Visita pre elettorale della Kyenge al campo rom di via Gordiani a Roma, dove 245 rom vivono nei container. Allo slogan “siamo tutti clandestina” la ministra ha coniato il nuovissimo”siamo tutti rom”. E a beneficio della stampa presente, tanto buonismo e vittimismo. “Noi rom siamo discriminati. Se io voglio lavorare devo nascondere la mia etnia” le dice qualcuno, prendendole la mano.
LA ministra ha scoltato tutti, con attenzione, poi ha posto il problema dello stato giuridico dei nomadi: “La sfida più grande è definire il loro status giuridico, perché risolverebbe il problema nell’immediato e per le generazioni del futuro: queste persone non hanno accesso ai servizi. La questione va risolta alla radice: bisogna risolvere il nodo dei documenti. E questo è un processo che va accompagnato da una campagna contro la discriminazione”.
La Kyenge ha quindi spiegato che l’Italia sta lavorando nell’ambito di una Strategia nazionale di inclusione dei Rom, Sinti e Caminanti. Ha poi sottolineato l’importanza di prevenire il fenomeno della dispersione scolastica e perseguire una linea di integrazione lavorativa. Tuttavia, forse la Kyenge non sa che larga parte dei bambini che vivono nei campi rom, non vanno a scuola perché le famiglie li utilizzano in modo illeciti, facendogli chiedere l’elemosina per strada o rubando, soprattutto su tram, metropolitane, ecc.
Anche per quanto riguarda il razzismo di cui parlano e di cui si sentono vittime i rom, il ministro dovrebbe sapere che i cittadini italiani che vivono nelle vicinanze di questi campi nomadi non sono razzisti, né intolleranti, ma pieni di rabbia per l’esponenziale crescita di episodi di criminalità, dei furti negli appartamenti, delle intimidazioni.
Fonte: www.secoloditalia.it
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