mercoledì 11 dicembre 2013

Brusca: "Strage Capaci per impedire elezione Andreotti a Quirinale"

La mafia non voleva l'elezione di Giulio Andreotti al Quirinale e per questo accelerò la strage di Capaci in cui perse la vita il giudice Giovanni Falcone. È quanto ha spiegato il collaboratore di giustizia Giovanni Brusca nel corso della sua deposizione al processo sulla trattativa Stato-mafia in corso nell'aula bunker di Milano. "La strage di Capaci fu accelerata per influire sulla nomina del presidente della Repubblica".

L'ex boss ha rivelato anche delle divergenze tra Riina e Provenzano su dove uccidere il giudice Falcone, che inizialmente doveva essere assassinato a Roma. Riina, decise invece che doveva essere ucciso a Palermo e incaricò proprio lui di procedere "con mille chili di esplosivo", perché chi doveva farlo "stava perdendo tempo".

Sempre secondo Brusca, la decisione di uccidere Falcone fu presa nel 1991 da Totò Riina che nel corso di una riunione "disse che dovevano morire tutti, che si voleva vendicare perché i politicanti lo stavano tradendo, e fece i nomi di Falcone, che era un suo chiodo fisso, di Borsellino, di Lima, di Mannino, di Martelli e di Purpura". I magistrati erano il primo obiettivo di Cosa Nostra, a cui dovevano seguire i politici che avevano tradito non facendo l'interesse dell'organizzazione mafiosa.

"Si parlò - ha dichiarato il collaboratore - anche di 'rompere le corna' ad Andreotti, non nel senso di ammazzarlo ma di metterlo in difficoltà, di rovinarlo politicamente, non facendolo diventare presidente della Repubblica: e abbiamo vinto"

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