venerdì 3 maggio 2013

Biancofiore e polemiche


Per colpire la 'pasionaria' del Pdl vengono rispolverate vecchie dichiarazioni. Pd e Sel sulle barricate: "Una scelta infelice"


L'infornata di sottosegretari fatta ieri, giovedì 2 aprile, dal governo Letta ha suscitato qualche mal di pancia. Soprattutto dalle parti del Pd e di Sel. In particolare, nel mirino della sinistra è finita Micaela Biancofiore, la pasionaria del Cav nominata sottosegretario alle Pari opportunità. La rivolta di ampi settori della sinistra politica e di parte dei mezzi d'informazione è dovuta ad alcune sue dichiarazioni considerate omofobe sui gay e sui trans. 
 Lo scorso gennaio, ospite di Klauscondicio, la Biancofiore ha dichiarato: "Sono dell'opinione che le unioni gay non siano assolutamente una priorità per gli italiani. Purtroppo qualcuno nasce con una natura diversa, tra l’altro una natura che non ti fa avere una vita facile. Sono persone che considero al pari di me. Non c’è solo l’eterosessualità, ma anche una sessualità diversa, che oggi, purtroppo, è estremamente comune. Ribadisco il mio no ai matrimoni gay". Oppure: "Chi va con i trans ha seri problemi di posizionamento sessuale. Capisco i trans che si operano, ma non vedo perché si dovrebbe consentire un matrimonio tra un ‘uomo uomo’ e un ‘uomo che vuole sembrare donna e mantiene l’organo maschile’. Lo apprezzerei piuttosto se facesse l’operazione". 
 Parole che adesso, a distanza di mesi, vengono "rispolverate" soprattutto da esponenti della comunità gay, come Ivan Scalfarotto (Pd) e Alessandro Zan (Sel). Ha dichiarato il parlamentare del Pd: "Devo ammettere che la nomina di Michaela Biancofiore come sottosegretario alle pari opportunità mi ha preso in notevole contropiede e ha esaurito rapidamente la soddisfazione per la scelta di Josefa Idem al corrispondente incarico ministeriale". Più duro il giudizio dell'esponente di Sel: "C'è da chiedersi quale sarà la politica di Michaela Biancofiore sui gay. La neo sottosegretaria alle pari opportunità fedelissima di Berlusconi sembra una scelta infelice per un dicastero a cui sono demandate anche scelte politiche sul fronte dei diritti gay".  Pronti ad una nuova disputa?


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