martedì 16 aprile 2013

L'Amore e le relazioni di dipendenza




La dipendenza affettiva si instaura in contesti relazionali-affettivi in cui in genere uno dei partner mostra segni di dipendenza verso l’altro, oppure nel caso in cui, un individuo, vede nel legame con un’altra persona, spesso problematica o sfuggente, l’unico scopo della propria esistenza e il riempimento dei propri vuoti affettivi. In altre parole, i propri bisogni e desideri individuali vengono negati e annullati in una relazione di dipendenza assoluta.
La solitudine di cui l’uomo soffre è dovuta soprattutto alla perdita del rapporto affettivo simbiotico che aveva nella prima infanzia con le figure parentali. Per sfuggire a questa sofferenza spesso cerca di riprodurre con figure sostitutive il rapporto affettivo che aveva coi genitori, con la differenza che nell’infanzia, un rapporto di dipendenza è più che giustificato. Inoltre esperienze di abbandono, violenze fisiche e psichiche lasciano un segno doloroso e possono predisporre la persona a “tormentarsi d’amore” nella vita adulta e a instaurare rapporti basati sulla dipendenza affettiva.

Per lo più si tratta di bambine (questo tipo di dipendenza ha connotazioni tipicamente femminili) costrette a diventare adulte prima del tempo, obbligate per forza di cose a occuparsi del genitore o dei fratelli. Bimbe buone e brave, angioletti che hanno imparato presto a cucinare, a fare le pulizie e andare bene a scuola. Quando si diventa “grandi” si sente l’esigenza di continuare a salvare le persone care ripetendo un copione familiare. La devozione amorosa non riguarda solamente il partner ma anche il proprio genitore, i propri figli. Per la donna queste sono persone da amare in modo assoluto, cioè in virtù di un vero e proprio annullamento di sé. Di solito sono donne innamorate di un uomo sposato, di una persona già impegnata, vivono nella perenne speranza che lui ritagli un po’ di tempo per loro e addirittura che lui lasci la propria donna. Speranza, questa, alimentata dalle ricorrenti promesse di lui. Sono spesso compagne di alcolisti o tossicodipendenti, mogli vittime di violenze fisiche e psicologiche, ma anche innamorate silenti del capoufficio da cui si lasciano maltrattare pur di sentirsi importanti, tutto questo a causa di quella “devozione o di quel rispetto” che porta il nome di dipendenza affettiva.

Donne abituate a considerarsi fragili, dipendenti, bisognose di protezione e di un punto di riferimento. Le donne che amano troppo hanno la vocazione a sopportare qualsiasi mancanza di rispetto da parte dell’innamorato purchè le rassicuri e, per evitare che lui fugga, si adatteranno a fare da infermiera, da mamma, confidente etc. Donne indebolite da una scarsa fiducia in loro stesse, con alla base una predominante sensazione di non poter vivere senza l’uomo che amano e che sentono di contare qualcosa solo nel ruolo di sofferenti salvatrici. Lo scenario appare drammatico ma la dipendenza affettiva può davvero portare al totale annullamento di sè.
Le cause della dipendenza affettiva. A seconda della modalità con cui  ha sviluppato l’attaccamento tramite la madre, il bambino, crescendo ricercherà altre figure di riferimento configurando quattro stili di attaccamento nell’età adulta.
Attaccamento sicuro - L’amore sicuro. Quando la dipendenza affettiva non c’è nella vita adulta.
I bambini che hanno potuto sviluppare un attaccamento di tipo “sicuro” e per cui hanno ricevuto risposte adeguate ai loro bisogni, saranno adulti che hanno la capacità di vivere esperienze intime gratificanti. Hanno fiducia negli altri, riescono a chiedere e a ricevere aiuto. Hanno una buona stima di sé e una buona visione degli altri. Non hanno bisogno di essere protetti, danno importanza alle relazioni intime che sviluppano. Non hanno rabbiosi coinvolgimenti con i loro genitori.
Attaccamento ansioso ambivalente – L’amore ossessivo
Nell’attaccamento di tipo “ansioso ambivalente” il bambino ha avuto delle risposte di tipo ansioso o ambivalente ai suoi bisogni. Può aver avuto genitori iperprotettivi e preoccupati ed essere stato a sua volta un bambino incline all’angoscia di separazione. L’esplorare il mondo gli ha creato ansia.
Le persone adulte che hanno sviluppato questo tipo di attaccamento sono persone che nelle relazioni intime si pongono in modo ansioso. Hanno bisogno di continue conferme da parte del partner. Temono di essere trascurati, provano rabbia nell’ipotesi che ciò avvenga. Possono mostrare coinvolgimento di tipo rabbioso nell’attuale relazione con i propri genitori.

Attaccamento evitante distanziante – L’amore freddo distaccato
I soggetti che hanno un tipo di attaccamento “distanziato/distaccato” sono stati bambini che hanno avuto relazioni con la propria figura di riferimento poco affettive. Sono stati poco consolati. Hanno esplorato il loro spazio ambientale in modo difensivo. Il genitore spesso ha manifestato avversione per il contatto fisico del bambino ed egli non ha avuto aspettative sicure riguardanti le risposte ai propri bisogni di attaccamento. Le espressioni emotive della madre sono state inibite.
Da adulti questi soggetti enfatizzano la loro indipendenza e autonomia. Hanno difficoltà a condividere l’intimità emotiva con il proprio partner o con gli amici. Le relazioni intime soni vissute con diffidenza. Contano solo su se stessi.
Attaccamento disorganizzato – L’ amore patologico
I soggetti con questo tipo di attaccamento hanno alle spalle storie di abuso da parte delle figure parentali sia fisiche che psicologiche. Il termine “disorganizzato” si riferisce all’evidente mancanza, da parte del bambino, di risposte concrete per organizzare un’esperienza di conforto e sicurezza in situazioni difficili o di stress. Solitamente un comportamento del genere viene osservato in bambini di madri depresse, maltrattanti o alcoliste. In età adulta queste persone si coinvolgono in relazioni impossibili e distruttive con persone violente e aggressive. Pertanto la modalità adulta di relazionarsi sarà quella di attacco – difesa – congelamento.
Quando intraprendono una relazione diventano infelici e annoiati, (ogni pretesto è buono per litigare) quando non l’hanno si sentono soli e disperati. Sono alla ricerca costante di un partner sessuale o di una nuova storia (si innamorano subito con il classico colpo di fulmine). Prediligono storie con persone più mature, inoltre possono non avere preferenze di genere sessuale, potrebbero, pertanto, instaurare un rapporto di dipendenza affettiva sia con un partner uomo che donna, a prescindere dalla propria sessualità.
Aspetti psicopatologici (commorbilità)
Gli individui che soffrono della dipendenza affettiva possono associare altri aspetti psicopatologici quali
  • Disturbo dipendente della personalità
  • Disturbo borderline della personalità
  • Disturbo narcisistico della personalità
  • Disturbo schizofrenico della personalità
  • Ansia
  • Depressione
  • Autolesionismo
  • Erotomania
Aspetti sintomatici
I soggetti che soffrono di dipendenza affettiva configurano i seguenti schemi di pensiero
  • tendenza a sottovalutare la fatica connessa a ciò che serve per aiutare la persona amata al punto da raggiungere, senza percepirlo in tempo, livelli elevati di stress psicofisico.
  • Terrore dell’abbandono che porta a fare cose precedentemente impensabili pur di evitare la fine della relazione.
  • Tendenza ad assumersi abitualmente la responsabilità e le colpe della vita di coppia;
  • autostima estremamente bassa e una conseguente convinzione profonda di non meritare la felicità.
  • Tendenza a nutrirsi di fantasie legate a come potrebbe essere il proprio rapporto di coppia se il partner cambiasse, piuttosto che a basarsi su pensieri legati al rapporto attuale e reale.
  • Propensione a provare attrazione verso persone con problemi e contemporaneo disinteresse e apatia verso persone gentili, equilibrate, degne di fiducia, che invece suscitano noia.
  • Tendenza ad usare il sesso, l’intrigo e la seduzione per tenere vicino il partner
Risolutiva è la psicoterapia di gruppo tra persone che vivono lo stesso problema perché ciò consente di prendere un impegno con gli altri, davanti agli altri e di cominciare a riconoscere le distorsioni della realtà. Attraverso il confronto del proprio vissuto  con altri vissuti di vita si possono vincere le difese che non permettono di vedere la verità sulla propria storia personale.
Casi clinici mediatici.
La vicenda di  Annamaria Franzoni, rapresenta per antonomasia,  nel quadro di attaccamento evitante disorganizzato, il punto di rottura di un equilibrio lentamente minato dall’interno.

La sentenza definitiva riconosce alla donna condannata per infanticidio un disturbo psicologico di tipo ansioso, legato a problemi familiari. Poichè tale forma di disturbo non è considerata causa sufficiente di vizio di mente (infermità), la donna sta scontando la sua pena interamente in stato di detenzione carceraria e non in struttura psichiatrica (Ospedale Psichiatrico Giudiziario).
La vicenda di Sarah Scazzi. Secondo una valutazione multiassiale (DSM-IV), Sabrina sembra essere affetta da“Disturbo di schizofrenia paranoide in asse I“  nel quale l’ alterazione dell’umore e i sintomi della fase attiva della schizofrenia ricorrono assieme e sono seguiti da stadi di deliri o allucinazioni con rilevanti sintomi della sfera affettiva (attaccamento ansioso ambivalente)  e da “Disturbo Borderline di personalità in asse II” caratterizzato da instabilità delle relazioni interpersonali, dell’immagine di sé e degli affetti e da marcata impulsività”. (Ribadisco valutazione estremamente personale)
La vita di oggi è sempre più appesa ad un filo; si muore per strada, si muore per errore, si muore perchè si è nel posto sbagliato al momento sbagliato, si muore per un ubriaco che ti taglia la strada, si muore per troppo odio ma si muore anche per mano di chi ci ama.
“L’amore non bisogna implorarlo e nemmeno esigerlo. L’amore deve avere la forza di attingere la certezza in se stesso. Allora non sarà trascinato, ma trascinerà”. (Hermann Hesse)

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