mercoledì 17 aprile 2013

Francia: manifestano in silenzio contro il matrimonio gay seduti vicino al Parlamento arrestati 67 giovani




manif-pour-tousSono stati rilasciati ieri sera i 67 giovani sostenitori della Manif Pour Tous contro la legge sul matrimonio gay che dall’una di notte di ieri sono stati detenuti in un commissariato di Parigi. I giovani francesi, riuniti nel gruppo Camping Pour Tous, avevano deciso di protestare sedendosi in totale silenzio vicino al Parlamento francese. Insieme a loro, c’era anche il senatore Pozzo di Borgo. Secondo un comunicato della Manif Pour Tous uscito ieri pomeriggio «non hanno fatto niente che giustifichi la loro detenzione da oltre 12 ore. La democrazia e la libertà di espressione sono di nuovo minacciati. La Francia è evidentemente governata da un gruppo che usa metodi da regime di polizia». Il loro caso ricorda quello di Franck Talleu, fermato e  multato solo perché portava la maglia con il logo di una famiglia.
«È UN ABUSO». I giovani hanno rischiato secondo gli avvocati un anno di prigione e 15 mila euro di ammenda per «non essersi dispersi dopo l’avviso» della polizia, anche se non turbavano in nessun modo la quiete pubblica manifestando da seduti in totale silenzio. Uno degli avvocati ha dichiarato riguardo all’arresto: «Si tratta di una reazione sproporzionata. È un abuso, un’intimidazione che ha come obiettivo quello di sradicare alla radice ogni tipo di protesta». Un altro avvocato: «In 20 anni di lavoro non ho mai visto niente del genere».
«REPRESSIONE POLITICA». Il senatore Pozzo di Borgo, che non è stato arrestato insieme ai giovani, ha dichiarato ieri: «Apprendo che i giovani che sono stati arrestati sotto i miei occhi nonostante fossero calmi e pacifici sono ancora in detenzione. In piazza Edouard Herriot [dove si trovavano, ndr] tutti i giorni ci sono manifestazioni rumorose di sindacati, di stranieri di ogni tipo, di associazioni diverse e mai nessuno è stato arrestato. Loro, che stavano in silenzio, li hanno subito portati via». Conclude Pozzo di Borgo: «Questa è repressione politica».


Fonte: Tempi.it 

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