giovedì 3 ottobre 2013

Sabato, 4 ottobre, la beatificazione di Rolando Rivi

Sabato, 4 ottobre, la beatificazione di Rolando Rivi, il seminarista quattordicenne trucidato “in odium fidei” dai partigiani comunisti

Eccovi  la storia di Rolando Rivi, che a soli 14 anni ha donato la vita per Gesù. Entrato in seminario, Rolando portò con coraggio la sua testimonianza di fede e di carità, vestendo sempre l’abito talare segno, come diceva, della sua appartenenza al Signore. Finì per questo vittima del clima di odio contro i sacerdoti diffuso sul finire della guerra. Nell’aprile del 1945 Rolando fu rapito, brutalmente torturato, ucciso per la sola colpa di guidare gli altri ragazzi all’esperienza cristiana. Nessuno, però, riuscì a strapparlo dalla mano del suo grande Amico e anche nell’ultimo istante chiese di poter pregare. Nella sua giovane età, nella sua innocenza, Rolando è un’icona
dei molti martiri cristiani del nostro tempo.


Nato a San Valentino, frazione di Castellarano, secondo dei tre figli di Roberto Rivi e Albertina Canovi, entrò nel seminario di Marola nell'autunno del 1942 ma nel 1944, in seguito all'occupazione tedesca del paese, fu costretto a ritornare a casa. Non smise però di sentirsi seminarista né di indossare l'abito talare, nonostante il parere contrario dei genitori preoccupati per i gesti di odio antireligioso diffusi nella zona: gli atti di violenza e le uccisioni di sacerdoti diverranno infatti in quel periodo molto comuni.
Il 10 aprile 1945 fu preso da un gruppo di partigiani comunist che costrinsero il ragazzo quattordicenne a seguirli nella boscaglia. Ai genitori fu lasciato un bigliettino con scritto "Non cercatelo. Viene un attimo con noi partigiani". Dopo tre giorni di percosse, umiliazioni e sevizie, lo uccisero a colpi di pistola in un bosco di Piane di Monchio, frazione di Palagano.
Seguendo le indicazioni di alcuni partigiani, comprese quelle dello stesso assassino], la sera del 14 aprile Roberto Rivi e don Alberto Camellini, curato di San Valentino, ne ritrovarono la salmache presentava il volto coperto di lividi, il corpo martoriato e le due ferite mortali, una alla tempia sinistra e l’altra all'altezza del cuore. L'indomani lo trasportarono a Monchio, dove ebbe esequie e sepoltura cristiane.
Dopo la Liberazione, il 29 maggio 1945 la salma fu traslata e tumulata nel cimitero di San Valentino, con l'omaggio di tutti i parrocchiani. Essendo divenuta la sua tomba meta di pellegrinaggi, il 26 giugno 1997, con una solenne cerimonia, gli venne data nuova sepoltura all'interno della chiesa di San Valentino, nel sacrario dei parroci della pieve.


Dopo una serie di guarigioni riconosciute come miracolose dalla Chiesa cattolica, in quanto ottenute con la sua intercessione , il 7 gennaio 2006 è stata aperta dall'arcidiocesi di Modena la sua causa di canonizzazione. Nel 2011 a Reggio Emilia il PDL e la Lega nord richiesero al Comune di intitolare a Rivi una via cittadina ma la proposta fu rifiutata dalla maggioranza di sinistra. Nel maggio 2012, la competente commissione vaticana dei teologi "censori" ha approvato la validità del suo martirio in odium fidei Il 28 marzo 2013 papa Francesco ha autorizzato la Congregazione per le cause dei santi a promulgarne il decreto che ne riconosce il martirio

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