martedì 5 marzo 2013

Salute e benessere: perchè si sviene?



In medicina viene chiamata lipotimia, una transitoria perdita della normale attività della coscienza dovuta a un'improvvisa mancanza di afflusso di sangue al cervello a seguito di un altrettanto improvviso abbassamento della pressione sanguigna.

Lo svenimento è preceduto da pallore, vertigini, sensazione di nausea, ronzio alle orecchie, annebbiamento della vista, sudorazione fredda. Dopo questi segnali d'allarme, la persona perde coscienza per un periodo di tempo che difficilmente supera i 2-3 minuti.

Quando capita è bene che la persona venga fatta sdraiare con le gambe leggermente sollevate.

A volte, a causare lo svenimento è il caldo eccessivo accompagnato da un'insufficiente cessione di calore da parte dell'organismo attraverso il sudore. In questo caso si parla di collasso.

Si può verificare a causa di un'esposizione prolungata al sole oppure alle alte temperature ambientali, in particolare in persone che sono sottoposte a sforzi fisici o ad attività molto impegnative.

Il calore del corpo tende ad aumentare durante un'esposizione prolungata al caldo, ma poiché la temperatura corporea deve essere mantenuta il più possibile costante, l'organismo attiva i meccanismi preposti alla dispersione del calore. Il più efficiente è costituito dalla sudorazione, che comporta una perdita di acqua e sali minerali contenuti nel sudore, che può raggiungere valori considerevoli. Sudando molto senza reintegrare l'acqua persa, si riduce il volume del sangue e si abbassa bruscamente la pressione arteriosa, fino a mettere in crisi la circolazione del sangue. Sudare sottrae al corpo alcuni sali (il potassio) fondamentali per l'attività elettrica del cuore. Se il livello di questi sali (elettroliti) si riduce eccessivamente viene scompensata l'attività cardiaca con le conseguenze del caso (collasso, momentaneo arresto cardiaco).
Pochi istanti prima di svenire, la persona avverte un senso d'ansia, stanchezza e mal di testa. La respirazione e la frequenza cardiaca aumentano, la cute diventa pallida, fredda e sudata, le pupille dilatate. Il collasso è di breve durata e si risolve spontaneamente o in posizione supina (a pancia in su) con il sollevamento degli arti inferiori.
Il colpo di calore colpisce persone giovani che si sottopongono a sforzi estremi oppure anziani o malati in cui i meccanismi di termoregolazione non funzionano perfettamente.
Rischiare un colpo di calore è più facile se si stanno prendendo certi farmaci, per esempio i diuretici e il propanololo (usati per la pressione alta).
Quando una persona ha avuto un collasso, portarla in un luogo fresco e cercare di abbassarne la temperatura. Farla sdraiare sulla schiena tenendole le game sollevate: la testa deve essere la parte più in basso di tutto il corpo. Gli abiti devono essere slacciati, la cintura ed eventualmente la cravatta allentate.
Se ci si trova in un ambiente chiuso è bene aprire le finestre o ventilare la persona, agitando un ventaglio o un giornale sul viso.
Quando riprende conoscenza, è importante che stia sdraiata, sempre a gambe sollevate, per almeno una ventina di minuti (per evitare un nuovo svenimento) e le si può dare una bevanda fresca, non ghiacciata (ma niente di alcolico o contenente tè o caffeina) che gli consenta di reintegrare acqua e sali.
Una "perdita di coscienza" improvvisa può essere causata da una diminuzione del flusso di sangue che arriva al cervello con riduzione all'apporto di ossigeno, a causa di un malfunzionamento del cuore. In questi casi si parla di sincope cardiaca.
Succede perché il sangue pompato dal cuore e diretto al cervello è insufficiente. All'origine può esserci un'ostruzione dovuta a malattie a carico del cuore che ne impediscono il normale funzionamento (la cardiomiopatia ostruttiva, la stenosi aortica, la stenosi mitralica, il malfunzionamento di una protesi valvolare, le cardiopatie congenite), alcuni disturbi del ritmo cardiaco (la bradicardia, le bradiaritmie, la tachicardia) o da entrambe le condizioni contemporaneamente.
Lo svenimento è preceduto da profondo senso di angoscia, pallore, sudorazione, sbadiglio, ronzio agli orecchi, malessere, nausea, capogiri, vertigini.
La persona svenuta va mantenuta in posizione distesa, in modo che la testa sia allo stesso livello del corpo o leggermente al di sotto, con le gambe sollevate. Bisogna cercare di facilitare la respirazione, slacciando indumenti eccessivamente stretti che potrebbero limitare il passaggio dell'aria. La persona dovrà mantenere questa posizione finché non avrà ripreso conoscenza e non saranno migliorate le condizioni generali, come il colorito o la respirazione.

In base alla causa, il medico prescriverà alcuni farmaci per regolarizzare il ritmo cardiaco o consiglierà un intervento chirurgico qualora i farmaci non dovessero funzionare.
Lo svenimento può essere anche dovuto al cattivo funzionamento del sistema neurologico (cervello, midollo spinale, nervi), che agisce sul sistema cardiovascolare (cuore, vasi sanguigni). Una malattia o una disfunzione del sistema nervoso può provocare lo svenimento.
La parte del sistema neurologico maggiormente coinvolta è il sistema autonomo. È importante nel regolare la normale respirazione, la velocità del ritmo del cuore, la pressione del sangue.
A volte il calo di pressione di sangue che arriva la cervello è dovuto a un'ostruzione delle stesse arterie deputate all'irrorazione cerebrale per la presenza all'interno di coaguli di sangue che ne ostacolano il giusto afflusso al cervello. In questi casi, è indicata la cura con farmaci anticoagulanti o antiaggreganti.
Lo svenimento può avvenire anche a causa di fattori emotivi, come una forte emozione o per un dolore improvviso e violento, situazioni che possono portare a una eccessiva stimolazione del nervo vago, causando riduzione improvvisa della frequenza cardiaca e della pressione. In questo modo può anche agire uno stato di stanchezza eccessiva.
A volte la prolungata posizione eretta porta il sangue a ristagnare negli arti inferiori e può causare carenza di circolazione al cervello, con conseguente svenimento. Un improvviso calo di zuccheri, specialmente nelle persone diabetiche in trattamento con insulina, può causare malesseri che vanno dalla perdita di coscienza al coma.

Nessun commento:

Posta un commento