Checco Zalone ha la barba lunga, lo sguardo mobile, il sorriso che va e viene, ma soprattutto viene. È contento quando racconta il nuovo film, «Sole a catinelle», nelle sale (900 sale!) dal prossimo 31 ottobre: «83 minuti, non siamo voluti andare oltre, praticamente un trailer». Ora sta decidendo dove fare la sua ricomparsa in televisione per promuovere questa nuova fatica: «In tv ci devi andare se hai qualcosa da dire, devi fare dei numeri». Lo dice lui che proprio sul piccolo schermo ha avuto il grande successo, quando sul palco di «Zelig» raccontava (e cantava) avventure surreali. «Vorrei andare al talk show di Lucia Annunziata» confessa, e non sai se è serio o sta scherzando. «Mi preparo mezz’ora di cose da dire». È serio. Luca Medici, in arte Checco Zalone, è uno che ama le sfide. Poi, scherzando, comincia a pensare al «Gianni Morandi Live in Arena» dove è ospite l’8 ottobre (su Canale 5). Un duetto con Morandi? «Beh, sì!». E magari, stando a Verona, ci potrebbe infilare una canzone su Romeo che sotto il balcone corteggia Giulietta e poi scopre che lei ha una treccia finta ed è un uomo. Un «uomo sessuale», come direbbe Zalone. Le idee zampillano.
Intanto sugli «uomini sessuali» ha inciso una canzone ispirata al caso Barilla per promuovere il film.
«Mentre stavo registrando la colonna sonora del film, si dibatteva di questo fatto e mi è partito un “la minore”. Mi sono detto: “Peccato che l’ho già fatta una canzone sugli uomini sessuali! Però è molto attuale, bisognerebbe rinnovarla”».
E l’ha «rinnovata» pensando alla Barilla.
«Pensando ai cantanti italiani, che quando gli sta stretta l’Italia guardano ai mercati dei Paesi latini, ho composto “Los hombres sexual” con un ritmo alla Gipsy Kings. I musicisti mi hanno guardato come un rimbambito».
Le è venuta di getto.
«Stavamo dibattendo: c’erano i pro Barilla e i contro Barilla».
E lei è pro o contro?
«Io non ho sentito la dichiarazione, in questi casi è importante il tono, come uno dice le cose. Fondamentalmente sono per la libertà. Se uno dice che non vuole fare lo spot e se non lo dice con aria di disprezzo, ma per ragioni di marketing, perché no?».
Quanti «uomini sessuali» ci sono nel film?
«Purtroppo non ce ne sono, a saperlo ce ne mettevo quattro o cinque. C’è solo una battuta, un’iperbole, quando il papà dice che preferisce un figlio gay a un figlio comunista».
Allora partiamo dal titolo: «Sole a catinelle», che sta per…
«Sta per l’elemento meteorologico che deve essere sempre presente nei miei film. Questo chiude la trilogia prima del passaggio ai film drammatici, anche se…».
Anche se?
«Chiami un film “Sole a catinelle” e inizi le riprese con 20 giorni di pioggia e 70 persone che non possono lavorare».
Titolo premonitore.
«Essendo più bravo come musicista che come attore e cineasta, scelgo sempre un titolo che suoni bene, ci tengo alla musicalità. Poi devo inventare le scene per farci entrare il titolo».
Di Zalone musicista cosa c’è nel film?
«Ho composto la canzone: “Dove ho sbagliato”. Mia moglie mi lascia e io faccio riflessioni sulla nostra separazione: “Ti facevo lavare, ti facevo stirare, non ti ho mai vietato un bucato, dove ho sbagliato, tua la letizia di gettare l’immondizia…”».
La storia è quella del viaggio di un padre e di un figlio.
«Uno sfigato pazzesco, ma agli occhi del bambino è un super-papà, finché il bambino comincia ad aver dei dubbi e lo manda a quel paese. Per i primi 12 minuti del film il bambino non dice mai parolacce, la maestra me lo segnala come un motivo di vanto, io in realtà un po’ ne soffro».
Perché Checco al solito dice le parolacce.«Il papà le dice, ma le chiama “formulette per trovare una soluzione”. Nel film non ci sono volgarità, c’è solo un caso dove ne dico una, ma mi serve drammaturgicamente».
Che padre è Checco Zalone nel film?«Ha tutti i difetti che ha l’italiano e che ho già rappresentato: sfacciataggine, irriverenza, stupidità, ma si ferma di fronte all’amore per il figlio. È l’elemento di novità».
Anche nella realtà: sei papà da pochi mesi.«Sì, diciamolo! Ci eravamo bloccati, non sapevamo di cosa parlare, poi c’è stata la nascita di Gaia e ho avuto un rimbambimento da papà».
Ti sei ispirato a tuo padre per questo super-papà?«Un po’, mio padre è la persona più positiva del mondo, anche in situazioni difficili era sempre in grado di fare la battuta e di trovare il sorriso. Io nel film sono alla mensa della Caritas e prometto a mio figlio una grande vacanza».
Reciti un venditore di aspirapolvere. Ma esistono ancora i venditori di aspirapolvere?«Certo. Anch’io ho fatto il rappresentante di quelli porta a porta. Di solito hanno un periodo di floridità nei primi 15 giorni quando vendono ai parenti. Poi finisce».
Cosa vendevi?«Prodotti farmaceutici, l’amuchina, anni prima c’era stato il colera a Bari e l’amuchina si consumava di più dell’acqua, la usavano per lavare la verdura, per lavarsi i piedi, per tutto».
Un film molto autobiografico.«L’esperienza partì benissimo e finì in modo drammatica: non sapevo che si pagavano le tasse sull’Iva, spesi tutto e accumulai 15-20 milioni di lire di debiti con il fisco. Poi raggiunti i primi successi in tv mi sono presentato dagli amici di Equitalia e ho chiesto: “Quant’è?”. Mi hanno detto la cifra e ho staccato l’assegno. Una soddisfazione».
Torniamo al film: un viaggio in Italia.«La vacanza con il figlio è un pretesto, tutto va male, poi dopo 20 minuti di film c’è la svolta… E alla fine c’è l’happy end. C’è un’evoluzione».
Non sei più «uno sfigato pazzesco»?«Io parto “maschilista” e poi vado a parlare in difesa dei diritti delle donne in fabbrica vestito da Bertinotti pur di riconquistare mia moglie».
Insomma Checco Zalone sempre ottimista.«L’ottimismo è il filo conduttore, mi fa trovare il lato positivo delle cose».
Cosa ti fa essere ottimista in questo autunno 2013?«Io sono fondamentalmente un pessimista, Leopardi in confronto era un ottimista. Però, non so, ci sono cose che mi piacciono. Nel mondo del lavoro si avverte che qualcosa sta cambiando. Più che di ottimismo parlerei di originalità, di novità, anche nel mio campo».
E di nuovo cosa vedi?«La possibilità per tutti di esprimersi. Io passo le mattine a cercare su YouTube persone che hanno delle idee e le mettono su Internet. In futuro mi piacerebbe occuparmi di questo, di produzione, scovare dei talenti».
Fonte: TV Sorrisi e Canzoni
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