Festeggiare il Primo Maggio è uno stanco rito assolutorio dei responsabili, di sindacati complici, di prenditori di appalti pubblici di Confindustria, di partiti che hanno occupato lo Stato. È la celebrazione di Caporetto e dell'otto settembre», che ha «il profumo rancido del 2 novembre dei lavoratori». Così Beppe Grillo.
«Il primo maggio era la festa dei lavoratori. Ora è la festa dei disoccupati e del concertone a Roma. C'erano un tempo “panem et circences”, sono rimasti i circences, ma solo una volta all'anno con in tribuna, al posto di Caligola o Diocleziano, i reggenti della Triplice Sindacale». Lo scrive Beppe Grillo sul suo blog, in un post dal titolo “Gli struzzi del Primo Maggio”. «Chiude un'azienda al minuto, la disoccupazione giovanile ufficiale ha raggiunto il 38,4%. L'Italia è diventata una Nazione di cassintegrati, esodati, disoccupati, precari e emigranti. È un travaso di sangue, di intelligenze - scrive il leader del Movimento 5 Stelle - L'Italia è la seconda nazione europea per numero di emigrati dopo la Romania. Il Paese si regge sul nulla. Chiacchiere e inciucio».
«Il gettito fiscale e Irpef sta crollando per la scomparsa di aziende e lavoratori dipendenti - sottolinea Grillo - L'Italia si sta fermando come una grande macchina colpita dalla ruggine, un componente dopo l'altro, fino all'immobilità». «Quattro milioni di dipendenti pubblici, 19 milioni di pensionati, mezzo milione di persone che vive di politica sono insostenibili per un Paese senza sviluppo da 15 anni, con un Pil in discesa libera ben prima della crisi del 2008», prosegue. Il primo maggio «è la celebrazione di Caporetto e dell'otto settembre a reti unificate. Un'allegria di un giorno che ha il profumo forte e rancido del 2 novembre dei lavoratori. La Cgil ha detto che “è un fatto positivo” che il Nipote di suo Zio abbia “toccato molti punti che sono stati sollevati anche dai sindacati”. Prosit»
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