Roquebrune Cap Martin è un comune poco lontano da Ventimiglia, un mare che spiega perché questo tratto si chiami Costa Azzurra e una "promenade" persa tra mirti, pini marittimi e fiori che s’affaccia su Montecarlo.
Un comune di 13mila abitanti, niente a che fare con grandi città come Roma o Parigi. Eppure è proprio qui, a due passi dall’Italia, che una piccola amministrazione ha voluto un «eco-quartier», un quartiere urbano costruito su una vecchia fabbrica dell’Edf, pensato per ridurre al minimo l’impatto sull’ambiente e garantire un’alta qualità della vita.
Passeggiando in avenue de la Plage, per ora, s’intravede il futuro della zona, anche se a farla da padrona sono ancora gru e muratori e alcuni alberi che sono già stati piantumati.
Resta facile immaginarsi qui tra qualche mese, appena il cantiere sarà finito: disegni e grafici dell’artista Regis Pulisciano mostrano infatti mamme a piedi con passeggini, biciclette, auto elettriche, aiutano a capire il futuro - a colori - di quest’area. Un domani di «harmonie» e «paysage», «nature» e «ressources perennes». Il quartiere conterà alloggi, uffici, un polo multimediale, una scuola, ma anche un punto dove ricaricare le auto elettriche. La circolazione sarà pedonale in gran parte dei percorsi e le auto, al massimo, andranno a 20 chilometri orari. Riscaldamento e acqua calda saranno garantiti grazie a un progetto all’avanguardia che permette di recuperare calore dal nuovo impianto municipale di trattamento delle acque reflue. Così s’eviterà l’emissione di circa 190 tonnellate di carbonio all’anno.
Mais il y a encore..... Tutti gli stabili sono stati costruiti secondo i massimi standard dell’efficienza energetica, usando materiali ecologici e criteri di qualità ambientale per la costruzione.
Gli impianti regoleranno caldo e freddo secondo le reali esigenze degli edifici.
Con un vantaggio per tutti, a partire dalla bolletta energetica con una riduzione del 15-20 rispetto al costo normale.
Progettazione bioclimatica, particolare attenzione al comfort estivo (filtri solari, inerzia, simulazione termica dinamica) sono le altre caratteristiche del progetto.
Insomma: il meglio che architettura e ingegneria possano inventare. Il risultato, per dirla alla francese, sarà «un mode de vive eco-citoyen». E non un caso se qui, da 15 anni, nelle scuole si studia a scuola a diventare «citizen eco».
Patrick Cesari, il sindaco, ha dichiarato che lo sviluppo sostenibile è «al centro delle preoccupazioni di chi viene eletto», nonostante i timori iniziali e le paure che, ragionando così, possano far pensare che ci siano più vincoli che vantaggi. A incentivare gli amministratori a essere così lungimiranti, in Francia, ci sono anche premi nazionali. Questo progetto s’è aggiudicato l’Eco Quartier del 2011: ben 394 comunità, quell’anno, hanno presentato la propria candidatura al concorso lanciato dal Ministero francese dell’Ecologia e Sviluppo Sostenibile. Ventiquattro i premiati, tra i quali proprio Roquebrune.
Ma non è l’unica iniziativa che in Francia invita a pensare green.
Alla fine del 2012 è stato lanciato il marchio «ÉcoQuartier», uno strumento certificato per promuovere e sostenere la crescita urbana.
Non resta che una considerazione ovvia ma necessaria. Il modello francese per l'ambiente è tutto da seguire e magari in tempi brevi.....
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