La settimana santa è stata particolarmente difficile e con molte vittime, come riferisce monsignor Audo, Vescovo di Aleppo e Presidente di Caritas Siria. «La violenza colpisce tutti. C’è un continuo spostamento di famiglie, cristiane e musulmane in cerca di luoghi più sicuri. Manca spesso l’acqua, l’elettricità, i telefoni non funzionano, a volte per dei giorni». Il quadro che restituisce il racconto del vescovo di Aleppo è agghiacciante: «Ho l'impressione che le persone siano sempre più spossate. Sono tutti divenuti poveri e ognuno è alla continua ricerca di qualcosa da mangiare per sè e per la propria famiglia».
Oltre alla fame, alle bombe e alla mancanza di sicurezza «molti di quanti hanno scelto di rimanere hanno subito stupri, esecuzioni sommarie davanti ai loro familiari», riferisce monsignor Audo. Chi si rifiuta di collaborare, viene ucciso immediatamente. Come è successo a un notabile musulmano della regione di Jabal-es-Saydeh, decapitato perché si era rifiutato di spingere la sua gente alla lotta violenta. «Non si sa nemmeno dove seppellire i morti, perché i cimiteri sono in territorio pericoloso».
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