domenica 7 ottobre 2012

Addio a Claude Pinoteau: il regista del Tempo delle Mele

Parigi, la Francia, ma tutto il mondo cinematografico salutano il registe de «La Boum», il titolo originale del «Tempo delle Mele», uscì in Francia l’11 dicembre 1980. «E i primi tre o quattro giorni di proiezione furono disastrosi, nessuno lo andava a vedere. Poi cominciò il passaparola e il nostro film diventò un successo mondiale. In Italia ci furono code e risse all’ingresso dei cinema, io e Sophie (Marceau, ndr) andammo a trovare i feriti in ospedale», ha raccontato cinque anni fa Claude Pinoteau. Il regista, malato da tempo, è morto venerdì all’età di 87 anni a Neuilly-sur-Seine, il sobborgo chic alle porte di Parigi.
 Pinoteau debuttò nel 1972 dirigendo un poliziesco («Le Silencieux») con Lino Ventura, ma i suoi meriti storici sono avere scoperto due tra le più belle attrici di Francia – Isabelle Adjani e Sophie Marceau – e avere diretto «Il Tempo delle Mele», che vendette quattro milioni di biglietti in Francia, 15 in Europa, e fu visto poi da altri milioni di persone nelle infinite repliche televisive che si sono susseguite fino a oggi. In Francia, «La Boum» (che in francese sarebbe «la festa» tra adolescenti) rimase nei cinema per 8 mesi consecutivi e registrò incassi maggiori dell’«Impero Colpisce Ancora», il secondo episodio della saga di Guerre Stellari uscito nello stesso anno. In Italia, «Il Tempo delle Mele» divenne uno dei simboli – tra i più garbati e meno trash – degli anni Ottanta, in virtù di quella tradizione tutta francese di sapere raccontare con grazia l’infanzia e poi l’adolescenza.
L’intuito di Pinoteau si dimostrò notevole già nel 1974, quando scelse l’allora sconosciuta ventenne Isabelle Adjani come co-protagonista del film «Lo schiaffo» con Annie Girardot e ancora Lino Ventura, che trattava del rapporto tra genitori e figli. Pochi anni dopo, Pinoteau decise di portare al cinema una sceneggiatura di Danièle Thompson in origine pensata per una serie televisiva sul modello di Happy Days, e ispirata a una vicenda personale: la donna aveva organizzato a casa per la figlia un goûter, una merenda, salvo accorgersi che i presunti bambini erano ormai adolescenti. Il casting fu la parte più difficile: per mesi Pinoteau e la produzione esaminarono tra i 3000 e i 4000 ragazzini, durante lunghe audizioni che prevedevano per tutti la stessa scena, cioè Raoul che davanti a scuola invita alla festa Penelope e Vic. A pochi giorni dalla fine dei provini, tutti i personaggi principali erano stati individuati. Mancava però ancora l’attrice destinata a recitare la parte di Vic, la protagonista. Si presentò, accompagnata dal padre, Sophie Danièle Sylvie Maupu, che folgorò Pinoteau per la bellezza e la naturalezza dimostrata durante l’audizione: nasceva Sophie Marceau.
«Era un fratello, un uomo di generosità e bontà incredibili, dotato di un grande talento», ha subito reagito su Twitter il collega Claude Lelouch. L'Eliseo ha diffuso un comunicato in ricordo di Pinoteau: «Con film come "La Boum" o "Slap" ha catturato lo spirito del desiderio di nuove forme di affermazione e libertà di una generazione». Un omaggio anche dalla ministra della Cultura, Aurélie Filippetti: «Con lui il cinema francese perde uno dei suoi più grandi registi, capace di realizzare film di qualità e popolari allo stesso tempo»

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