da un attentato ma sarà PER SEMPRE!
A darne notizia Salvatore, fratello del magistrato assassinato il 19 luglio 1992 in via d'Amelio e fondatore delle Agende Rosse, con un post sulla sua pagina Facebook:"E' morta Agnese. E' andata a raggiungere Paolo. Adesso saprà la verità sulla sua morte".
Figlia di Angelo Piraino Leto, presidente del tribunale di Palermo, ha sposato Paolo nel 1968 dal quale ebbe tre figli. Dopo via d'Amelio Agnese Borsellino si oppose ai funerali di Stato: "Non merita questi uomini". E' stata lei a raccontare i tormenti del marito nei 57 giorni che separano l'attentato a Falcone dall'eccidio del 19 luglio. Fu sempre lei a ricordare le parole di Paolo Borsellino, pochi giorni prima di essere assassinato: "Ho visto la mafia in diretta".
Lo scorso mese di dicembre, commentando il conflitto d'attribuzione sollevato dal Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano nei confronti della Procura di Palermo che indaga sulla trattativa Stato-mafia, Agnese Borsellino disse a Servizio Pubblico di Michele Santoro: "Non ho il titolo né la competenza per commentare conflitti di attribuzioni sorti tra poteri dello Stato, ma sento di avere il diritto, forse anche il dovere di manifestare tutto il mio sdegno per un ex ministro, presidente della Camera e vice presidente del Csm, che a più riprese nel corso di indagini giudiziarie, che pure lo riguardavano, non ha avuto scrupoli nel telefonare alla più alta carica dello Stato, cui oggi io ribadisco tutta la mia stima, per mere beghe personali".
Il chiaro riferimento è a Nicola Mancino.
"Non sorprende che l'attenzione dei media si sia riversata sul Quirinale, ma il protagonista di questa triste storia è solo il signor Mancino, abile a distrarre l'attenzione dalla sua persona e spregiudicato nel coinvolgere la Presidenza della Repubblica in una vicenda giudiziaria, da cui la più alta carica dello Stato doveva essere tenuta estranea".
"Oggi io, moglie di Paolo Borsellino, mi chiedo: chi era e quale ruolo rivestiva l'allora ministro dell'Interno Nicola Mancino, quando il pomeriggio del primo luglio del '92 incontrò mio marito? Perché Paolo rientrato la sera di quello stesso giorno da Roma, mi disse che aveva respirato aria di morte?".
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