Pinoteau debuttò nel 1972 dirigendo un poliziesco («Le Silencieux») con Lino Ventura, ma i suoi meriti storici sono avere scoperto due tra le più belle attrici di Francia – Isabelle Adjani e Sophie Marceau – e avere diretto «Il Tempo delle Mele», che vendette quattro milioni di biglietti in Francia, 15 in Europa, e fu visto poi da altri milioni di persone nelle infinite repliche televisive che si sono susseguite fino a oggi. In Francia, «La Boum» (che in francese sarebbe «la festa» tra adolescenti) rimase nei cinema per 8 mesi consecutivi e registrò incassi maggiori dell’«Impero Colpisce Ancora», il secondo episodio della saga di Guerre Stellari uscito nello stesso anno. In Italia, «Il Tempo delle Mele» divenne uno dei simboli – tra i più garbati e meno trash – degli anni Ottanta, in virtù di quella tradizione tutta francese di sapere raccontare con grazia l’infanzia e poi l’adolescenza.
L’intuito di Pinoteau si dimostrò notevole già nel 1974, quando scelse l’allora sconosciuta ventenne Isabelle Adjani come co-protagonista del film «Lo schiaffo» con Annie Girardot e ancora Lino Ventura, che trattava del rapporto tra genitori e figli. Pochi anni dopo, Pinoteau decise di portare al cinema una sceneggiatura di Danièle Thompson in origine pensata per una serie televisiva sul modello di Happy Days, e ispirata a una vicenda personale: la donna aveva organizzato a casa per la figlia un goûter, una merenda, salvo accorgersi che i presunti bambini erano ormai adolescenti. Il casting fu la parte più difficile: per mesi Pinoteau e la produzione esaminarono tra i 3000 e i 4000 ragazzini, durante lunghe audizioni che prevedevano per tutti la stessa scena, cioè Raoul che davanti a scuola invita alla festa Penelope e Vic. A pochi giorni dalla fine dei provini, tutti i personaggi principali erano stati individuati. Mancava però ancora l’attrice destinata a recitare la parte di Vic, la protagonista. Si presentò, accompagnata dal padre, Sophie Danièle Sylvie Maupu, che folgorò Pinoteau per la bellezza e la naturalezza dimostrata durante l’audizione: nasceva Sophie Marceau.
«Era un fratello, un uomo di generosità e bontà incredibili, dotato di un grande talento», ha subito reagito su Twitter il collega Claude Lelouch. L'Eliseo ha diffuso un comunicato in ricordo di Pinoteau: «Con film come "La Boum" o "Slap" ha catturato lo spirito del desiderio di nuove forme di affermazione e libertà di una generazione». Un omaggio anche dalla ministra della Cultura, Aurélie Filippetti: «Con lui il cinema francese perde uno dei suoi più grandi registi, capace di realizzare film di qualità e popolari allo stesso tempo»
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