Sentenza a sorpresa: bocciato il blindato Lince 1, in uso ai militari italiani in Afghanistan: se lanciato su strade ad una velocità superiore a 65 chilometri orari non è sicuro. Lo ha accertato la procura di Civitavecchia nell'inchiesta sulle cause di un incidente sulla via Aurelia nel quale morì il paracadutista della Folgore Nicola Casà, il 23 febbraio 2011.
Casà, 24 anni, di Raffadali, morì in un incidente stradale avvenuto lungo l’Aurelia, in territorio di Tarquinia: viaggiava su un camion militare “Lince” che si ribaltò. Il giovane morì sul colpo, e altri cinque militari rimasero feriti. I militari erano di ritorno a Grosseto dopo aver preso parte ad un addestramento a Bracciano in preparazione di una missione in Afghanistan.
RISCHIO PROCESSO PER 7 MILITARI Sette militari rischiano di finire sotto processo per l'incidente: sono Luca Fois, capo dell'equipaggio del mezzo militare, uno dei quattro feriti, Aldo Miscioscia, direttore del Centro polifunzionale sperimentazione comando logistico dell'Esercito, al quale era demandata la verifica della stabilità dinamica del mezzo; gli addetti allo stesso centro Marco Sulpizzio, Claudio Oliviero, Marcello Di Monte, Giovanni Poletti, addetti allo stesso centro, e Antonio Guicciardino, direttore generale della Direzione armamenti terrestri dicastero della difesa, colui che rilasciò il certificato di omologazione del Lince finito fuori strada. Per il pm Lorenzo Del Giudice sono responsabili di omicidio colposo e lesioni gravi in relazione alle negligenze ed imperizie sull'uso del mezzo.
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