Il recupero crediti viene effettuato con straordinaria efficienza solo per le utenze domestiche, mentre i grandi consumatori guadagnano tempo. Il silenzio imbarazzante del Campidoglio
Bollette pazze, romani imbufaliti e un sospetto: i conguagli operati da Acea, in assenza di letture certe dei consumi e di stime di consumo presunto, possono trasformarsi in una specie di prelievo forzoso per anticipare gli incassi.
Il problema è quindi la tutela dei consumatori. Come sempre il privato cittadino è messo spalle al muro e soltanto con "moltpo tempo a disposizione" e lunghe battaglie legali è possibile giungere a soluzioni positive per l'utente. Noi abbiamo telefonato al numero verde. La centralinista prima ha preso tempo (lasciandoci in attesa), poi ha parlato di recupero crediti ma quando le abbiamo chiesto come avviene la lettura (visto che presso molte utenze di loro dipendenti non se ne è vista neppure l'ombra) ci hanno risposto che l'accumulo dei crediti è colpa dei clienti che non fanno l'autolettura. Quando le è stato fatto presente che intervenire con maxi bollette in un periodo di crisi economica e quantomeno sconsiderato, ci è stato risposto che esiste la possibilità di rateizzazione.
Morale? Schifati ma pronti a combattere per l'ennesima ingiustizia!
Affaritaliani.it è andato a fondo della vicenda e ha messo a confronto le comunicazioni ufficiali della società con uno studio dettagliatissimo che un utente-lettore ha spedito in redazione. Tra tecnicismi, leggi e regolamenti ignorati, ecco come Acea Energia ha trasformato la rivoluzione delle bollette in una stangata occulta con l'effetto di aver anticipato importanti flussi di cassa.
LA PREMESSA. In presenza di un disastro denunciato dai media, dall’ADOC e da migliaia di clienti/utenti dell’Acea, "Ci scusiamo per il disagio" è l’ammissione di pragmatica che costa meno ai vertici dell’Acea. Ma le definizioni: “bollette strane e colpa delle nuove norme” e "qualche sacrificio può essere sopportato dagli utenti", espresse nella nota dell’ufficio stampa Acea, da Sergio Agosta, presidente di Acea Energia e dal numero uno della multi-utility romana, Giancarlo Cremonesi puntano a scansare le gravi responsabilità dei soggetti che l’hanno prodotto, visti i gravissimi disagi che migliaia di persone sono costrette a subire, i danni economici e d’immagine che colpiscono l’azienda ex-gioiello di Roma Capitale, controllata dal Sindaco Gianni Alemanno.
Cremonesi, ha spiegato che a breve "la bolletta sarà più chiara e leggibile e riporterà i dati che gli utenti vogliono leggere con chiarezza", un’affermazione che ammette l’assenza di elementi essenziali e obbligatori che la fatturazione dei consumi di energia deve riportare.
Il caso delle "bollette pazze", denunciato da Affaritaliani.it e recentemente da La Repubblica, ripreso poi dal Corriere della Sera il 24 novembre con la nota dell’ufficio stampa Acea, non è risolto e numerosi cittadini continuano a segnalare vecchi e nuovi problemi. Come: "Non è vero, come sostiene la pubblicità, che chiamando i numeri verdi s’ottengano una risposta e/o la rettifica degli errori segnalati".
LA PREMESSA. In presenza di un disastro denunciato dai media, dall’ADOC e da migliaia di clienti/utenti dell’Acea, "Ci scusiamo per il disagio" è l’ammissione di pragmatica che costa meno ai vertici dell’Acea. Ma le definizioni: “bollette strane e colpa delle nuove norme” e "qualche sacrificio può essere sopportato dagli utenti", espresse nella nota dell’ufficio stampa Acea, da Sergio Agosta, presidente di Acea Energia e dal numero uno della multi-utility romana, Giancarlo Cremonesi puntano a scansare le gravi responsabilità dei soggetti che l’hanno prodotto, visti i gravissimi disagi che migliaia di persone sono costrette a subire, i danni economici e d’immagine che colpiscono l’azienda ex-gioiello di Roma Capitale, controllata dal Sindaco Gianni Alemanno.
Cremonesi, ha spiegato che a breve "la bolletta sarà più chiara e leggibile e riporterà i dati che gli utenti vogliono leggere con chiarezza", un’affermazione che ammette l’assenza di elementi essenziali e obbligatori che la fatturazione dei consumi di energia deve riportare.
Il caso delle "bollette pazze", denunciato da Affaritaliani.it e recentemente da La Repubblica, ripreso poi dal Corriere della Sera il 24 novembre con la nota dell’ufficio stampa Acea, non è risolto e numerosi cittadini continuano a segnalare vecchi e nuovi problemi. Come: "Non è vero, come sostiene la pubblicità, che chiamando i numeri verdi s’ottengano una risposta e/o la rettifica degli errori segnalati".
NUMERI E LEGGI. Partiamo dai grandi numeri. Acea Energia incassa dalle bollette della luce circa 2 miliardi di euro l’anno (4 mila miliardi di vecchio conio). L’azienda gode del più grande bacino d’utenza del Paese con oltre 1.500.000 utenze elettriche. Un vantaggio non di poco conto, sé ben usato. Il Contratto di servizio, spesso dimenticato, immesso in Italia con il famoso Decreto Ciampi, prevede obblighi e tutele sostanzialmente mai toccate. Uno di questi obblighi confermato dall’Autorità dell’Energia e il Gas (AEEG) è quello della presenza della lettura nelle fatture inviate ai clienti/utenti. Perciò inviare bollette “senza lettura” è proibito dalla norma, come nel caso delle “bollette pazze 2011” che oltre alla anomala “stangata”, sono prive dei dati della lettura del contatore.
L'UTENTE ATENTO. Il signor P.M scrive ad Acea Distribuzione e chiede: “A proposito di bolletta…Acea Energia nel fatturare può vantare (indicazioni dell’AEEG) un addebito (stimato) a conguaglio che … guarda caso è sempre a sfavore dell’utente? Il quesito può sembrare di poco conto….ma è pur vero che moltiplicato per centinaia di migliaia di bollette siamo in presenza di un ‘finanziamento occulto’ dell’utenza a favore di Acea Energia e Acea Distribuzione e mi limito ai soggetti d’impresa quando potrei aggiungere a favore di Enti Locali ecc….”.
La risposta trasmessa da Acea Distribuzione: ”…da parte della società di vendita” (Acea Energia), si informa: 1) Acea Distribuzione mette a disposizione del venditore (Acea Energia) il dato di misura rilevato dal misuratore; 2) per quanto riguarda il mese di settembre u.s., cui si riferisce la bolletta della sua segnalazione, si è provveduto a trasmettere ad Acea Energia, servizio di maggior tutela, la lettura registrata…pari a 7046 kWh; 3) il dato, insieme a valori dei registri di fascia oraria, è utilizzato dal venditore secondo le proprie procedure di fatturazione; 4) Acea Distribuzione procede a fatturare l’energia per il trasporto facendo riferimento sempre alla data di fine mese, senza applicare stime…per il periodo…emettendo fattura verso il venditore (Acea Energia)”.
IL TRUCCO. Acea Energia ha evitato d’inserire la lettura e ha proceduto - come voleva - a fatturare il consumo presunto. Vediamo allora come funziona il giochetto. E’ vero che alle società di vendita dell’energia è consentito di inviare bollette con consumi “stimati”, ma con un preciso limite “la stima deve entrare in un range riferito al consumo registrato nello stesso periodo di fatturazione dell’anno precedente”. In assenza di lettura è quasi impossibile controllare. E l’utente raffrontando la “bolletta pazza” con le ricevute del 2010 (conservate a casa), ha riscontrato una super-sorpresa: il “limite suddetto” è stato superato almeno del 10-15%. La conseguenza è che l’incasso di 2 miliardi di euro annui per l’Acea si esalta di almeno 250 milioni euro, se non di più.
IL CLIENTE REPLICA. Mr. P.M. scopre: “che la bolletta a conguaglio… moltiplicata per le centinaia di migliaia di bollette emesse “ diventa un ‘finanziamento occulto’ dell’utenza a favore di Acea”. Un altro utente M.T. che ha contestato più volte il problema, aggiunge: "Ho fatto notare ad Acea come le bollette per bimestre fossero sproporzionate rispetto al consumo reale. L'azienda s’è accorta dell'errore (a parole) ma ha continuato ad inviarmi fatture sbagliate". Ma cerchiamo di andare più a fondo nella ricerca della “verità” con gli strumenti dell’inchiesta giornalistica.
LE RESPONSABILITA'. E’ colpa delle nuove norme? Niente affatto. Le norme dell’AEEG riguardano il cosiddetto “unbundling” (la separazione dei costi per la distribuzione da quelli della vendita di energia elettrica), anche per rendere trasparente la formazione della tariffa applicata agli utenti. Si tratta di meccanismi “obbligati” di separazione contabile funzionale per regolare il cosiddetto mercato libero. Nel 2007 è partito formalmente il processo ed ha subìto, tra l’altro, più di una proroga. L’ultima scadenza per tutte le Società Energetiche era stata fissata al 21 gennaio 2011. Da qui è nata l’esigenza di riaggiornare i “sistemi di fatturazione” tra utenze tutelate, utenze del mercato libero, etc., compreso il rispetto dei criteri contabili, secondo fasce orarie di consumo, etc. Obbiettivi che, peraltro, avevano sostenuto negli scorsi anni l’obbligo di sostituzione dei vecchi contatori con quelli elettronici, in grado di telecontrollare i consumi ed assumere le letture automaticamente e a distanza.
Dai dati a settebre, risulta che i contatori elettronici Acea “tele controllati” sono 1 milione e 400 mila e che ne restano da installare 47 mila entro fine anno (disposizione AEEG), mentre mancano dal conteggio le “grandi utenze” che richiedono misuratori diversi da quelli domestici e fino a 20 kW, non previsti inizialmente dall’azienda che risulta che forse sono stati ordinati, ma non ancora installati. Insomma le aziende hanno avuto tutto il tempo per organizzarsi ed evitare disagi all’utenza.
Dalla descrizione seppur sintetica si comprende bene che le “nuove norme” erano ben conosciute dall’Acea, che si potevano e dovevano rispettare i tempi d’entrata in esercizio dell’unbundling e del nuovo sistema di bollettazione e che le responsabilità vanno ricercate altrove.
INFORMATICA SOTTO ACCUSA. Perché la dichiarata “conclusione positiva delle operazioni” ad agosto è stata “sporcata” da un fermo dei “sistemi informatici”? Perché si afferma (a cinque mesi data) che a breve le criticità si risolveranno (intendendo gennaio 2012)? Perché, si puntualizza che la fatturazione a lettura effettiva progressivamente sarà ripristinata entro l’anno ? Perché il presidente e amministratore di Acea Energia dice: “I clienti che hanno pagato una somma superiore riceveranno una compensazione nella bolletta successiva”, quando in realtà sarà pressoché impossibile attuarla?
La verità è che l’attuale management, strapagato almeno dieci volte di più di quanto costavano i vecchi dirigenti della municipalizzata, ha la responsabilità di aver azzerato le “professionalità interne” rivolgendosi a “società esterne” a cui sono stati affidati direttamente “progetti informatici” costosissimi (e di cui non si conoscono la consistenza e l’entità dei costi). Si pensi che in Acea sono impiegati nell’attività di programmazione, gestione e implementazione dei sistemi informatici di cui stiamo parlando, tra i 130 e 150 consulenti che avrebbero anche erogato 3000 ore di formazione, training on the job al personale di back office (dietro allo sportello) e di front office (allo sportello) che costano centinaia di migliaia di euro. Lo stesso management che ha la responsabilità del mancato recupero di milioni di euro dai clienti/utenti. Il dato dei mancati incassi verso utenti/clienti che a settembre 2010 é arriva a 1milardo e 140 mln di euro (+9,2%). I risultati e i danni prodotti sono sotto gli occhi di tutti.
TEMPO DI CRISI. La crisi “morde la pancia” ai cittadini, ma l’Acea se ne frega e dai dati risulta che le utenze domestiche (vecchiette e utenti in ambasce) vengano colpite, mentre il recupero dei crediti verso i grandi consumi ancora languono. Risultati deludenti ormai non si contano più. Un quadro che richiederebbe che “mettere la propria esperienza al servizio dei cittadini” non sia una colpa. Invece, alla vigilia dell’emissione delle “bollette pazze”, i manager trasferiscono e ritrasferiscono (o mandano in mobilità) in un sol colpo il personale con maggiore esperienza reo d’aver segnalato quanto sarebbe successo utilizzando quei “sistemi informatici imperfetti”. Forse per questo s’è scelto di cambiare, alla vigilia del “botto”, sostituendo il personale con maggiore esperienza con altri pescati negli organici o addirittura con “interinali” assunti 15 giorni prima dell’invio delle bollette reclutati nell’area reatina. Un fatto è certo i responsabili di tutto ciò andrebbe mandati a casa, come avvenne per un dirigente 5 anni fa, sacrificato a “Mi manda Rai3” per un altro caso di “bollette pazze”.
L'ULTIMA DENUNCIA. L’Associazione “G. Dossetti” ha denunciato: “Acea sta contravvenendo platealmente a quanto stabilisce la Carta dei Servizi circa gli standard di qualità del servizio, le redazioni di bollette chiare e comprensibili, i tempi d’attesa degli utenti, le facilitazioni per utenti particolari (anziani, malati, stranieri)”. Il responsabile dell’Osservatorio per la Tutela dei Diritti Corrado Stillo ha dichiarato: “Abbiamo chiesto al Sindaco di Roma Gianni Alemanno di far cessare un vero e proprio sopruso compiuto da un’Azienda pubblica comunale”. Ma il Campidoglio tace.
Il problema è quindi la tutela dei consumatori. Come sempre il privato cittadino è messo spalle al muro e soltanto con "moltpo tempo a disposizione" e lunghe battaglie legali è possibile giungere a soluzioni positive per l'utente. Noi abbiamo telefonato al numero verde. La centralinista prima ha preso tempo (lasciandoci in attesa), poi ha parlato di recupero crediti ma quando le abbiamo chiesto come avviene la lettura (visto che presso molte utenze di loro dipendenti non se ne è vista neppure l'ombra) ci hanno risposto che l'accumulo dei crediti è colpa dei clienti che non fanno l'autolettura. Quando le è stato fatto presente che intervenire con maxi bollette in un periodo di crisi economica e quantomeno sconsiderato, ci è stato risposto che esiste la possibilità di rateizzazione.
Morale? Schifati ma pronti a combattere per l'ennesima ingiustizia!
quote:
RispondiElimina... risulta che i contatori elettronici Acea “tele controllati” sono 1 milione e 400 mila e che ne restano da installare 47 mila entro fine anno (disposizione AEEG),....
unquote
ennesima balla di Acea: gli 1,4 milioni di contatori installati sono solo "predisposti per il telecontrollo"; mentre quelli effettivamente "tele-gestiti" sono certamente molto meno!
Nel mio caso, Acea Distribuzione non solo non ha mai effettuato una lettura del mio contatore digitale, dal giorno della sua installazione 13/7/2006 fino al 24/4/2014, ma tuttora non ne ha attivato la telegestione, dopo ben 8 anni dalla sua installazione!
Il responsabile (?) dell' U.O. Pianificazione operativa di Acea Distribuzione SpA, rispondendo il 26/6/14 al reclamo da me inviato all' Autorità e a loro in copia, così giustificava la mancata attivazione della telelettura del mio contatore digitale:
"... contatore ...al momento non raggiunto dal nostro sistema di lettura, in quanto ubicato in una zona in cui si riscontrano problematiche tecniche che impediscono la corretta gestione del segnale di comunicazione; risultano in corso azioni atte a risolvere il problema...."
Bene, a oggi 16 dicembre, delle suddette conclamate azioni non si vede neppure l' ombra e tutto continua come prima (con consumi stimati totalmente assurdi)!!