Delle due piste di atterraggio presenti a all’aeroporto di Fiumicino, soltanto una è in regola L’altra è inefficiente. Come mai? L’aeroporto Leonardo da Vinci è dotato di tre piste, una utilizzata per i decolli e le altre due (la sedici Left e la sedici Right) sono dedicate agli atterraggi. Nelle seconde è predisposto un sistema di precisione per atterrare – non necessario nella pista di decollo – il cosiddetto Sistema strumentale di atterraggio (ILS) composto da un localizzatore che dà l’allineamento con la pista (Il localizzatore) e dalla Guida planata (GP) che consente al pilota di far scendere il velivolo seguendo un sentiero preciso. Ebbene la pista sedici Right (quella vicina a via Coccia di Morto) ha la Guida planata fuori servizio e lo sarà fino al 18 marzo prossimo, quando ne verrà installata una nuova.
Ma cosa vuol dire che in una delle due piste disponibili, il GP non funziona? “La mancanza del GP trasforma la procedura di avvicinamento da procedura di precisione a procedura non di precisione – spiega un controllore del Crav di Ciampino che preferisce l’anonimato - benché la pista sia sempre disponibile”. Conseguenze sulla sicurezza dell’atterraggio? “No, nessuna – spiega l’uomo-radar – ma la procedura non di precisione comporta sia una maggiore difficoltà di gestione quando c’è il picco degli arrivi sia un maggior spreco di carburante”.
Per quale motivo? Le difficoltà nascono sia per i piloti che per i controllori che da terra devono gestire l’atterraggio. E che nelle ore di punta (tra le 7 e le 9 di mattino, intorno alle ore 12 e dalle 19 alle 21) sulla pista 16 Left manovrano già normalmente 35-40 atterraggi l’ora. Orbene, non funzionando la Guida Planata, i calcoli per trovare il sentiero giusto viene affidata ai piloti che, nella cabina di pilotaggio, sono costretti a una procedura più complicata. E, spiegano, al Crav, molte compagnie aeree dell’area non Shengen preferiscono evitare che i loro piloti si avvalgano di questo metodo e atterrino direttamente nella pista 16 Left dove tutto è a posto. Ne deriva un maggior intasamento dell’unica pista in cui è disponibile il sistema ILS. “La sequenza degli atterraggi – dicono – risulta ritardata e siamo costretti a tenere in volo alcuni velivoli fino a che la pista non si liberi. Con conseguente spesa di carburante”. Ma non è tutto. Il molo di sosta di queste compagnie aeree extracomunitarie si trova vicino alla pista 16 Right, dunque, atterrando sull’altra pista devono percorrere almeno 3 chilometri, per raggiungerlo. Altro spreco di carburante.
Analisi avallata anche dai piloti. “La mancanza della Guida Planata su una delle due piste – conferma Giovanni Galiotto, presidente dell’Anpac (Associazione nazionale piloti dell’aviazione civile) – rende la procedura di atterraggio più impegnativa ed è richiesta con questo sistema una visibilità più elevata e condizioni metereologiche migliori. Inoltre, con la procedura non di precisione – prosegue il pilota – sono necessari margini di distanza maggiori tra due aerei. Il che potrebbe inficiare la capacità dell’aeroporto di fare sequenze di atterraggi ravvicinati”.
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