giovedì 31 maggio 2012
Il vincitore fa ombra sul perdente.
IL CIGNO NERO
Il vincitore fa ombra sul perdente.
Ma come amava dire Indro Montanelli « la sconfitta è il blasone delle anime ben nate ».
Quale potere seduttivo esercita la disfatta ?
In effetti la sconfitta ha un certo fascino, rovinoso tanto quanto grande ed eclatante è il potere della vittoria.Le ombre del declino, hanno un potere ipnotico sulla gente,tanto quanto lo splendore della vittoria è capace di abbagliare e accecare la vista dello spettatore.
Perchè si tratta pur sempre di uno spettacolo,che mette in scena questo incessante dualismo,che costringe il protagonista ad accettare di essere artefice di entrambi i plotoni.
Poderosa è la vittoria,che accende lo squardo,raddrizza la colonna vertebrale,sprigiona i sentimenti e ci libera dalle paure.
Dolorosa è la sconfitta che abbassa lo sguardo,incurva le spalle e incatena ogni certezza.
E’una battaglia spettacolare che mette l’uomo nella condizione di conquistarsi quel potere immortale,attraverso la dura accettazione della mortalità delle sue azioni.
Ed è proprio li, al confine tra mortalità e immortalità,che il pubblico si identifica nello scenario.Perchè il successo ci avvicina e al tempo stesso ci allontana dalla gente,fa sognare ma al tempo stesso crea illusioni,crea speranze destinate a trasformarsi in impossibilità di identificazione.
Ed è il che subentra il magico potere della sconfitta,che riporta l’eroe fra i comuni mortali.
Quello che resta agli occhi del pubblico è il risultato finale,la medaglia al collo,lo spettacolo che va in scena.Il « dietro le quinte » resta un mistero custodito dall’anima che l’ha vissuto.
Questa è la storia dell’uomo.
E nell’alternarsi di questi due poli si esprime tutto il fascino di un arte misteriosa quale la scherma,in cui l’uomo si nasconde dietro una maschera per svelare in realtà la sua vera identità.
Un duello in cui ogni stoccata messa rappresenta la morte di uno stato d’animo e la liberazione progressiva dalle proprie paure.
La diretta espressione di quello che ognuno sente con il minimo utilizzo di mosse e energie,in cui solo quando ogni movimento si libera dell’artificiosità con cui tendiamo a complicare le cose,diviene autentico,senza disperdersi nell’esprimersi.
L’avversario porta sempre e un solo nome,il nostro. La spada diventa il mezzo con il quale trafiggere quelle euforiche velleità che ci allontanano dall’obbiettivo della vittoria.
Le lancette girano sempre alla stessa velocità,ma la percezione che si ha del tempo,è ancorata alla capacità dello schermidore di compiere le sue azioni disinteressate dal risultato finale,libere dal desiderio di gloria,da quell’istante in cui trionferà eroicamente agli occhi dell pubblico.
Soltanto accettando la sua mortalità,lo schermidore vivrà quell’istante come se fosse l’ultimo,sprigionando la sua vera natura.
In questo duello,a differenza di altri sport, non c’è tempo per esitare,perchè in quella frazione di secondo in cui il dubbio ruba l’attenzione,la spada dell’avversario penetra senza pietà il suo colpo.
Ed è la paura della luce,che ci fa cadere nell’ombra,ma è nell’ombra che troviamo il coraggio di cercare la luce.
Il vero « cigno nero » è infatti la proiezione delle nostre azioni nel futuro,che le allontana dal loro compimento nell’istante presente.
di Nathalie Moellhausen
Adriana Volpe (Trento, 31 maggio 1973)
Adriana Volpe (Trento, 31 maggio 1973) è una conduttrice televisiva, modella e attrice italiana.
Dopo la maturità scientifica si trasferisce a Roma, dove nel 1990 inizia la professione di modella, riuscendo a sfilare nelle varie capitali della moda: Milano, Parigi, Zurigo, Tokyo. Nel 1992 viene scelta dalla RAI per partecipare come valletta al programma Scommettiamo che..., in cui rimarrà fino al 1995, anno in cui debutta sul grande schermo con i film Viaggi di nozze di Carlo Verdone, dove interpreta il ruolo di Marcella, e Croce e delizia, regia di Luciano De Crescenzo, nel ruolo di Barbara.
Dal 1996 al 1998 passa a Telemontecarlo dove conduce il programma per ragazzi The Lion Network. Dal 1999 torna in Rai per prender parte al programma del fine settimana Mezzogiorno in famiglia, in onda su Rai 2. Dal 2003 a giugno 2009 oltre a Mezzogiorno in famiglia conduce il contenitore Mattina in famiglia.
Presentatrice ed autrice di In forma Rimini Fitness, in onda nel 2004 su Rai 2, nello stesso anno entra nell'Albo dei giornalisti.
Nel 2005 realizza un calendario senza veli per il settimanale Panorama. Nel 2006 conduce in prima serata Notte Mediterranea con Max Tortora. Nel 2007 è una delle concorrenti della seconda edizione di Notti sul ghiaccio.
Dal 2009 conduce sempre su Rai 2 il programma I fatti vostri di Michele Guardì,
Il 6 luglio 2008 la conduttrice si è sposata con l'imprenditore Roberto Parli dal quale ha avuto la figlia Gisèlle, nata il 11 agosto 2011 a Mendrisio.
Petrovic in dirittura d'arrivo!
Vladimir
Petkovic è arrivato a Roma ieri pomeriggio in gran segreto. La Lazio
negava, dal Canton Ticino arrivavano conferme. Ha raggiunto Milano intorno
all'ora di pranzo ed è salito sul treno. Niente aereo, il depistaggio ha portato
i cronisti a Fiumicino mentre il tecnico bosniaco raggiungeva Villa San
Sebastiano, dove ad attenderlo con Lotito c'erano il ds Tare e il segretario
Calveri. Si legherà alla Lazio per due anni, la scelta è stata compiuta,
prenderà il posto di Reja. [...]
Lotito
cercava un tecnico che portasse entusiasmo, idee nuove, cultura del lavoro e
soprattutto che non fosse presuntuoso. Il presidente della
Lazio ha sempre avuto il gusto della sfida e della sorpresa, prendendo strade
nuove e altamente rischiose. Spesso ha "inventato" i suoi collaboratori.
Costruiva la squadra di Rossi avvalendosi dei consigli e delle intuizioni di
Sabatini, all'epoca ancora squalificato e costretto a lavorare nell'anonimato,
dietro le quinte. Ha scelto Tare, suo fidatissimo scudiero all'interno dello
spogliatoio, disegnandogli un percorso da direttore sportivo. Ha fatto smettere
Simone Inzaghi con un anno di anticipo per nominarlo allenatore delle giovanili.
Nelle prossime ore, forse, l'ex centravanti diventerà il vice di Petkovic.
un
uomo che si è fatto da solo, dedito al sacrificio, pronto ad accettare la sfida.
Per il bosniaco la Lazio è l'occasione della vita, professionale e non solo. Ha
voglia, fame di successo. Sino al 2006 lavorava come dipendente alla Caritas di
Lugano e portava in Axpo League il Bellinzona. Con lo Young Boys ha costruito un
piccolo gioiello e si è potuto permettere di diventare un allenatore
professionista: record di punti e di gol nel campionato svizzero, due volte
secondo, i preliminari di Champions, la partecipazione al girone di Europa
League battendo lo Zenit.
A
Lotito lo hanno fatto conoscere i procuratori di Lulic, ovvero Vinicio
Fioranelli e suo figlio Kevin. L'incontro risale all'inizio di maggio, quasi un
mese fa, il campionato non era ancora finito, ma la Champions di Reja stava
ormai sfuggendo. Era pronto il cambio della guardia. E' piaciuto subito alla
Lazio, che lo ha congelato e si è messa alla finestra in attesa degli eventi.
Dicono
che Petkovic sia attento anche alla parte fisica. Troverà
il vice proposto dalla Lazio, Adriano Bianchini per il recupero degli
infortunati e Adalberto Grigioni come tecnico dei portieri, ma porterà un
preparatore fisico di sua fiducia. Tecnologia applicata al calcio. Vlado è uno
studioso, cerca di approfondire i flussi di gioco, il movimento e gli sforzi dei
suoi calciatori. Nella breve e poco fortunata esperienza in Turchia alla guida
del Samsunspor (dove è stato esonerato), si era portato un solo
collaboratore: lo assisteva dalla tribuna con il computer per raccogliere i
dati. E' abitudine di Petkovic preparare anche dei video a tema individuali per
mostrare ai suoi giocatori dove sbagliano, quali sono i movimenti giusti e
quelli da migliorare.
La strategia della distrazione per confonderci
L’elemento principale del controllo
sociale è la strategia della distrazione che consiste nel distogliere
l’attenzione del pubblico dai problemi importanti e dai cambiamenti decisi dalle
élites politiche ed economiche. In un momento così difficile è necessario confondere le persone e non farle pensare troppo. Eccovi i punti principali.
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1) La strategia della
distrazione. L’elemento principale del controllo sociale è la strategia
della distrazione che consiste nel distogliere l’attenzione del pubblico dai
problemi importanti e dai cambiamenti decisi dalle élites politiche ed
economiche utilizzando la tecnica del diluvio o dell’inondazione di distrazioni
continue e di informazioni insignificanti. La strategia della distrazione è
anche indispensabile per evitare l’interesse del pubblico verso le conoscenze
essenziali nel campo della scienza, dell’economia, della psicologia, della
neurobiologia e della cibernetica. “Sviare l’attenzione del pubblico dai veri
problemi sociali, tenerla imprigionata da temi senza vera importanza. Tenere il
pubblico occupato, occupato, occupato, senza dargli tempo per pensare, sempre di
ritorno verso la fattoria come gli altri animali (citato nel testo “Armi
silenziose per guerre tranquille”).
.
2) Creare il problema e poi
offrire la soluzione. Questo metodo è anche chiamato “problema – reazione –
soluzione”. Si crea un problema, una “situazione” che produrrà una determinata
reazione nel pubblico in modo che sia questa la ragione delle misure che si
desiderano far accettare. Ad esempio: lasciare che dilaghi o si intensifichi la
violenza urbana, oppure organizzare attentati sanguinosi per fare in modo che
sia il pubblico a pretendere le leggi sulla sicurezza e le politiche a discapito
delle libertà. Oppure: creare una crisi economica per far accettare come male
necessario la diminuzione dei diritti sociali e lo smantellamento dei servizi
pubblici.
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3) La strategia della
gradualità. Per far accettare una misura inaccettabile, basta applicarla
gradualmente, col contagocce, per un po’ di anni consecutivi. Questo è il modo
in cui condizioni socioeconomiche radicalmente nuove (neoliberismo) furono
imposte negli anni ‘80 e ‘90: uno Stato al minimo, privatizzazioni, precarietà,
flessibilità, disoccupazione di massa, salari che non garantivano più redditi
dignitosi, tanti cambiamenti che avrebbero provocato una rivoluzione se fossero
stati applicati in una sola volta.
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4) La strategia del differire.
Un altro modo per far accettare una decisione impopolare è quella di presentarla
come “dolorosa e necessaria” guadagnando in quel momento il consenso della gente
per un’applicazione futura. E’ più facile accettare un sacrificio futuro di
quello immediato. Per prima cosa, perché lo sforzo non deve essere fatto
immediatamente. Secondo, perché la gente, la massa, ha sempre la tendenza a
sperare ingenuamente che “tutto andrà meglio domani” e che il sacrificio
richiesto potrebbe essere evitato. In questo modo si dà più tempo alla gente di
abituarsi all’idea del cambiamento e di accettarlo con rassegnazione quando
arriverà il momento.
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5) Rivolgersi alla gente come a
dei bambini. La maggior parte della pubblicità diretta al grande pubblico
usa discorsi, argomenti, personaggi e una intonazione particolarmente infantile,
spesso con voce flebile, come se lo spettatore fosse una creatura di pochi anni
o un deficiente. Quanto più si cerca di ingannare lo spettatore, tanto più si
tende ad usare un tono infantile. Perché? “Se qualcuno si rivolge ad una persona
come se questa avesse 12 anni o meno, allora, a causa della suggestionabilità,
questa probabilmente tenderà ad una risposta o ad una reazione priva di senso
critico come quella di una persona di 12 anni o meno (vedi “Armi silenziose per
guerre tranquille”).
.
6) Usare l’aspetto emozionale
molto più della riflessione. Sfruttare l’emotività è una tecnica classica
per provocare un corto circuito dell’analisi razionale e, infine, del senso
critico dell’individuo. Inoltre, l’uso del tono emotivo permette di aprire la
porta verso l’inconscio per impiantare o iniettare idee, desideri, paure e
timori, compulsioni, o per indurre comportamenti...
.
7) Mantenere la gente
nell’ignoranza e nella mediocrità. Far si che la gente sia incapace di
comprendere le tecniche ed i metodi usati per il suo controllo e la sua
schiavitù. “La qualità dell’educazione data alle classi sociali inferiori deve
essere la più povera e mediocre possibile, in modo che la distanza creata
dall’ignoranza tra le classi inferiori e le classi superiori sia e rimanga
impossibile da colmare da parte delle inferiori” (vedi “Armi silenziose per
guerre tranquille”).
.
8) Stimolare il pubblico ad essere
favorevole alla mediocrità. Spingere il pubblico a ritenere che sia di moda
essere stupidi, volgari e ignoranti…
.
9) Rafforzare il senso di
colpa. Far credere all’individuo di essere esclusivamente lui il
responsabile della proprie disgrazie a causa di insufficiente intelligenza,
capacità o sforzo. In tal modo, anziché ribellarsi contro il sistema economico,
l’individuo si auto svaluta e si sente in colpa, cosa che crea a sua volta uno
stato di repressione di cui uno degli effetti è l’inibizione ad agire. E senza
azione non c’è rivoluzione!
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10) Conoscere la gente meglio di
quanto essa si conosca. Negli ultimi 50 anni, i rapidi progressi della
scienza hanno creato un crescente divario tra le conoscenze della gente e quelle
di cui dispongono e che utilizzano le élites dominanti. Grazie alla biologia,
alla neurobiologia e alla psicologia applicata, il “sistema” ha potuto fruire di
una conoscenza avanzata dell’essere umano, sia fisicamente che psichicamente. Il
sistema è riuscito a conoscere l’individuo comune molto meglio di quanto egli
conosca sé stesso. Ciò comporta che, nella maggior parte dei casi, il sistema
esercita un più ampio controllo ed un maggior potere sulla gente, ben maggiore
di quello che la gente esercita su sé stessa.
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Piazza di Siena........... edizione di successo
Anche dopo essersi concluso il concorso di Piazza di Siena continua a far
parlare di se. Successo di pubblico, cornice spettacolare, fantini e cavalli
all'altezza della situazione e Carosello dei Carabinieri che ha "estasiato"
bimbi ed adulti. "Quella dell'80° anniversario era una data importante da
celebrare. Alla luce dei dati complessivi - poco meno di 19 mila presenze, con
un incremento di spettatori del 14 per cento: un vero, straordinario record -
possiamo certamente dire che l'edizione 2012 dello CSIO di Roma-Piazza di Siena
ha rappresentato un grande successo".
Non ha dubbi Sergio
Bernardini, segretario generale della FISE e anima organizzativa del
concorso che ha chiuso i battenti nella notte di domenica scorsa. "Lo sforzo
organizzativo della FISE - aggiunge Bernardini - che in un situazione
estremamente difficile ha potuto contare sul contributo eccezionale di tutte le
differenti professionalità impegnate sul progetto, è stato premiato
dall'affluenza di pubblico quanto dalle testimonianze di apprezzamento di
cavalieri, addetti ai lavori, media, sponsor. Il primato più significativo è
stato colto nella domenica di chiusura, con le tribune stracolme in una giornata
di sole che avrebbe facilmente potuto indirizzare gli spettatori ad altri
passatempo.
La conferma di Fixdesign nel ruolo di
title sponsor anche per il 2013, unita all'interesse e all'apprezzamento per
l'evento manifestato da aziende che vogliono incrementare le fila delle
storiche presenze di sponsor a Piazza di Siena e la prova di efficienza mostrata
dalla nostra struttura, chiamata a operare in piena emergenza, ci consentono ora
di guardare al futuro dell'evento con tranquillità e con i tempi giusti per
organizzare al meglio la prossima edizione".
I numeri parlano da
soli. Poco meno di 19 mila presenze a Piazza di Siena, 18 mila
spettatori e un migliaio di addetti accreditati, un record assoluto nel weekend,
con poco meno di 10 mila persone assiepate attorno all'ovale dove per quattro
giorni si sono esibiti i più grandi cavalieri del mondo. Pure su tribune, va
ricordato, che la FISE ha voluto persino contenere nell'estensione, per
accelerare i tempi di allestimento e tutelare ancora di più gli aspetti
paesaggistici di Villa Borghese. Nel complesso, l'incremento di spettatori è
stato superiore al 14 per cento, per un evento sempre
complicato da allestire per l'originalità della location, gravata da mille
vincoli. Uno CSIO numero 80 due volte storico, che ha rivisto la Federazione
italiana sport equestri in campo in prima battuta, organizzatrice unica dopo
vent'anni.
Più di 400
cavalli -
Davvero importanti tutte le cifre che accompagnano questa 80.ma edizione dello
CSIO. 231 i cavalli che hanno partecipato alle gare nazionali (104 al Master dei
Club, 77 alla Coppa Giovani, 35 al Master Amatori, 15 i Pony), 184 quelli che
hanno partecipato allo CSIO. Sessantatré i cavalieri dello CSIO, più otto
iscritti alla categoria della Potenza, 10 i cavalieri italiani protagonisti
dello CSIO, più 5 della squadra per la Nations Cup (chiusa con un ottimo
risultato: 4.a, miglior esito da sette anni a questa parte), 8 per la Potenza, 3
per lo Small Tour. Tredici in tutto le nazioni partecipanti: alcune - la
Germania su tutte - arrivate con i team che ne rappresenteranno i colori tra
meno di due mesi ai Giochi Olimpici di Londra.
La
televisione -
Notevolissima è stata la copertura televisiva dell'evento. Oltre 40 ore di
collegamento per quanto riguarda le sole emittenti italiane,
ClassHorseTv e Rai, presenti a Piazza di
Siena. ClassHorseTv, il canale tematico del Gruppo Panerai visibile sul canale
221 del bouquet Sky (e di conseguenza in tutto il mondo) e sul 55 di Tivù Sat
del digitale terrestre, è stata host broadcaster del concorso romano, sul quale
ha cucito su misura un palinsesto di 35 ore di trasmissione: da giovedì 24 a
domenica 27, tutte le gare in diretta, con approfondimenti e interviste con i
protagonisti. Proposte anche repliche della categoria più
importante della giornata, nella fascia notturna (a partire dalle 24), e in
quella mattutina, il giorno successivo (dalle 9). Significativa anche la
presenza della Rai, che alternando i collegamenti su RaiSport2, RaiDue e RaiTre,
nell'arco delle quattro giornate ha mandato in onda poco meno di 4 ore di
immagini in diretta (per la precisione, 3 ore e 50 minuti) e 2 ore e 40 di
differita. Di grande rilievo il riscontro di ascolti in occasione del GP Roma,
trasmesso dai RaiTre nel pomeriggio di domenica 27.
Gli altri
media - 474 gli
accrediti complessivi dell'area media, tra giornalisti, fotografi, operatori tv
e tecnici di produzione. 217 in totale i giornalisti italiani e 23 quelli
stranieri; 73 i fotografi, di cui 66 italiani e 7 provenienti dall'estero. Il
riscontro della rassegna-stampa del concorso parla da solo: ai quotidiani
nazionali, a quelli locali, ai magazine di settore si è ormai sommata la
presenza dei numerosi siti specializzati (e di sport in genere), come accenniamo
qui di seguito, oltre che delle radio private. Dimensione Suona è stata
l'emittente ufficiale di Piazza di Siena, distribuendo i suoi contributi -
promo, spot, momenti di gioco, banner, advertorial - su Dimensione Suono2, Ram
Power, Dimensione Suono Roma.
Il web - Piazza di Siena è stata un successo anche sul
web. Il sito internet dell'80° CSIO di Roma - Fixdesign Show Jumping è stato
cliccatissimo prima e durante il concorso, superando le 113.000 visite
complessive. Oltre 200.000 le pagine visitate da appassionati e non, con il
picco massimo registrato nella giornata di venerdì, in contemporanea con la gara
della Coppa delle Nazioni: oltre 20.000 contatti e circa 53.000 pagine visitate.
Appassionati e curiosi sempre più interessati ai contenuti del sito perché,
oltre al numero dei contatti, si registra anche un aumento del numero delle
pagine viste per singolo visitatore. Numeri che rispetto all'edizione 2011
testimoniano un aumento delle visite del +26,57 % e del 17,89 % per le
visualizzazioni. Cambia anche il modo di fruizione del sito con un incremento
del 66,70% degli accessi tramite Ipad e Iphone (circa 22.000 utenti).
Piazzadisiena.org è stato anche una vetrina web seguita in tutto il mondo con
accessi, oltre che da quasi tutta Europa, anche da Stati Uniti, Messico,
Australia, Giappone e Cina.
Casa FISE - La bella struttura di rappresentanza della FISE,
sistemata al solito in posizione panoramica rispetto al campo di gare, con i
suoi interni con bar e sala-conferenze e la splendida terrazza affacciata
sull'ovale, ha fatto registrare il solito successo. Per quattro giorni, Casa
FISE è stata ancora una volta il punto d'incontro di ospiti, sponsor, visitatori
illustri. Nella giornata d'apertura, la Pfizer, azienda leader nel campo
dell'industria medicinale veterinaria, vi ha presentato la sua iniziativa contro
il virus West Nile, organizzata in partnership con la FISE; nell'ultima, il
presidente federale Paulgross vi ha incontrato una rappresentanza dei cavalieri,
per fare il punto su quanto accaduto in campo e per programmare il futuro
secondo le strategie del Progetto Scuderie. Sotto l'accorta regia del
consigliere federale Federico Forcelloni e dello staff della segreteria generale
della FISE, personaggi di rilievo si sono succeduti per un drink, un incontro,
una piacevole presenza in terrazza. Tra i tanti volti noti, ospiti di Casa FISE
o in tribuna d'onore, ricordiamo il sindaco di Roma Gianni Alemanno, i ministri
degli Esteri Giulio Terzi di Sant'Agata e della Difesa Giampaolo Di Paola,
personaggi dello spettacolo e della comunicazione come Paola Perego, Anna
Falchi, Luigi Marzullo, Fabrizio Frizzi, Milly Carlucci, Massimo Giletti,
Francesca Senette. Ospite graditissima la principessa Haya Al Hussein di
Giordania, presidente della FEI, che nella giornata di venerdì 25 ha assistito
alla gara di Nations Cup in tribuna d'onore, accanto al presidente federale
Paulgross e al ministro degli Esteri Terzi, per poi premiare i vincitori e
partecipare a una conferenza-stampa organizzata, appunto, in Casa FISE.
mercoledì 30 maggio 2012
Laurence Ferrari lascia il tg francese (TF1) di prima sera
Laurence Ferrari (nato il 5 Luglio 1966) è un giornalista francese famosa per essere stata alla conduzione della TF1 notiziario nei giorni feriali sera, che è il più seguito programma televisivo in Europa.
La giornalista è nata a Aix-les-Bains , Savoie nel 1966, ed è la figlia del ex sindaco della città e membro dell'Assemblea Nazionale di Francia , Gratien Ferrari, che ha discendenti italiani. Ha studiato presso l' École Française des Attachés de Presse (French School of Press Secretary) a Lione e si è laureata presso l'università parigina de La Sorbonne in a Master of 'Communication Politique and Sociale'. E' la maggioredi tre sorelle.
Ha iniziato la sua carriera nel 1986 come copywriter alla AFP e Le Figaro Magazine . Poi nel 1994 con Michel Drucker in Studio Gabriel a France 2 e successivamente con Jean-Pierre Pernaut in "Combien ça coûte?" su TF1 . Nel 2001 ha co-ospitato la TF1 Domenica sera magazine settembre à Huit con i suoi ex marito Thomas Hugues. Dopo il suo divorzio, si è trasferita a Canal + per presentare settimanale politico del canale "Dimanche +" dove ha seguito le elezioni presidenziali francesi del 2007 . Dal 25 Agosto 2008 è divenuta la giornalista di "Le 20 Heures de TF1",
E' famosa anche per le polemiche causate da una sua intervista ad Mahmoud Ahmadinejad con il velo islamico
Nel marzo 2007, insieme ad altri personaggi molto famosi tra cui giornalisti Claire Chazal , Marie Drucker , Tina Keiffer , Béatrice Schönberg e Mélissa Theuriau , ha sponsorizzato il La Rose Marie Claire progetto con l'Unicef per aiutare ad educare le giovani ragazze.
Nell'ottobre 2007, si è separata dal marito Thomas Hugues , dopo 14 anni di matrimonio (dal 1993) e due figli..
Dal 2008, Laurence Ferrari ha passato la sua vita con il musicista Renaud Capuçon . Si sono sposati nel luglio del 2009 nel 16 ° arrondissement di Parigi, Hanno un figlio di 2 anni.
Terremoto: don Ivan innamorato della "sua" Madonna
Il terremoto ci fa sentire piccoli ed indifesi, fa comprendere agli egocentrici che l'uomo è veramente piccolo davanti al suo destino e ci riporta alla realtà dell'importanza di saper vivere la vita giorno dopo giorno con impegno ed amore. Ma il sisma delle ultime ore ha anche scatenato dissidi per una storia, la storia di un uomo, un sacerdote che, a sacrificato la sua vita per la parrocchia, per quella statua della Madonna che lo guidava nel suo cammino di vita. Ora la sua vita terrena non esiste più ma probabilmente non avrà più bisogno di una statua per sentire vicina la Madonna. Un gesto d'amore che non si può proprio criticare. Eccovi la sua storia d'amore!
Don Ivan Martini era semplicemente un innamorato: della sua parrocchia, Santa Caterina di Rovereto, e, più in generale, della Chiesa, quella con la maiuscola, comunità pulsante di persone che vivono di fede, sì, ma non disedegnano i simboli in cui la fede si specchia e di cui la fede si nutre.
L'edificio di culto era stato danneggiato e reso inagibile dal sisma del 20 maggio. Si doveva fare un sopralluogo per salvare un po' di arredi che c'erano dentro. Così la mattina di martedì 29 maggio, accompagnato da due Vigili del fuoco, don Ivan Martini, 65 anni, da nove parroco a Rovereto sul Secchia, frazione del comune di Novi di Modena, nella bassa Modenese, è entrato in chiesa per cercare di salvare alcune statue fra cui, in particolare, una statua della Madonna alla quale molti dei suoi parrocchiani erano particolarmente devoti. Lì è stato sorpreso dalla forte scossa: il crollo di calcinacci non gli ha lasciato scampo. Illesi, invece, i due Vigili del fuoco che erano con lui e che sono riusciti a mettersi in salvo.
Ora il mondo lo giudica ma la sua è semplicemte questa è una storia che parla di amore: verso l'Altissimo e verso gli altri. «Amerai il Signore Dio tuo con tutto il tuo cuore, con tutta la tua mente e con tutta la tua forza; amerai il prossimo tuo come te stesso». Don Ivan ha sigillato con la vita la fedeltà al duplice imperativo che Gesù ci consegna attraverso l'Evangelo. Per un parroco di campagna, la sua gente e quel che alla gente sta a cuore, dentro e fuori la chiesa, è tutto.
Grazie don Ivan!
Zeman: il grande ritorno a Roma
Ormai tutto è pronto per il ritorno di Zeman alla Roma. Dopo la fantastica stagione con il Pescara il boemo ritorna nella sua città ad insegnare il calcio a Totti e compagnia. Statene certi ne vedremo delle belle. Intanto riassumiamo una parte della sua storia.
Zdenek Zeman nasce a Praga il 12 maggio 1947. Il padre Karel
è primario in un ospedale mentre la madre, Kvetuscia Vycpalek, è casalinga. Sarà
lo zio materno Cestmir, ex allenatore della Juventus, a trasmettergli la
passione per lo sport.
Nel 1968 il boemo si trasferisce a Palermo dallo zio, ma proprio in questo periodo l'URSS invade la sua patria: decide allora di rimanere in Italia. Qui otterrà la cittadinanza nel 1975 la sua laurea (all'ISEF di Palermo con una tesi sulla medicina dello sport) con il massimo dei voti. In Sicilia conosce Chiara Perricone, sua futura moglie, che gli darà due figli, Karel ed Andrea.
Le sue prime esperienze come allenatore avvengono in squadre dillettantistiche (Cinisi, Bacigalupo, Carini, Misilmeri, Esacalza) per poi prendere il patentino di allenatore professionista a Coverciano nel 1979; allenare poi le giovanili del Palermo fino al 1983. Dopo delle ottime stagioni a Licata, viene ingaggiato prima dal Foggia e poi dal Parma, ma tornerà in Sicilia alla guida del Messina.
Dopo una buona stagione viene ingaggiato nuovamente dal Foggia, neopromosso in serie B. Nasce quindi, nel 1989, il Foggia dei Miracoli: la squadra, dopo una bellissima promozione in serie A, si salverà con tranquillità per ben tre stagioni nella massima serie (due 12° e un 9° posto).
In poco tempo, quello che sembrava solo un integralista del calcio perchè "fedelissimo" del 4-3-3 e del gioco offensivo e spumeggiante, diventa l'allenatore del momento: pare che anche il Real Madrid gli abbia fatto una offerta, ma approda alla Lazio. Con i biancoazzurri ottiene un secondo e un terzo posto, per poi essere esonerato il 27 gennaio 1997. Ma Zeman non rimane disoccupato a lungo: il presidente Sensi gli offre, per la stagione successiva, la panchina della Roma e Zdenek accetta volentieri.
Dopo un buon quarto posto condito a un ottimo gioco, nel luglio del 1998 Zeman lancia la sua accusa violenta nei confronti del mondo del calcio: nasce l'ombra del doping. Le sue dichiarazioni arrivano a coinvolgere la Juventus e i suoi personaggi simbolo, come Alessandro Del Piero. Le polemiche anche con l'allenatore bianconero Marcello Lippi non si risparmiano.
Secondo molti, queste dichiarazioni gli causerrano non pochi problemi per gli anni successivi; rimane con la Roma, ma arriva quinto e non viene confermato per la stagione successiva. Dopo le esperienze negative con il Fenerbahce e il Napoli, Zeman torna in B sempre in Campania, prima con la Salernitana (un sesto posto e un esonero) e poi con l'Avellino.
Personaggio scomodo per il mondo del calcio, Zeman ha pagato a caro prezzo le profetiche dichiarazioni sul doping nel mondo del calcio.
Nel 2003 è passato ad allenare la squadra di San Giorgio di Brunico (Bolzano).
Nel 2004 Zeman è tornato in serie A sulla panchina del neo promosso Lecce.
Il 5 marzo
2006 Zeman assume la
guida tecnica del Brescia, squadra di Serie B, dichiarando
di voler giocare le restanti undici partite per vincere per portare la squadra a
giocare i play-off per la promozione in
Serie
A[7].
Il boemo è chiamato a sostituire Rolando Maran, esonerato
dal presidente Gino Corioni malgrado fosse
reduce da una vittoria per 3-0 e nonostante la squadra si trovasse al quinto
posto in classifica. Alla fine della stagione il Brescia guidato da Zeman, dopo
una serie di risultati negativi, resta in serie B dopo aver mancato la
qualificazione ai play-off.Nel 1968 il boemo si trasferisce a Palermo dallo zio, ma proprio in questo periodo l'URSS invade la sua patria: decide allora di rimanere in Italia. Qui otterrà la cittadinanza nel 1975 la sua laurea (all'ISEF di Palermo con una tesi sulla medicina dello sport) con il massimo dei voti. In Sicilia conosce Chiara Perricone, sua futura moglie, che gli darà due figli, Karel ed Andrea.
Le sue prime esperienze come allenatore avvengono in squadre dillettantistiche (Cinisi, Bacigalupo, Carini, Misilmeri, Esacalza) per poi prendere il patentino di allenatore professionista a Coverciano nel 1979; allenare poi le giovanili del Palermo fino al 1983. Dopo delle ottime stagioni a Licata, viene ingaggiato prima dal Foggia e poi dal Parma, ma tornerà in Sicilia alla guida del Messina.
Dopo una buona stagione viene ingaggiato nuovamente dal Foggia, neopromosso in serie B. Nasce quindi, nel 1989, il Foggia dei Miracoli: la squadra, dopo una bellissima promozione in serie A, si salverà con tranquillità per ben tre stagioni nella massima serie (due 12° e un 9° posto).
In poco tempo, quello che sembrava solo un integralista del calcio perchè "fedelissimo" del 4-3-3 e del gioco offensivo e spumeggiante, diventa l'allenatore del momento: pare che anche il Real Madrid gli abbia fatto una offerta, ma approda alla Lazio. Con i biancoazzurri ottiene un secondo e un terzo posto, per poi essere esonerato il 27 gennaio 1997. Ma Zeman non rimane disoccupato a lungo: il presidente Sensi gli offre, per la stagione successiva, la panchina della Roma e Zdenek accetta volentieri.
Dopo un buon quarto posto condito a un ottimo gioco, nel luglio del 1998 Zeman lancia la sua accusa violenta nei confronti del mondo del calcio: nasce l'ombra del doping. Le sue dichiarazioni arrivano a coinvolgere la Juventus e i suoi personaggi simbolo, come Alessandro Del Piero. Le polemiche anche con l'allenatore bianconero Marcello Lippi non si risparmiano.
Secondo molti, queste dichiarazioni gli causerrano non pochi problemi per gli anni successivi; rimane con la Roma, ma arriva quinto e non viene confermato per la stagione successiva. Dopo le esperienze negative con il Fenerbahce e il Napoli, Zeman torna in B sempre in Campania, prima con la Salernitana (un sesto posto e un esonero) e poi con l'Avellino.
Personaggio scomodo per il mondo del calcio, Zeman ha pagato a caro prezzo le profetiche dichiarazioni sul doping nel mondo del calcio.
Nel 2003 è passato ad allenare la squadra di San Giorgio di Brunico (Bolzano).
Nel 2004 Zeman è tornato in serie A sulla panchina del neo promosso Lecce.
Il 21 giugno 2006 il Lecce ufficializza l'ingaggio di Zeman, che ritorna così sulla panchina dei giallorossi dopo un anno. Sebbene inizi bene il campionato di Serie B 2006-2007, il Lecce di Zeman attraversa in seguito un periodo in cui si registrano molte sconfitte. Dopo aver chiuso l'anno solare nella seconda metà della classifica e dopo 10 sconfitte in 18 partite di campionato la dirigenza salentina decide di esonerare il tecnico boemo alla vigilia di Natale, il 24 dicembre 2006, mentre si trova in vacanza a Praga. Al suo posto è ingaggiato Giuseppe Papadopulo, il quale conduce la squadra salentina ad una tranquilla salvezza.
Il 17 giugno 2008 diventa allenatore della Stella Rossa, subentrando ad Aleksandar Janković. I risultati sono deludenti: la squadra non riesce ad accedere alla Coppa UEFA venendo eliminata dai ciprioti dell'Apoel Nicosia. In campionato le cose non vanno meglio: la Stella Rossa, seconda e imbattuta nel campionato precedente, dopo tre giornate si trova ultima in classifica con un solo punto e zero gol segnati, posizione che conduce all'esonero di Zeman
Il 20 luglio 2010 il vecchio presidente degli anni della ribalta Pasquale Casillo e altri imprenditori riacquistano ufficialmente il Foggia, richiamando come allenatore Zeman e riformando il trio del "Foggia dei miracoli" con Giuseppe Pavone come direttore sportivo[. Dopo aver concluso la stagione al sesto posto, (con il miglior attacco, in larga parte conseguito con la coppia formata da Lorenzo Insigne e Marco Sau, e la peggiore difesa), sfiorando così i play-off, il 23 maggio 2011 dichiara in conferenza stampa che la sua avventura in rossonero è terminata, poiché deluso dai risultati conseguiti.
Il 21 giugno 2011 diventa l'allenatore del Pescara, in Serie B. Il 20 maggio 2012 riporta la squadra abruzzese in Serie A dopo diciannove anni, vincendo il campionato.
Maggio 2012 il ritorno a Roma. Sarà calcio spettacolo. Grazie mister!
Calcioscommesse: Il capitano in carcere....
Spiaggiato sulla branda della cella al primo piano del carcere
Ca’ del Ferro, il capitano della Lazio Stefano Mauri raccontano abbia il viso di chi chieda soltanto una cosa di uscire e tornarsene a casa. I due nordafricani
finiti in galera per piccolo spaccio con i quali divide i tre metri per quattro
di questa cella del reparto Isolamento, non è che gli possano dare rassicuranti
certezze. Ammesso che sappiano chi è e mica solo dalla televisione sempre
accesa, hanno come minimo ben altri problemi di quelli di un vigoroso campione
multimilionario trentaduenne, che secondo le accuse si sarebbe rovnato la fedina penale
e forse pure la carriera, per aver manipolato le partite della sua squadra in
combutta con «gli zingari».
«L’ho visto molto preoccupato... Si capisce che gli è caduta in testa una bella tegola...», ha raccontato il cappellano del carcere don Roberto Musa, sacerdote della parrocchia di San Pietro al Po che si trova guarda un po’ proprio dietro al Tribunale, l’unico insieme agli agenti di polizia penitenziaria a potersi affacciare davanti a questa cella e vedere il campione in pantaloncini corti scuri, maglietta chiara e ciabatte.
In due giorni e oramai due notti di carcere Stefano Mauri ha chiesto quasi niente. Come unica lettura, tiene sul comodino la voluminosa ordinanza del giudice Guido Salvini, 481 pagine dove viene spiegata con spigolosi dettagli l’altra storia, quella giudiziaria, del capitano della Lazio.
Il suo avvocato Matteo Melandri che è venuto a trovarlo qui dentro per annunciargli l’interrogatorio di oggi pomeriggio, giura che Stefano Mauri «è sereno e chiarirà tutto». «Voglio solo parlare col magistrato, voglio chiarire la mia posizione...», spiega al suo difensore, al cappellano, magari pure ai compagni di cella nordafricani, l’ex centrocampista della nazionale italiana.
Le fasi delle sue ultime ore di libertà si possono ricostruire così: Il suo avvocato Matteo Melandri lo chiama sul telefonino: «Sarebbe meglio che tu venissi a Roma». Prima di mezzanotte il capitano è già lì. Insieme al suo legale parte al volo in auto verso Cremona: «Il mio cliente era pronto a farsi interrogare anche nella notte». La polizia lo intercetta che non è ancora in Questura. Alle sei e un quarto del mattino, primo di tutti, Stefano Mauri è già in carcere e chiede al suo difensore: «E adesso come funziona? Cosa mi succede...». Succede la solita trafila. Foto davanti e di profilo, impronte digitali, via le stringhe e 481 pagine scritte da un giudice, da leggere e rileggere e magari pensarci un po’ su. Coraggio Stefano fino a quando non ci sarà la sentenza sei innocente e in molti continueranno a credere in te ma se avrai tradito la fede calcistica di migliaia di tifosi allora saranno un altro paio di maniche. Bonne chance capitano!
Club Scherma Roma, 30 scudetti in 50 anni di storia.
Il successo si può ottenere in tanti modi diversi, uno scudetto può essere messo nel proprio carnet con mille motivazioni. Tutto può accadere ma programmare è tutta un'altra cosa.
Il Club Scherma Roma non ha una storia qualunque, non è frutto di fortuna o casualità è un progetto vero, un lavoro "pulito" una goccia inconfondibile in un'Italia troppo spesso intrisa d'inchiostro nero e di sport "macchiato".
Tale orgoglio, questo credere in qualcosa di speciale lo si evince anche dalle parole del presidente Sergio Brusca: "Questo anno agonistico è stato un anno agonistico particolare per la nostra società. Tante cose sono accadute. Le elezioni del nuovo consiglio direttivo, un riassetto nell'ambito delle armi, l'approvazione del nuovo statuto ed una serie di iniziative volte a migliorare l'assetto del nostro Club. Molto ancora dobbiamo fare. In tanti non scommettevano che avremmo continuato la nostra serie positiva arrivando al 30° Scudetto, che ormai possiamo dire conquistato, inanellando così una serie positiva di otto anni consecutivi di successi. Siamo e restiamo il Club da battere. La collaborazione di tutti, l'attaccamento alla società da parte del nostro staff tecnico, che ha dato il massimo proprio nella consapevolezza dei rischi che potevamo correre, uno spirito di squadra, che mano mano si è fatto sempre più evidente e tangibile da parte degli atleti e delle loro famiglie, ha reso questo un anno diverso dagli altri e ci ha condotto a chiudere l'attività agonistica portandoci la terza stella. Terza stella conquistata col sacrificio e la dedizione di tutti i nostri atleti che senza l'apporto di ognuno di loro non sarebbe stata possibile. Questa terza stella l'avete meritata tutti e dovete tutti esserne orgogliosi. Il Club Scherma Roma è sempre il primo Club d'Italia e non soltanto in virtù dei propri numeri, ci sono ancora comunque molti margini di miglioramento, e per questo motivo già stiamo lavorando affinchè l'inizio del prossimo anno agonistico ci permetta di porre in essere alcune novità. La prima sarà quella di trasformare le "prime lame" in un vero e proprio settore, mantenendo una parte ludica e di preparazione al coordinamento motorio e iniziando una preparazione tecnica col fioretto, come base per tutti. Il Maestro Fabrizio Villa si è reso disponibile a seguire ed a coordinare personalmente questa preparazione, con la collaborazione degli altri maestri ed istruttori. Anche il settore spada avrà alcune sostanziali novità dal punto di vista tecnico, un nuovo programma ed una nuova organizzazione, che partirà sin dal gran premio giovanissimi. Per il futuro ci aspettiamo molto da questo settore.
Una presente da vincenti, un futuro roseo ma un passato tutto da incorniciare: Il Club Scherma Roma, nato nel 1961 dalla fusione di due prestigiose società di scherma romane, la Sala Pessina di Via Condotti, fondata dal Maestro Carlo Pessina, nella quale si allenavano Giuliano e Renzo Nostini ed all'epoca condotta dal figlio Giorgio Pessina già vincitore di una medaglia d'oro ed una d'argento nella scherma ai giochi olimpici e la Società Sportiva Lazio – Sezione Scherma, dei Maestri Ugo Pignotti, vincitore di una medaglia d'oro e due d'argento nella scherma ai giochi olimpici e Umberto Di Paola, presenta delle credenziali del tutto straordinarie sia per essere tra le prime Società Italiane per numero di iscritti, sia per la serie infinita di successi ad altissimo livello, che sottolineano la sua storia.
Il Club ha visto come socio fondatore e artefice della fusione delle due società l’ingegner Renzo Nostini, collare d'oro al merito sportivo. l'ingegner Nostini ha vinto complessivamente 7 titoli mondiali tra il 1937 e il 1955 (fioretto individuale 1950, fioretto a squadre 1937, 938, 1949, 1955, sciabola a squadre 1949, 1950), 4 medaglie d’argento ai Giochi Olimpici (fioretto e sciabola a squadre 1948 e 1952), oltre a 7 medaglie d’argento ai campionati mondiali, 2 medaglie d’oro, 1 d’argento e 1 di bronzo ai Campionati Mondiali Universitari e numerose volte campione d’Italia a squadre sempre nelle due armi con il circolo Carlo Pessina di Roma mentre nel 1953 ottenne il titolo nazionale individuale di fioretto. Atleta versatile ha ottenuto successi anche nel nuoto, vincendo alcuni titoli italiani con le staffette della SS Lazio, per la stessa società è sceso in acqua anche nei campionati di massima divisione di pallanuoto.
Tra i suoi incarichi dirigenziali, l'ingegner Nostini, è stato il primo presidente del CUSI nel 1947 e uno dei fondatori dell’organismo mondiale universitario (FISU) di cui è stato vicepresidente. Nel 1959 ha fatto parte del comitato di gestione della Federazione Italiana Scherma insieme a Gastone Darè ed Edoardo Mangiarotti. Nel 1961 è stato eletto per la prima volta Presidente della Federazione Scherma carica confermatagli per 32 anni (fino al 1993). Nel 1970 è stato nominato membro d’Onore della Federazione Internazionale di Scherma (FIE). Membro di Giunta Esecutiva del CONI dal 27 aprile 1965, nel 1967 è stato eletto per la prima volta vicepresidente del CONI, confermato fino al 3 maggio 1973, è tornato alla vicepresidenza il 28 aprile del 1989 fino al 30 giugno del 1993. Tra le numerose onorificenze ricevute gli sono state conferite la medaglia d’oro al valore atletico e la stella d’oro al merito sportivo. Nel 1984 il CIO lo ha insignito dell’Ordine Olimpico d’Argento. E’ stato nominato Presidente Onorario del CONI dal Consiglio Nazionale il 28 aprile 1994. Il 12 febbraio 2004 ha ricevuto il Collare d'Oro al merito sportivo al Quirinale dalle mani del Capo dello Stato, Carlo Azeglio Ciampi.
Il maestro Giorgio Pessina nel 1966 propone al maestro Salvatore Di Naro (dagli amici chiamato Sasà) di venire ad insegnare al Club Scherma Roma. Al Club il maestro Di Naro vede crescere il suo ruolo fino a fargli ricoprire, dal 1977, l'incarico di direttore tecnico. In questo periodo fa crescere numerosi atleti di valore e rimarrà al Club fino al 1992. Oggi il Club conta circa 450 iscritti suddivisi in tutte le diverse categorie, dalle prime lame agli assoluti, è presente una sezione Master che nell'anno agonistico 2010/2011 ha sfiorato il primo posto nel Gran premio master per società perdendolo solo per tre punti. Dal 2006 il Club ha anche costituito una sezione di scherma in carrozzina di livello olimpico e si è impegnato a fare promozione nelle scuole romane ove sono presenti disabili, istituendo per loro corsi gratuiti con il supporto della Fondazione Roma - Terzo Settore.
Ma a noi piace parlare del presente e di maestri eccezionali che giorno dopo giorno osserviamo all'opera ed impariamo a conoscerere: partendo dal settore vivaio la dedizione, la signorilità e la grande "pazienza" Di Mario Marrone e Luca Salis (capaci di tener testa ad un gruppo di scanzonati ma inarrestabili bambini desiderosi di battersi e divenir parte del "magico mondo della scherma". Fabio Giovannini che si occupa del settore scherma in carrozzina con impegno impagabile. Quindi le tre armi tutte interessanti, tutte insegnate con tecnica sopraffina da Fabrizio Villa, Elvis Gregory; Simone Mazzoni e Marco Giangiuliani ( fioretto); Oleg Pouzanov, Andrea Giommoni, Francesco Taddei, Cristina Pierobon, Andrea Lo Coco (spada), Alessandro Di Agostino, Tommaso Dentico, Fabio Giovannini, Roberto Amalfitano, Claudio Ceci (sciabola). Atleti ma soprattutto persone attente e pazienti. Abbiamo iniziato a seguirle, ad osservarle e comprendere il loro "linguaggio" nei pomeriggi di allenamenti senza sosta che dedicano ai "loro" ragazzi. Senza togliere nulla agli altri (che speriamo di presentarvi uno ad uno con interviste future) possiamo raccontarvi della scrupolosità e l'attenzione di Oleg Pouzanov (gia' allenatore della squadra nazionale sovietica) inarrestabile nel suo camminare da una parte all'altra delle pedane per consigliare (è sufficiente uno sguardo) i suoi atleti che lo contraccambiano con risultati di altissimo livello. Claudio Ceci in grado di far sentire a casa propria anche un bimbo titubante perchè al primo allenamento con le parole giuste al momento giusto (ricordiamo che è istruttore nazionale e preparatore atletico), il sorriso rassicurante e la grinta di Cristina Pierobon.
Come entrare a far parte di questa grande famiglia? L’iscrizione al Club Scherma Roma può avvenire dai 7 anni in poi.
L'attività inizia in forma ludica e si protrae, senza limiti di età, in forma agonistica ed amatoriale.
Le preiscrizioni sono aperte dal 1° Giugno di ogni anno, la durata dei corsi va dal 1° Settembre alla fine di Giugno.
L’attrezzatura richiesta è minima all’inizio (in pratica una tuta e delle scarpe da ginnastica) per completarsi poi con la divisa da scherma, formata da giubbetto e calzoni, scarpe idonee, la maschera, l’arma praticata ed il giubbetto elettrico con relativo passante (per il fioretto e la sciabola).
L’attività in sala si svolge per 5 giorni dal lunedì al venerdì dalle 15,30 alle 21,00.
La frequenza è di 2 volte la settimana per i bambini di 7, 8, 9 anni e di 3 volte per tutti gli altri atleti
Gli orari sono: per i bambini dai 7 ai 13 anni dalle 15,30 alle 17,00 e dalle 17,00 alle 18,30 (due turni per due gruppi diversi), per tutti gli altri atleti dalle 18,30 alle 21,00.
I corsi sono di tre tipologie:
Corsi promozionali per nuove leve, riservati ai ragazzi/e delle scuole elementari: è il corso iniziale mediante il quale i giovanissimi apprendono i primi rudimenti della Scherma in forma ludica integrando l’attività tecnica con giochi e preparazione atletica.
Frequenza: 2 volte la settimana
Corsi per atleti agonisti Under 14 con frequenza di 3 volte la settimana su due fasce orarie (15.30-17.00 oppure 17.00-18.30) da concordare con i maestri
Corsi per Atleti agonisti Over 14 con frequenza: 3 volte la settimana su due fasce orarie (17.00-18.30 oppure 18.30-20.30) da concordare con i maestri
Corsi per Amatori, organizzati per consentire la pratica di questo sport a persone non più giovanissime, in orari serali compatibili con impegni di lavoro; l’attività è adatta anche per persone che vogliano cominciare la pratica della scherma in età adulta la frequenza è di 3 volte la settimana nella fascia oraria 19.00 – 21.00
L’attività sportiva si articola in:
Preparazione Atletica, che mira a raggiungere un adeguato sviluppo delle capacità motorie. Gli obiettivi di questa attività fondamentale sono il miglioramento della coordinazione, l’incremento della forza, velocità, resistenza, la prevenzione degli infortuni, lo sviluppo di attività compensativa per prevenire asimmetrie mediante lo sviluppo armonico di tutta la muscolatura.
Attività Schermistica, che parte dall’acquisizione della tecnica mediante lezioni individuali impartite dai maestri, per proseguire in pedana con assalti guidati dai tecnici che possono in tal modo favorire un giusto utilizzo di quanto appreso in lezione, correggere gli errori, insegnare le tattiche, motivare all’agonismo gli atleti. Gli assalti liberi permettono di mettere in pratica quanto appreso. L’arbitraggio degli assalti dei compagni inoltre consente di comprendere l’evolvere delle azioni ed approfondire la conoscenza dei relativi meccanismi.
L’agonismo è l’obiettivo finale di questo sport, che discende dai duelli di altri tempi. La gara è una verifica fondamentale della formazione raggiunta, permette ai tecnici di individuare le correzioni da apportare nella preparazione, dà all’atleta la possibilità di conoscere se stesso nel momento della verità. Il tutto in una sfida sportiva e leale che accomuna gli avversari con i quali si solidali ed amici per la vita. Non è pensabile una scherma senza il torneo.
La segreteria: è aperta tutti i giorni dalle 15,30 alle 19,00
Largo Giulio Onesti 1 - 00197 - Roma - Tel. 068083282
Mail : segreteria@clubschermaroma.it
martedì 29 maggio 2012
Terremoto.... come comportarsi!
Alcune indicazioni di massima, tratte dal sito del Dipartimento Nazionale di Protezione Civile, su come affrontare un fenomeno sisimico, prima, durante, dopo.
Prima del terremoto
Informati sulla classificazione sismica del comune in cui risiedi. Devi sapere quali norme adottare per le costruzioni, a chi fare riferimento e quali misure sono previste in caso di emergenza. · Informati su dove si trovano e su come si chiudono i rubinetti di gas, acqua e gli interruttori della luce. Tali impianti potrebbero subire danni durante il terremoto.
Evita di tenere gli oggetti pesanti su mensole e scaffali particolarmente alti.Fissa al muro gli arredi più pesanti perché potrebbero caderti addosso. ·
Tieni in casa una cassetta di pronto soccorso, una torcia elettrica, una radio a pile, un estintore ed assicurati che ogni componente della famiglia sappia dove sono riposti.
A scuola o sul luogo di lavoro informati se è stato predisposto un piano di emergenza. Perché seguendo le istruzioni puoi collaborare alla gestione dell'emergenza.
Durante il terremoto
Se sei in luogo chiuso cerca riparo nel vano di una porta inserita in un muro portante (quelli più spessi) o sotto una trave. Ti può proteggere da eventuali crolli.
Riparati sotto un tavolo. E' pericoloso stare vicino ai mobili, oggetti pesanti e vetri che potrebbero caderti addosso.
Non precipitarti verso le scale e non usare l'ascensore. Talvolta le scale sono la parte più debole dell'edificio e l'ascensore può bloccarsi e impedirti di uscire.
Se sei in auto, non sostare in prossimità di ponti, di terreni franosi o di spiagge. Potrebbero lesionarsi o crollare o essere investiti da onde di tsunami.
Se sei all'aperto, allontanati da costruzioni e linee elettriche. Potrebbero crollare.
Stai lontano da impianti industriali e linee elettriche. E' possibile che si verifichino incidenti.
Stai lontano dai bordi dei laghi e dalle spiagge marine. Si possono verificare onde di tsunami.
Evita di andare in giro a curiosare e raggiungi le aree di attesa individuate dal piano di emergenza comunale.
Bisogna evitare di avvicinarsi ai pericoli.
Evita di usare il telefono e l'automobile. E' necessario lasciare le linee telefoniche e le strade libere per non intralciare i soccorsi.
Dopo il terremoto •
Assicurati dello stato di salute delle persone attorno a te. Così aiuti chi si trova in difficoltà ed agevoli l'opera di soccorso.
Non cercare di muovere persone ferite gravemente. Potresti aggravare le loro condizioni.
Esci con prudenza indossando le scarpe. In strada potresti ferirti con vetri rotti e calcinacci.
Raggiungi uno spazio aperto, lontano da edifici e da strutture pericolanti. Potrebbero caderti addosso.
Una vicenda intricata e molto italiana. Case assegnate a personaggi ricchi, vendute a pochi soldi ed appartamenti invece non venduti a persone che non hanno altre abitazioni. Il paese delle raccomandazioni primeggia anche in questo. Rialzati Italia!
La casa popolare abitata da falsi “meno abbienti” diventa un dossier che l'Ater rende pubblico con tanto di denuncia da parte del presidente, Bruno Prestagiovanni: “Se non si cambia rotta l'Ater del Comune di Roma (che amministra 40.000 alloggi ad uso residenziale) è destinato a sparire in un paio di anni inghiottito dai debiti e dall'impossibilità di fare la manutenzione ordinaria del suo patrimonio immobiliare".
E' evidente che parecchi degli inquilini dichiarano il falso, "barano" presentando redditi spesso inferiori con stratagemmi molto semplici, magari omettendo un figlio dal nucleo familiare. Le stesse persone dichiarano ben altro al fisco, così oltre che commettere un reato sottraggono soldi all'azienda pagando un affitto inferiore al dovuto, spesso dichiarandosi addirittura senza reddito. "E i soldi mancanti potrebbero essere reinvestiti nella manutenzione ordinaria degli immobili e nella costruzione di nuove case", conclude amareggiato il Presidente.
"Pochi nascondono molto e molti nascondono poco", così si può riassumere il meccanismo di occultamento dei redditi visto dal punto di vista della distribuzione nei municipi della Capitale. Il fenomeno degli inquilini che possiedono terreni o altre abitazioni che eccedono il valore per essere ammessi di diritto in un'abitazione di edilizia residenziale pubblica è molto esteso, ma ora l'azienda intende collaborare mettendo a disposizione i propri dati. Per quanto riguarda il fenomeno degli abusivi, ci si sta muovendo con fermezza. Da quando è impossibile spostare la residenza negli alloggi senza il permesso dell'ente, il fenomeno della "vendita sottobanco" sta conoscendo una fase di sensibile decrescita.
Se lo sviluppo urbanistico di Roma può essere letto attraverso l'edificazione delle "case popolari", è anche necessario osservare che la funzione sociale è oramai pressoché decaduta. Non ha alcun senso mantenere in piedi un'azienda senza poi dare seguito alle sue istanze, e senza fornirle gli strumenti per intervenire su una struttura "malata". Nel caso il soggetto che manca all'appello è la Regione, che dovrebbe fornire risorse e strumenti per intervenire. Andreotti motteggiò una volta che nei manicomi c'erano due categorie di persone: i matti e quelli che volevano risanare le ferrovie. Qualcuno, scherzando, qualche anno fa ha aggiunto che ci sono anche quelli che vogliono risanare la gestione delle case popolari a Roma.
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