Il governo Letta ha una data di scadenza: domenica 25 maggio 2014, giorno in cui si terranno le elezioni per il rinnovo del Parlamento europeo, ci saranno anche le consultazioni politiche. Quindi l'esecutivo di grande coalizione durerà meno di un anno. A rivelarlo adAffaritaliani.it è uno dei massimi esponenti del Popolo della Libertà, ex ministro e da sempre vicinissimo a Silvio Berlusconi. La strategia del Cavaliere - inconfessabile a microfoni accessi - è quella di lasciare che esplodano con il tempo le contraddizioni nel Partito Democratico in modo che a staccare la spina a Letta siano i malpancisti del Pd. L'ex premier vuole tenere il profilo responsabile e istituzionale, anche se dietro le quinte lavora per ripresentarsi candidato premier tra dodici mesi con una mega alleanza con Lega, Fratelli d'Italia, Udc e Scelta Civica in caso di battere la concorrenza del Centrosinistra probabilmente guidato da Matteo Renzi.
E' chiaro, quindi, che le riforme costituzionali non si faranno. Non c'è tempo e non c'è nemmeno la volontà politica di restare con il governissimo per almeno tre anni. Lo sanno nel Pdl, lo sanno nel Pd. E lo sa anche Letta. Ma nessuno lo può e lo vuole ammettere. Le uniche riforme che si porteranno a termine saranno quella elettorale, con un ritorno al Mattarellum modificato rispetto alla versione originale (o con un aggiustamento del Porcellum per evitare il pareggio al Senato), e qualcosa sul lavoro (abolizione delle norme Fornero) e sulle tasse. L'importante per Berlusconi in quest'anno è rassicurare l'Europa e la Bce con Letta, sperare che a fine settembre la Merkel venga sconfitta nelle elezioni in Germania e poi ripresentarsi come il salvatore della patria in primavera. Niente riforma della Giustizia, dunque. Tema delicatissimo che il Pdl userà furbescamente di tanto in tanto per far innervosire una parte del Pd e per creare le condizioni affinché l'esecutivo cada alla fine dell'inverno del 2014.
Fonte: Affari Italiani
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