giovedì 12 settembre 2013

Sono usciti ieri tre libri di papa Francesco che parlano della sfida educativa in una società frammentata in cui i giovani sono soli e in preda alle «proposte di consumo» e alla «spietata competitività».
IL SEGNO DI DIO. “Nel cuore dell’uomo. Utopia e impegno”, “Scegliere la vita. Proposte per tempi difficili”, “Disciplina e passione. Le sfide di oggi per chi deve educare”. Sono questi i titoli dei volumi, tutti editi da Bompiani, che contengono il pensiero dell’allora cardinale Bergoglio sull’educazione. Alla base c’è la necessità di «riscoprire la forza creativa dell’elemento religioso all’interno della vita», per instaurare un dialogo «non meramente formale» con tutti. È qui che compare il concetto di «autorità», necessaria «per dare coesione al corpo». Il vescovo di Roma parla di guide che si mettano al servizio dei discepoli e che non perseguano i propri interessi, altrimenti «si sfocia in una politica di compromesso, senza un progetto volto al bene comune». Per lui l’autorità ha la funzione di «sostenere la vitalità del nuovo legame». Che significa favorire «la nostra gente, che sa organizzarsi in modo spontaneo», che «esige di poter discutere, gestire e partecipare creativamente in tutti gli ambiti della vita sociale che la riguardano», perché  questo movimento è «la presenza di un segno di Dio in un turbinio di partecipazione».
QUEL DIALOGO CON I DOCENTI. In un dialogo con i docenti papa Francesco spiega che anche se le famiglie sono in crisi, mancano aiuti dalla società, «i mezzi di comunicazione trattano temi delicatissimi con la stessa leggerezza con cui espongono le vicende personali dei personaggi dello spettacolo» e hanno «la cattiva abitudine di sventolare denunce senza controllare le fonti», i «ragazzi stanno lì presenti». Giovani «infinitamente soli, bisognosi, spaventati, con piena fiducia in voi, sebbene a volte lo dimostrino con aria indifferente, disprezzo o rabbia: attenti a cogliere se qualcuno offre loro qualcosa di diverso… o gli sbatte di nuovo la porta in faccia». Davanti a ciò la guida deve essere disposta non solo a «un impegno faticoso», ma ad avere «una maturità personale». Maturità significa essere capaci «di usare la nostra libertà in modo sensato e attento», il che richiede di «trascendere l’orizzonte dell’intersoggettivo e sociale per aprirci all’elemento religioso». Questo, dice il Papa ai docenti, è «il percorso che vi propongo», per passare dalla «maturità etica alla santità».


Fonte: Tempi

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